Venerdì 20 marzo 2015 IV Settimana di Quaresima
di
gesuemaria
·
12 Gennaio 2021
- VANGELO (Gv 7,1-2.10.25-30)
Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora - Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei
cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli
salirono per la festa, vi salì anche Lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme
dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono
nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi
mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi
non Lo conoscete. Io Lo conosco, perché vengo da Lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma
nessuno riuscì a mettere le mani su di Lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È diventata ufficiale nel mondo la caccia ai cristiani da parte dei terroristi dell’Isis. È il preludio ai tempi in
cui si lotterà il Cristianesimo pubblicamente. I cristiani vengono chiamati crociati dai fanatici musulmani perché ci ritengono colpevoli delle sante Crociate, ma la storia è un’altra. Molti cristiani andarono nella Terra Santa per difendere i luoghi santi occupati irragionevolmente proprio dai musulmani.
Volevano distruggere la storia di Gesù e i crociati con coraggio andarono a lottare.
Le guerre non finiscono mai. Quanto avvenuto ieri in Tunisia è l’avvenimento che cambia la storia attuale,
cambia la vita agli africani del nord e agli occidentali. L’attacco dei terroristi ha avuto come fine ultimo il messaggio agli occidentali di non andare più nelle Nazioni del nord come la stessa Tunisia, l’Egitto, la Libia.
La Libia rischia in modo preoccupante di essere la base del terrore dei fanatici dell’Isis. Si trovano a poche
centinaia di chilometri dall’Italia, pronti ad entrare nel nostro territorio mischiati con gli immigrati che attraversano il Mediterraneo in cerca di fortuna. Con questa povera e sofferente gente si mescolano da anni i terroristi
musulmani e i politici italiani hanno permesso questa invasione.
Lo scorso anno sono entrati in Italia 200 mila immigrati, erano tutti in buonafede in cerca di lavoro
oppure vi erano molti terroristi?
Quanto è avvenuto ieri in Tunisia segna una svolta in tutti i settori della vita sociale, soprattutto il turismo
subirà una decisiva frenata, i musulmani vogliono uccidere gli occidentali e ieri erano in cerca degli italiani tra
gli ostaggi dentro il museo. Pensate, i terroristi dell’Isis volevano uccidere soprattutto gli italiani…
Sul web hanno scritto sulla foto di uno degli italiani uccisi: “Schiacciato il crociato”.
È chiara la decisione dei terroristi di uccidere soprattutto gli italiani a causa delle Crociate, senza trascurare
gli occidentali che andranno in vacanza in quelle zone. Pensate che nessun italiano andrà in questi mesi in Tunisia? Non immaginate quanti buontemponi, persone diciamo stravaganti, prendono alla leggera quanto sta avvenendo.
In Tunisia dicono: “Siamo in guerra”. Molti occidentali non capiscono la portata del pericolo e allegramente vanno in Tunisia.
Da diversi anni ho scritto molte volte del pericolo dei terroristi infiltrati e che si riteneva opportuno creare in
Libia i centri di accoglienza, scoraggiando i temerari e controllando le coste che si affacciano sul Mediterraneo.
Era più importante controllare le coste della Libia che quelle del Maghreb, che comprende gli Stati di Sahara
occidentale, Marocco, Algeria e Tunisia ed è oggi la parte di maggior sviluppo economico del continente africano.
Ho scritto per mettervi in guardia, per invitarvi alla preghiera e dobbiamo pregare ogni giorno per
l’Italia e i bisogni della Chiesa.
Oggi il Vangelo ci presenta una situazione drammatica successa a Gesù, quando i capi di Israele Lo facevano cercare per ucciderlo. Come succede a quelli perseguitati, anche Gesù venne abbandonato da coloro che nel
tempio erano chiamati a parlare di Dio, ad evangelizzare il popolo.
Lo stesso avviene da anni in Italia, la nostra amata Patria è abbandonata soprattutto da tutti i parlamentari di
Roma, e si trova in una condizione agonizzante. L’ultima è davvero curiosa ma un po’ tutti si comportano così:
sono uscite sui quotidiani diverse intercettazioni del ministro Lupi che raccomandava il figlio ad un potente e si
occupava di altre cose anche se penalmente non condannabili.
Lui in questi giorni ha ripetuto a tutti che non aveva sbagliato né era colpevole di quanto si diceva di lui. Eppure le intercettazioni erano pubblicate sui quotidiani, ieri hanno pubblicato altri colloqui imbarazzanti e smentiscono pienamente le sue versioni di innocenza.
Dopo i ripetuti tentativi di difendersi, il ministro ha ceduto e ha annunciato le dimissioni con questa precisazione: “Non ho perso né l’onore né la passione”. Dell’onore lasciamolo dire agli italiani, riguardo passione se
la vedrà lui.
Da un punto di vista politico un ministro si deve dimettere quando agisce per i propri interessi, perché
l’ipocrisia è orribile e sentire queste esternazioni da un ministro ti rendi conto che sono incollati alle poltrone
per i privilegi, potere e soldi. Non per gli italiani.
Anche in questo caso, come vi ho spiegato varie volte, non bisognava credere ciecamente alle sue parole ma
confrontarle con i contenuti delle intercettazioni. Se non vi erano quelle parole compromettenti, allora si poteva
considerare innocente e qualcuno avrebbe dovuto chiedergli perdono.
Ma se quelle parole che raccomandavano il figlio e altre esortazioni censurabili per un politico, per di più
ministro, con interlocutori potenti erano presenti, allora le dimissioni si dovevano dare immediatamente e senza
prendere in giro gli italiani per due giorni.
Bisogna ascoltare, riflettere, discernere nella Luce di Dio tutti gli avvenimenti, senza cadere nel pregiudizio avventato.
Nel Vangelo vediamo Gesù che con grande coraggio si reca nel tempio nonostante le pericolose contrarietà
con i capi dei Giudei. La notte si muoveva di nascosto e di giorno insegnava nel tempio. Voglio soffermarmi su
questo brano perché implicitamente li rimprovera di pensare all’apparenza, di vivere per ricevere lodi e consensi. Dimenticando Dio.
“Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non Lo conoscete. Io Lo conosco, perché vengo da Lui ed egli mi ha mandato”.
Risultava difficile a coloro che Lo conoscevano a Nazaret, credere che Lui e il Padre, quindi Dio, erano una
cosa sola. “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono”. Al popolo presente mancava il desiderio di conoscere la verità, di ascoltare e riflettere sulle parole di Gesù.
Avevano già deciso, ecco il pregiudizio, che è fantasia e prevenzione verso chi non si conosce bene.
Il mondo oggi vive di pregiudizi, molte persone sembrano senza anima per la loro impassibilità, altre
invece hanno elaborato automatismi non sinceri e sorridono a comando, senza amore.
Perché i pregiudizi li sovrastano e si lasciano guidare dai pensieri che si ritrovano nella mente. Da dove arrivano quei pensieri?
Nel tempio ascoltavano Gesù e rifiutavano gli insegnamenti, noi chiediamo alla Madonna di guidarci nella
conoscenza della Parola di Dio.
1 Ave Maria per Padre Giulio
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