Sabato 27 settembre 2014 25ª Settimana del Tempo Ordinario
di
gesuemaria
·
13 Gennaio 2021
- VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento. - Dal Vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi
però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano
timore di interrogarlo su questo argomento. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Due atteggiamenti colpiscono nei discepoli, la mancata comprensione delle parole di Gesù e la paura. Anche
paura della morte che il Signore indica imminente per Lui, non è un annuncio che riguarda essi ma lo stesso restano in uno stato di tensione, non tanto per mancanza di fiducia in Gesù, è l’annuncio stesso che li fa entrare in
apprensione.
I discepoli non comprendono gli insegnamenti del loro Maestro anche per loro formazione ebraica, e risulta
quasi impossibile sostituire in poco tempo una dottrina millenaria con un’altra che ancora non si comprende neanche bene.
Inizio dall’incomprensione degli insegnamenti. Pressoché impossibile era per i discepoli la comprensione
delle parole di Gesù, non tanto perché nuove e rivoluzionarie, ma per la profonda spiritualità e di difficile intendimento.
Vi ho già spiegato che Gesù intenzionalmente parlava in parabole dinanzi a determinate persone anche per
evitare di rendere più pesanti le loro colpe. Gesù questo lo cita quando ricorda le parole di Isaia: “Vi abbiamo
suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto” (Mt 11,17).
Oggi ai cristiani si può dare la responsabilità di non voler comprendere il Vangelo storico, per i discepoli che
si trovavano vicini a Gesù ed ascoltavano, rimaneva molto difficile. Sembra un paradosso ma la comprensione
dei cristiani di oggi è stata facilitata da duemila anni di spiegazioni e commenti della Parola di Dio, senza dimenticare che la Risurrezione del Signore è l’evento che spiega tutto, ma i discepoli non potevano ancora comprenderlo.
Quando Gesù anticipava la sua morte imminente, causava un fortissimo scombussolamento nei discepoli ma
in realtà li preparava ad eventi incomprensibili per la mente umana, soprattutto per la cultura ebraica. Non possiamo vedere con sorpresa la mancata comprensione dei discepoli attorno a Gesù se oggi sono centinaia di milioni i cristiani che non hanno compreso nulla del Vangelo.
Come non hanno compreso nulla quei Consacrati che tradiscono la Parola con manipolazioni e modernismi vari, per volgersi a quanto arriva dagli uomini. È inevitabile innamorarsi della Parola di Dio
quando c’è il vivo desiderio di conoscerla, comprenderla e incarnarla nel cuore.
I laici hanno maggiori giustificazioni davanti a Dio quando non viene spiegata la sua Parola eterna. È veramente eterna e immutabile, lo afferma Gesù: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”
(Mt 24,35).
Ogni parrocchia è un luogo di santificazione ma questo molti lo hanno dimenticato. È un luogo di formazione ma c’è molta distrazione ed è più facile operare nel sociale dove lo sforzo è minimo e i consensi garantiti.
Gesù chiede di preoccuparci principalmente dell’anima propria, delle anime per condurle verso la salvezza. Un invito che riguarda ogni genitore cristiano, esso ha il dovere di preoccuparsi dell’anima dei figli più di ogni cosa.
Parlare di anima oggi richiede anche coerenza e coraggio per non temere i risolini dei sapienti del mondo e
di quanti vogliono smantellare la Parola di Dio. Noi abbiamo e avremo sempre il coraggio di testimoniare la Parola come la Chiesa l’ha insegnata in questi duemila anni.
Poi, troviamo la paura nei discepoli, è l’imponderabile che li assale e indebolisce un po’ la fiducia negli insegnamenti di Gesù. Troviamo la migliore spiegazione addirittura nelle domande di due Apostoli, poste la sera
prima della crocifissione di Gesù e dopo tre anni di vita comune. Questo non giustifica nessun cristiano, oggi
noi abbiamo duemila anni di spiegazioni.
Tommaso e Filippo pongono due domande prive dello Spirito di Dio e qui si vede che la Pentecoste deve ancora avvenire.
«Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora Lo conoscete e Lo avete veduto”.
Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e
tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non
credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che Io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è
con me compie le sue opere. Credetemi: Io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse”» (Gv 14,5-11).
1 Ave Maria per Padre Giulio
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