Il modernismo ha infettato la liturgia – 26 Settembre 2022

Lunedì 26 settembre 2022

XXVI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Lc 9,4650)

Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio Nome, accoglie Me; e chi accoglie Me, accoglie Colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo Nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù parla della piccolezza evangelica, quella interiore che viene manifestata dalla vita che si conduce, dalle parole e dalle opere, dalle scelte, dai comportamenti giornalieri. Questa piccolezza è essenziale nella vita spirituale e si raggiunge con un percorso di rinunce, di preghiere recitate con amore, di sforzi per cambiare la mentalità vecchia ed egoista.

La piccolezza evangelica non si improvvisa, quindi, nessuno può esprimere neanche per un istante questo atteggiamento se la sua vita non è coerente. Non è qualcosa che si mostra materialmente, non si può neanche esporre la pratica della piccolezza evangelica, perché il fatto stesso di considerarsi umile è già un atto di superbia.

Le anime impregnate di profonda spiritualità, si avvicinano con maggiore velocità alla Luce di Dio e si riconoscono sempre più indegne, pensano bassamente di sé e praticano quasi senza accorgersene un rinnegamento costante.

Queste anime vivono nella piccolezza evangelica, hanno molto chiaro che da soli non possono fare alcun bene e attribuiscono all’aiuto di Dio ogni opera buona che compiono. Sono anime unite a Dio, anche durante i lavori o mentre studiano o quando parlano di altro, in quanto la loro vita rimane abbandonata perennemente alla Volontà di Gesù.

Chi lavora per Gesù deve farlo con umiltà e con grande spirito di servizio.

La piccolezza evangelica non è possibile trovarla nel mondo o negli ambienti dove si gareggia per il potere e la visibilità, calpestando spesso con estrema facilità la verità e la giustizia. Le persone che non pregano manifestano con i loro comportamenti l’assenza di Dio e ogni scelta compiuta va nella direzione sbagliata. Saranno sempre loro a patire per gli errori commessi intenzionalmente.

Alla piccolezza evangelica si contrappone l’agitazione che colpisce anche i Pastori della Chiesa.

Una smania o un inquieto malessere interiore, effetto di tensione nervosa o di un diffuso senso di disagio e d’insoddisfazione. L’agitazione verso qualcosa di peccaminoso non può essere controllata da chi spiritualmente è debole e incapace di resistere alla forza del Male.

L’agitazione non riescono a dominarla e causa in loro un desiderio intenso verso il Male, una voglia incontenibile di commettere ripetuti peccati mortali. Ecco la necessità di praticare costantemente il rinnegamento e di vigilare sulla provenienza dei pensieri.

Nella Chiesa da diversi anni c’è una ricerca pericolosa di visibilità e protagonismo opposti alla piccolezza evangelica predicata da Gesù. Lo si vede nella liturgia, diventata in molti casi un’esibizione scenografica che non ha nulla da spartire con il Vangelo.

Negli ultimi anni il Cardinale africano Robert Sarah, Prefetto della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, ha rilasciato dichiarazioni forti e coraggiose a difesa della vera Chiesa, ed ha più volte espresso la piena contrarietà a questa immigrazione che considera inaccettabile e manovrata.

In una interessante intervista condanna severamente le celebrazioni spettacolo e le liturgie mondane, modificate per compiacere i fedeli.

Questa la sua espressione più tenera: «Basta con l’intrattenimento nelle liturgie, così non c’è più posto per Dio».

«Il Cardinale Robert Sarah, nel corso di un intervento sull’Osservatore Romano, si è espresso in maniera dura nei confronti delle modifiche liturgicheche in molte Chiese vengono introdotte dai Sacerdoti.

“Su questi punti -afferma- l’insegnamento del Concilio Vaticano II è stato spesso distorto”.

In particolare, Sarah ha affermato che “IL SACERDOTE CELEBRANTE NON È IL CONDUTTORE DI UNO SPETTACOLO. Bisogna tornare ad uno stile liturgico più tradizionale, in cui il Prete, invece di rivolgersi all’assemblea, si rivolga verso est, ad orientem, la direzione da cui Cristo arriverà durante la sua seconda venuta”.

“IL SECOLARISMO HA INFETTATO LA LITURGIA”.

“Troppo spesso il Sacerdote cerca di tenere alta l’attenzione dell’assemblea con modalità per nulla ortodosse. Il modo di pensare occidentale, infarcito dalla tecnologia e deviato dai media, vorrebbe trasformare la liturgia in una vera e propria produzione da spettacolo.

In questo spirito, molti hanno cercato di rendere le celebrazioni delle feste. A volte i Sacerdoti introducono nelle celebrazioni elementi di intrattenimento, ballano con un gruppo di ballerini durante o alla fine della Messa o cantano canzoni mondane e indecorose. Non abbiamo forse visto la proliferazione di testimonianze, scenette, applausi?

Si organizzano nelle grandi Basiliche e Chiese pranzi e altro di molto pagano profanando la Casa di Dio con la scusa dei poveri, quando ci sono altri luoghi spaziosi per farlo.

Inoltre, immaginano di allargare la partecipazione dei fedeli, mentre, nei fatti, riducono la liturgia divina ad una cosa del tutto umana. Corriamo il reale rischio di non lasciare spazio per Dio nelle nostre celebrazioni”».

Dai tempi antichi, la posizione del Prete e del popolo rifletteva questa comprensione della Messa, poiché la gente pregava, stava in piedi o in ginocchio nel posto che visibilmente corrispondeva al Corpo di Nostro Signore, mentre il Prete all’altare stava alla testa come la Testa (del Corpo).

Formavamo l’intero Cristo -Testa e membra- sia sacramentalmente tramite il Battesimo sia con la posizione e postura. Altrettanto aspetto importante: ciascuno, celebrante e assemblea, guardava la stessa direzione, poiché erano uniti con Cristo nell’offrire al Padre, l’unico, irripetibile ed accettabile Sacrificio di Cristo.

Tra tre giorni è la solennità dello scintillante e portentoso San Michele Arcangelo e noi Lo ricordiamo insieme con un triduo che pubblico sotto.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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