ESEMPI EDIFICANTI DI DEVOTI ALLA MADONNA

di Padre Giacomo Pesce«Interroga i tuoi maggiori ed essi ti ammaestreranno», così disse Mosè al popolo israelita. Questeparole possiamo ripetere a coloro che desiderano sapere come la Madonna sia amata nell’ordine deiteatini. Ho dinanzi allo sguardo la vita mariana ditrenta teatini: santi, beati, venerabili, morti in concetto di santità: tutti innamorati di Maria, ma di uninnamoramento del tutto particolare.Confesso di trovarmi in difficoltà nella scelta diessi. Tutti non li posso citare, neppure metà; ne sceglierò una diecina, accennando appena appena qualcosa del loro amore alla « Rapitrice » dei cuori umani.1. Ven. V. M. Morelli (+1812) arcivescovo di Otranto,ebbe un culto tutto particolare per la virtù della purezza. Nella sua vita si afferma che egli non avessemai fissato lo sguardo in volto di donna. Nella suagrande devozione alla Madonna, prediligeva il titolodi «Regina degli Angeli». Digiunava in tutti i sabati;in essi, ad onor della Madonna, dispensava ai poveripane e denaro. Morì nell’ottava dell’Assunta.2. Ven. L. Scupoli (+1610), autore del « Combattimento spirituale », nel quale afferma che come chi siaccosta ad un gran fuoco, riceve necessariamente delsuo calore; così chi si accosta a Maria, il cui cuoreè una fornace di carità, di misericordia e di pietà,riceverà necessariamente aiuti, favori e grazie straor-dinarie. 3. Ven. Gio. Paolo Monfortano (+1580), amava starenei conventi la cui chiesa era dedicata alla Madonna,perché – affermava – nelle chiese mariane si sentepiù vicina la Madonna. Trovandosi, ammalato, nellacasa di Santa Maria del Toro, e invitato a lasciarequella casa per andare in un’altra più comoda perla sua malattia, rispose che « dalla Madonna si passaal cielo ».4. P. Eliseo Nardino (+1617) proposito generale dell’Ordine, aveva un culto tutto speciale al mistero dell’Annunciazione. Morì il 25 marzo, festa di Maria,dopo una consolantissima apparizione della Madonna. 5. Confr. Sebastiano Mancini (+1611), morì ancora chierico. Ricco di famiglia, ancora nel mondo e giovanetto, si alzava di notte per onorare la Madonna. Recitava ogni giorno l’ufficio della Vergine e il santorosario. Portava sempre sul petto un’immagine diMaria che spesso baciava. Alla sua mamma dicevasovente : « Mamma, tu non sei più mia madre : questa è la mia madre (e le mostrava l’immagine dellaMadonna); tu sei solo la mia nutrice ». Professò il2 febbraio. Morì tisico, mormorando: Mamma! Mamma mia. Maria!6. Fr. Biagio Botti (+1615), laico teatino, aveva innata l’arte del dipingere. Innamorato della Madonna,dedicò la sua arte nel ritrarre immagini di Maria.Gioiva immensamente nel dipingere Maria; con grandepassione amorosa ritraeva la faccia di giglio, le guance di rosa, gli occhi benigni e umili di Colei che gliaveva rapito il cuore.7. Ven. Pietro Avitabile (+1650), fu il primo missionario teatino. Dichiarò la Madonna « tramontana ditutte le sue operazioni »; si firmava « lo schiavo della grande Signora »; fu guarito varie volte miracolosamente dalla Vergine Madre. Morì stringendo fra lemani la corona del rosario.8. P. Nicolò della Zecca (+1594). Ogni sabato dicevala messa votiva della Madonna. Durante la celebrazione, sfavillava d’amore e di devozione con tantaabbondanza di lacrime, che i presenti erano profondamente commossi nel vedere come amava Maria. 9. Mons. Paolo Aresi (+1644). Promosso da Paolo Valla cattedra di Tortona, fece di tutto per sottrarsia quella dignità, ma alla fine dovette obbedire. Conservò fino alla morte il giglio della purezza. Per questo la Vergine Madre gli diede la sua conoscenza eil suo amore. Affermò più volte che tutto quello cheaveva imparato l’aveva appreso sotto l’ispirazione diMaria. Fu il primo ad affermare pubblicamente ea difendere la verità che la potenza e la grandezzadi Maria supera di gran lunga quella di tutti i santipresi insieme.10. P. Andrea Molfesio (+1620), conservò in tutta lasua vita il giglio verginale della purezza. Per questavirtù ottenne dalla Madonna una grande devozione alei sotto il titolo della «Purità». Morì durante lanovena dell’Assunta.11. P. Raffaele Monfortano (+1693), aveva una grandedevozione a Maria sotto il titolo dell’Immacolata.Ripeteva sempre : « Laudetur puritas Mariae ». Portava sempre addosso lo scapolare dell’Immacolata. Questo privilegio di Maria formava il tema predilettodelle sue conversazioni mariane e dei suoi discorsi. 12. Fr. Vincenzo Scarpato (+1600), laico teatino, per lesue grandi virtù, meritò varie apparizioni di S. Andrea Avellino. Innamorato della Madonna e del suosposo san Giuseppe, era tormentato dal desideriodi trovare un bellissimo quadro della Vergine damettere nella chiesa di Palermo. Un giorno, afflittoda questo suo desiderio non ancora attuato, ebbe un’apparizione : san Giuseppe gli consegnò il quadroche desiderava, affermando : « Eccoti quest’immagine della mia Sposa: essa accorderà copiose grazieai suoi devoti… Onorala e conservala con la piùgrande diligenza ».13. Ven. Carlo de Tomasi (+1675), chiamava la Madonna « la Faccendiera del cielo, la Madre santissima ».Lo stemma della sua famiglia era un leopardo consopra il motto : « In Deo spes mea ». Egli pregò ilfratello che vi aggiungesse « per Mariam ». Onorava,in modo tutto particolare, la Madonna sotto il titolodell’Assunta.14. P. Tommaso Brancia (+1608), operava sempre sotto lo sguardo di Maria e dietro sua protezione. Portava sempre con sé un’immagine di Maria, che baciavae faceva baciare a tutti coloro che gli si avvicinavano.Fu rallegrato da varie apparizioni mariane. Un giornogli apparve la Madonna circondata da uno stuolo diangeli e di vergini. Un’altra volta gli apparve la santissima Vergine con Gesù bambino, glielo posò frale braccia e lo ricolmò di amorose carezze. Morì nell’ottava dell’Assunta.15. P. Luigi Novarino (+1650), fu uno dei più grandidevoti della Madonna dell’ordine teatino. Devotissimo della Madonna di Loreto, fece costruire nellachiesa di Santa Maria della Ghiara, in Verona, una cappella dedicata alla santissima Vergine di Loreto. Quanta devozione mariana egli eccitasse in quella chiesa lo sa solo la Madonna. Spirò col nome di Maria sul labbro

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