Venerdì 3 ottobre 2014 26ª Settimana del Tempo Ordinario

  • VANGELO (Lc 10,13-16)
    Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero
    avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si
    sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu,
    Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi
    disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Le stesse parole Gesù le ripeterà agli uomini che erano chiamati a vivere una conversione piena e si sono
    voltati altrove, sono coloro che hanno scelto titoli e poteri estraniando dalla loro vita, la volontà di Dio e il suo
    Vangelo.
    “Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida!”. (…) “E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo?”.
    Immagino lo sdegno e la repulsione di Gesù mentre pronunciava queste parole, dette con immenso dolore ma
    corrispondente allo stato degradato di queste città che avevano avuto grandi possibilità di lasciare la corruzione
    per incontrare la Vita!
    Gesù non si lamenta solo del rifiuto di quelle città depravate, il suo grido condito di “guai” riguarda
    anche il nostro tempo.
    La condizione spirituale di oggi se viene proporzionata al numero di abitanti di allora e alla mancata
    conoscenza del Vangelo, è tremendamente orribile. Il grido di dolore Gesù continua a ripeterlo con maggiore
    sdegno e questo gli ha fatto dire -nell’insegnamento della porta stretta-, che molti busseranno inutilmente, oltre
    al rifiuto degli ebrei infedeli e la chiamata dei pagani.
    Quando un uomo pose a Gesù questa domanda apparentemente banale ma interessante: “Signore, sono pochi
    quelli che si salvano?” (Lc 13,23), rispose che bisogna passare per la porta stretta, bisogna sforzarsi di lasciare
    le grandi deviazioni morali e restringere sempre più lo sfogo dei peccati.
    «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci
    riusciranno. (…) Rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi
    risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in
    tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete.
    Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!» (Lc 13,25-27).
    I “guai” di questa società non sono elencabili per l’ampiezza e il disonore, però mi chiedo amaramente: cosa
    potranno aspettarsi di buono in un prossimo futuro quanti hanno eletto come idolo la dissolutezza?
    Che non viene rappresentata solo da persone sfrontate e che non si curano neanche di apparire decenti,
    invece la più profonda e volgare depravazione è quella mascherata o mimetizzata, compiuta da persone
    insospettabili.
    Questa società ha seminato troppi “guai” e non potrà sperare misericordia perché l’ira di Dio è
    arrivata al colmo.
    Cosa e chi trattiene la mano del Padre? Le preghiere chiaramente, non preghiere vaghe o superficiali, sono le
    preghiere suscitate dalla “Donna vestita di Sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di
    dodici stelle” (Ap 12,1).
    Nessuno nel mondo pagano pensa ai “guai” che si sta preparando con la vita corrotta, anche tra i cristiani
    esiste questa negligenza, in essi non c’è la capacità di avvertire il pericolo che può colpirli improvvisamente
    perché non hanno alcuna protezione Divina.
    D’altronde, non hanno la Fede autentica per colpa loro, senza Fede non riescono neanche a pensare a Gesù,
    ma noi non possiamo abbandonarli al loro destino infernale, dobbiamo fare qualcosa per loro. È la preghiera
    che ci introduce nella via della salvezza.
    Noi dobbiamo pregare con grande amore e fiducia per tutti i peccatori.
    Nelle vostre famiglie, tra gli amici e i conoscenti, colleghi e quelle persone che incontrate occasionalmente,
    molti di loro hanno bisogno di una preghiera di intercessione per ottenere una ispirazione da Dio e ravvedersi.
    Potrebbero salvarsi l’anima per una nostra preghiera di intercessione. Riflettiamo sull’importanza di pregare per
    i peccatori che conosciamo!
    C’è l’apostolato della parola, la trasmissione ai non credenti e ai tiepidi delle meraviglie della nostra
    Fede e la potenza dei Sacramenti.
    È una irrevocabile disgrazia ricevere quel “guai” da Gesù nel giorno del Giudizio. Riflettiamoci
    attentamente. Nonostante la sua presenza a Cafàrnao con miracoli e insegnamenti sublimi, la città non Lo
    accolse perché gonfia dei suoi beni, Lo rifiutò senza appello. Quale fine aspettava Cafàrnao?
    “E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!”.
    La superbia, la boria stupida, la presunzione senza qualità, procurano “guai” da Dio forse irreparabili, solo
    l’umiltà salva l’anima.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
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