Grazia della Madonna di Pompei 1^ parte
MARTA PETRUNI: Nella Pia casa delle Sordomute in Lecce. In questo quarto Sabato, sacro al Rosario, racconteremo uno dei tanti attestati della immensa pietà che la Regina del Rosario di Pompei dimostrava alle creature più sventurate, che meno la possono conoscere, quali sono i sordomuti.È un novello raggio di fede dove più densa è la tenebra, e dove è maggiore difficoltà che entri la luce.La data del fatto è il 24 Marzo 1889, vigilia della festa dell’Annunziata, che è la festa del Primo Mistero del Rosario.Lecce fu il luogo che Ella prescelse per questa nuova dimostrazione delle sue misericordie; e l’effetto fu stupendo, poiché gli animi più tiepidi vennero scossi, e quasi tutta quella cittadinanza fu infervorata dalla devozione al Santuario di Pompei.La colta e gentile città di Lecce, tra le tante benefiche istituzioni che in sé raccoglie, ha visto sorgere un Istituto di carità, affidato alle benemerite Piccole Suore Salesiane, col titolo di Pia Casa delle Sordomute.Le Piccole Suore Salesiane, sparse in Italia e fuori, hanno singolare devozione alla Vergine del Rosario di Pompei; anzi, quelle dimoranti in Lecce hanno consacrato la cappella delle Sordomute alla Vergine di Pompei, vi han messo in venerazione una bella Immagine.Nel 1885 veniva, tra le altre infelici bambine mute, ricoverata in quella Pia Casa di Lecce una fanciulla nativa di Molfetta, chiamatasi Maria Petruni: di appena otto anni.Bambina, a due anni, Maria cadde e per l’urto ricevuto nella caduta, il ginocchio destro rimase contuso e dolente.Era la fanciulla di salute malferma e cagionevole. Ciò non poco influì a rendere letale la lesione che fu effetto della caduta.Entrata difatti nella Pia Casa di Lecce, non tardò a gonfiarsi e a impedirle di camminare. Un giorno i medici dichiararono che al ginocchio destro della infelice fanciulla si era dimostrata una delle più terribili manifestazioni della scrofola con quel malanno che chiamasi tumor bianco o gonartrocace.Fu operata, ma l’esito dell’operazione fu assai deplorevole, che non solo la povera muta perdè interamente l’uso dell’articolazione, ma questa divenne ancora più grossa e dolente.Intanto lo stato generale dell’inferma peggiorava sempre: il dimagrimento cresceva; una lenta febbre, effetto dell’assorbimento, logorava quella misera esistenza; la tisi era inevitabile.Trascorse così tutto l’anno 1888, quando i medici signori Fiocca e de Pandis consigliarono come supremo rimedio per tentare di conservare in vita l’inferma, l’amputazione della gamba. Ma l’amputazione, temevasi, sarebbe riuscita ancor letale, stante lo stato della piccola paziente.La povera muta in tutto questo tempo non faceva che piangere, allorché una di quelle Suore, anch’essa sordomuta, la cui modestia vorrebbe taciuto il nome, ma noi lo pubblichiamo per rendere più chiara la testimonianza del prodigio, Suor Caterina del SS. Rosario, donna di grande fede e di grande semplicità, la persuase a rivolgersi di cuore alla prodigiosa Vergine di Pompei.Al 22 di Marzo 1889 la straziata fanciulla, troppo stanca delle sofferenze, nel vedere le sue compagne uscire a passeggio, e lei sempre immobile, sola, in compagnia dei suoi mali insanabili, diede in un pianto dirotto.Allora la sua amica Suora, punta da viva compassione, le disse coi segni: – Raccomandati alla Vergine di Pompei.Ed ella con la solita candidezza di sordomuta, rispose in un mimico linguaggio:- Sto pregando da molto tempo la Madonna di Pompei; ma questa Madonna ha la testa dura, non mi vuol fare la Grazia, ed io non ho più forza di soffrire.Dovrò essere non solo sordomuta, ma mi si dovrà amputare una gamba!…Venne il giorno 24 Marzo del 1889, la vigilia di quella grande giornata in cui cominciò la Redenzione dell’umanità tutta quanta per mezzo di un’umile parola della Vergine Maria.Era la vigilia di preparazione alla grande solennità del Primo Mistero del Gaudio, che inondò l’anima della Benedetta fra tutte le donne.Era presso a suonar le due pomeridiane. La povera bimba se ne stava seduta secondo il consueto con la gamba distesa, anchilosata, tenendo a sé vicine le grucce, unico appoggio della gracile persona. Ed in questa posizione guardava mestamente le compagne che si trastullavano.Il vedersi così infelice in mezzo a tanto brio infantile, la pone in profonda tristezza.Erale d’accanto, angelo confortatore, la Suora che, come abbiamo detto, ha anch’essa nome dal Rosario. Suor Caterina guardava con l’occhio pietoso la fanciulla mesta, e, mossa da una fede soprannaturale che le veniva dalla Vergine, prende le grucce e le lancia in aria. Quindi, con il linguaggio inteso tra loro, le dice: – Cammina, la Vergine di Pompei ti farà camminare!La inferma, alla invocazione di quel Nome che Dio ha fatto onnipotente, sente novella forza scorrere per le membra: snoda le gambe, si muove, si agita, e muove sicuro il passo. Marta era istantaneamente guarita!Nell’impeto dell’allegrezza la fanciulla non fa che ascendere con sveltezza una lunga scalinata; quindi discendere con simile celerità.Scomparsa l’enorme enfiatura dell’articolazione! Scomparso il dolore, scomparsa la rigidità! Il volto cadaverico diventato florido e ridente: ella poteva dirsi rinata.Le compagne si stupiscono, la guardano con occhi esterrefatti; poi si avvicinano la toccano, quasi non credessero ai propri occhi, le fanno festa attorno, e levano un inno di gloria e di benedizione alla Vergine di Pompei…Questo fatto pubblicato nel Periodico IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI, nel quaderno di Ottobre, anno VI, 1889, è corredato della relazione medica del Dottor Oronzio Fiocca di Lecce, dichiarante il miracolo, dell’attestato del Direttore della Pia Casa delle Sordomute di Lecce, Rev.do Sac. Don Filippo Smaldone, e delle firme dei testimoni, tra cui la Superiora e le altre Religiose della detta Pia Casa, la Superiora delle Figlie d’Ivrea e le altre Suore dell’Asilo Infantile prossimo all’Istituto delle Sordomute, e di nobili Signore Leccesi visitatrici della Pia Casa.Oggi dunque và a visitare l’Istituto delle Sordomute in Lecce, e domanda della fanciulla Marta Petruni, non può contenere le lagrime di commozione vedendo il prodigio vivente della Vergine di Pompei.
RICHIESTA DI PREGHIERE