Sabato 13 settembre 2014 23ª Settimana del Tempo Ordinario

  • VANGELO (Lc 6,43-49)
    Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è
    d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae
    fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal
    cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e
    ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una
    casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella
    casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a
    un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Si è ripresentato il problema della mancata ricezione della newsletter da parte di numerosi parrocchiani, non
    sono sempre gli stessi e questo indica che dipende dal server, o per una contemporanea presenza di molti invii
    gestiti dal server o per il “traffico” eccessivo sul web.
    Oggi ho inserito nel sito alcuni ultimi commenti, è dal 7 settembre che si verifica questo inconveniente. Questo è il link per leggere i commenti degli ultimi giorni: http://www.gesuemaria.it/meditazioni-di-padre-giuliomaria-scozzaro-sul-vangelo-del-giorno-anno-2012.html
    Ogni giorno il Vangelo presenta preziosità più o meno comprensibili, lo sono per quanti hanno amore verso
    la Parola di Dio, anche se effettivamente ci sono moltissime affermazioni di Gesù che richiedono spiegazioni. Il
    commento che mi accingo a scrivere su questo Vangelo vorrei completarlo in diverse ore, ma soprattutto in
    questi giorni non ho tanto tempo disponibile e allora mi riservo di ritornare a commentare questi insegnamenti.
    Su questi 7 versetti si potrebbero scrivere molti commenti, fare numerose catechesi in circa un mese per lasciare anche il tempo per una adeguata riflessione. Una frase più di tutte colpisce ed è molto attuale, considerando la grande confusione all’interno della Chiesa.
    La frase è il versetto 46: “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?”. È rivolta a
    tutti i tiepidi, a quanti non corrispondono alla Grazia di Dio, soprattutto ai Consacrati che hanno smarrito la Via
    della santità.
    Gesù chiarisce che non serve a nulla invocarlo senza compiere la sua volontà, senza osservare i Comandamenti e il Vangelo storico.
    Eppure si odono rimbombi di preghiere fatte in tanti contesti con la pronuncia ripetuta del Nome di Gesù,
    mentre poi non si percepisce l’osservanza della Parola di Dio. Non siamo certo noi a stabilire la Fede degli altri,
    c’è però un modo infallibile per vedere senza giudicare: le opere. “Non vi è albero buono che produca un frutto
    cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono”.
    L’uomo cattivo mostrerà sempre cattiverie, anche in modo subdolo ma farà solo questo. L’uomo buono si riconosce dalla mitezza.
    Non si deve mai arrivare al giudizio per non cadere nel peccato, sono le opere a raccontare ogni verità, quello che si vede o si ascolta direttamente sono le prove della bontà o della cattiveria di una persona.
    “Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da
    un rovo”. Però, molti cattivi hanno la capacità di camuffare bene la mentalità corrotta e recitano con grande partecipazione il ruolo di persone perbene e affettuose.
    Arrivano così, quando meno te lo aspetti, le coltellate alle spalle nei luoghi di lavoro, anche nelle amicizie di
    gruppo.
    È inevitabile per ogni persona esprimere quello che porta dentro, spesso però è la debolezza a far cadere in
    comportamenti poco corretti, per questo è sempre preferibile evitare pregiudizi e valutazioni avventate. Non si
    guadagna nulla davanti a Dio nel comportarsi anche con un solo pizzico di cattiveria, di risentimento, di invidia,
    di animosità.
    È l’amore che ci rende riconoscibili come seguaci autentici di Gesù e innamorati della Madonna.
    Chiediamo a Loro di amare tutti.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
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