La pagliuzza e la trave – 26 Giugno 2023

Lunedì 26 giugno 2023

XII Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 7,15)

Togli prima la trave dal tuo occhio.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

È spontaneo in ogni persona spiritualmente debole, il comportamento di voler giudicare tutto, prevalentemente in modo negativo. Un’inclinazione che porta istintivamente a valutare gli altri spesso con indifferenza e biasimo, senza valutare le proprie condizioni interiori.

È secondo natura la volubilità in molti, ma non dimentichiamo che Dio ha trasmesso tanti insegnamenti per vincere le debolezze, ha donato il Sacramento del Battesimo per l’eliminazione del peccato originale, ha inviato molti Profeti prima di Gesù ad annunciare chi è Lui, fino a donare al mondo il Figlio per far conoscere l’unica Via che permette di raggiungere la pace interiore e la vera felicità.

Gesù con tante soavi parole e numerose parabole, ci ha insegnato tutto quello che ci occorre per vincere i vizi e praticare costantemente le virtù.

Il problema che ci pone oggi Gesù non è secondario nella vita spirituale, in realtà riguarda indistintamente tutti, anche i non credenti. L’atteggiamento disinvolto di molti nell’osservare la pagliuzza nell’occhio altrui (i piccoli difetti) senza vedere le travi nei loro occhi (i grandi errori), non li rende certamente migliori. Ma questo si può superare imparando da Gesù come dobbiamo vivere ed agire.

La debolezza per tutti gli esseri umani che non compiono un vero cammino spirituale è la superbia, essa tende a vedere ingrandite le mancanze altrui e a minimizzare e scusare le proprie. Per superare questo grave comportamento che spinge a vivere «fuori di sé», bisogna evitare i giudizi negativi sugli altri.

«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi».

Nessuno è esente della superbia fin dalla nascita, molti sono sottoposti per tutta la vita a questo vizio, addirittura in molti si accresce per l’agire presuntuoso e privo di amore. Quando cresce la superbia in una persona, crescono anche le negatività dei demoni, cioè, si diventa meno spirituali…

Occorre comprendere l’importanza del rinnegamento e delle penitenze, per controllare la superbia ed evitare quegli atteggiamenti che, in molti casi, lasciano tanta amarezza e pentimento dopo le ricadute.

DOVE IL CRISTIANO LOTTA E SI RIDUCE LA SUPERBIA, SI È AVANTI NELLA SPIRITUALITÀ, IL CATTOLICO RIESCE A CONTROLLARSI IN OGNI CIRCOSTANZA. SA EVITARE CON PRONTEZZA I GIUDIZI E SE ESPONE QUALCHE SITUAZIONE È DOVUTA ALLA NECESSITÀ DI FAR CONOSCERE CIÒ CHE È UTILE.

A causa della nostra personale superbia, si ingrandiscono le mancanze altrui anche minime, mentre per contrasto si tende a minimizzare e a scusare i nostri maggiori difetti. Di più, la superbia tende a proiettare negli altri quel che in realtà sono imperfezioni ed errori propri.

L’umiltà, al contrario, esercita il suo benefico influsso su quelle virtù che favoriscono una convivenza umana e cristiana.

La persona umile è in condizione di perdonare, di comprendere e di aiutare, solo lei è consapevole di aver ricevuto tutto da Dio, conosce le proprie miserie e sa quanto ha bisogno della misericordia divina.

Ecco che questa persona non giudica con malizia, tratta il suo prossimo con comprensione, scusando e perdonando quando fosse necessario.

D’ALTRA PARTE, IL DISCERNIMENTO SULLE AZIONI ALTRUI, DI QUANTI NON SONO MATURI NELLA VITA SPIRITUALE, È SEMPRE ASSAI LIMITATO. SOLO DIO CONOSCE LE INTENZIONI PIÙ INTIME, LEGGE NEI CUORI E SA DARE A TUTTE LE CIRCOSTANZE CHE ACCOMPAGNANO UN’AZIONE, UNA VALUTAZIONE PERFETTA.

Possiamo immaginare tutto il male che si arreca alle persone oneste e innocenti, con i racconti falsi che hanno la finalità di renderli inaffidabili, forse per allontanare da esse chi ascolta. A Gesù è successo moltissime volte, così a Padre Pio, a Natuzza Evolo e a tutti quelli che diffondono e vivono nella Verità, sia per la loro vita onesta sia per la fedeltà al Vangelo.

Si cade con facilità nel giudizio temerario se si vive avventatamente. Consiste nel comportamento di chi «anche solo tacitamente, ammette come vera, senza sufficiente fondamento, una colpa morale nel prossimo», è scritto nel Catechismo del 1992 al numero 2477. Questo peccato consiste in ciò che comunemente si chiama «pensare male» ma senza alcuna prova morale.

Quando c’è l’intenzione consapevole di danneggiare o distruggere la buona reputazione altrui.

L’atteggiamento corretto è quello di astenersi dal giudicare le intenzioni, occorre sospendere qualsiasi valutazione almeno fino a quando non sono presenti delle prove. Non si può giudicare nessuno senza prove, non bisogna pensare male di chi in passato ha già commesso azioni sbagliate e viene riconosciuta come una persona cattiva. Più che condannare si deve usare comprensione e pregare.

Gesù ha detto di non giudicare, ha anche ammonito di non giudicare secondo le apparenze ma con giusto giudizio. Così faceva con i farisei.

Dobbiamo imparare a scusare i difetti, palesi e innegabili, di coloro che frequentiamo, né i loro errori devono indurci a privarli della nostra stima. Impariamo da Gesù, che non può scusare completamente il peccato di coloro che Lo stanno crocifiggendo; ne diminuisce la malizia, adducendo l’ignoranza.

Quando non è possibile scusare il peccato perché è palese, rendiamolo almeno degno di compassione, attribuendo alla causa più comprensibile che si possa pensare, quali l’inconsapevolezza, l’irresponsabilità e la debolezza.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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