SAN MASSIMILIANO

Urgenza della Stampa Cattolica
per la nuova Evangelizzazione


Cento anni fa, quando erano ancora pochi quelli che sapevano leggere, Napoleone affermava giustamente: “La stampa è la quinta potenza del mondo”. Ci sono persone che hanno compreso molto bene l’importanza della stampa e la usano per distruggere la Chiesa Cattolica. Noi dobbiamo usare la buona stampa cattolica per convertire i peccatori, perché proprio utilizzando la stampa c’è chi opera per distruggere ogni religione, specialmente quella cristiana.
P. Abel, gesuita, noto apostolo di Vienna, ci presenta nel seguente esempio assai eloquente, la devastazione della cattiva stampa. Una volta egli fu chiamato presso un ammalato. Dopo aver scorto il sacerdote, il moribondo gli indicò una intera catasta di giornali ammucchiati in un angolo della stanza e prese a narrargli la propria storia: “Guardi, padre, quello è il più grande nemico della mia vita. Ho avuto dei pii genitori, che mi hanno educato bene, tanto che anche durante gli studi universitari rimasi un buon cattolico. Dal momento in cui diventai medico, credetti opportuno abbonarmi ad una cosiddetta pubblicazione per il ceto intellettuale. Nelle prime quattordici settimane mi irritarono i continui assalti che questo quotidiano sferrava contro la mia fede, ma in seguito divenni indifferente e al termine di un anno avevo abbandonato tutte le pratiche religiose ed ero divenuto miscredente e lo sono stato proprio fino a questo momento, nel quale la Grazia Divina sta ravvivando nuovamente la mia fede”. Non diversamente agisce la stampa anche tra il popolo.
É tempo ormai, e il più opportuno, che si attui questo cambiamento. Il primo passo per intraprendere tale cambiamento, tuttavia, è un risoluto boicottaggio della stampa cattiva; successivamente l’appoggio a quella buona. Sono amare, a questo proposito, le parole di Wetzel: “La stampa atea non avrebbe mai raggiunto un incremento di questo genere se milioni di cattolici non avessero dato il loro appoggio con l’abbonamento o anche con la collaborazione diretta alle riviste e ai quotidiani ostili alla Chiesa e cosiddetti indipendenti”.
Di queste cose parla il vescovo Zwerger (1884): “Chi spende denaro per la stampa cattiva combatte contro la Chiesa e non può chiamarsi vero cattolico”; mentre il vescovo di Magonza, Ketteler, si spinge oltre e dichiara che, “chi è indifferente nei confronti della stampa, non ha il diritto di chiamarsi figlio fedele della Chiesa”.
Il Cardinale Nagl scrive nel 1911: “É dovere di ogni cattolico schierarsi in difesa della stampa cattolica e sostenerla con la preghiera, con la parola e con l’apostolato”. Durante il congresso dei giornalisti cattolici, svoltosi nel 1910, l’arcivescovo di Saragozza [mons. Giovanni Soldevila y Romero] non esitava ad affermare: “Ci sono molti cattolici ricchi che adoperano le loro ricchezze per fondare nuove chiese e conventi, o per adornarle di quadri di Santi. Indubbiamen-te è una cosa bellissima! Ma, purtroppo, una disgrazia può distruggere tutto questo, mentre i frutti di un buon giornale quotidiano sono semplicemente indistruttibili. Non sarebbe meglio, quindi, fondare dei quotidiani cattolici a grande tiratura per il bene del popolo? Al giorno d’oggi un quotidiano è un cannone che spara rapidamente. Dio vuole cosi!”.
Su questo problema i Pontefici non sono di opinione diversa.
Già Papa Pio IX affermava: “É dovere santo di ogni cattolico sostenere la stampa e diffon-derla in mezzo al popolo. La buona stampa è l’opera più utile, che semina immensi meriti”; e Leone XIII: “La stampa cattiva ha rovinato la società cristiana, perciò è necessario contrap-porre ad essa una stampa buona. I cattolici non devono stancarsi nel lavorare a vantaggio della loro buona stampa, tenendo presente che LA BUONA STAMPA È UNA MISSIONE CONTINUA”.
Parlando poi (il 21 febbraio 1879) ai redattori cattolici, affermava: “Siamo convinti che i nostri tempi esigono proprio questi mezzi (le pubblicazioni cattoliche) ed energici difensori… Gli uomini della sovversione si sono sforzati di diffondere in mezzo al popolo tutta una serie di quo-tidiani, il cui scopo principale è di contestare i principi delle verità di fede, di diffamare la Chiesa e di inculcare funeste convinzioni nelle anime… Ma poiché la pubblicazione di giornali quotidiani è riconosciuta come il mezzo principale per questa azione nei nostri tempi, di conseguenza gli scrittori cattolici hanno oggi il dovere principale di trasformare questo mezzo? di cui i nemici si servono per mandare in rovina la società e la Chiesa ? in mezzo di salvezza per il popolo e utilizzarlo per gli scopi di difesa della Chiesa”.
Il Papa Pio X scriveva nel 1905 ai vescovi messicani: “A proposito dei quotidiani e dei giorna-li, vorrei convincere una volta per tutte coloro che riflettono realisticamente, che bisogna im-pegnarsi con tutte le forze a far sì che i cattolici abbiano tra le mani soltanto riviste e giornali veramente cattolici. Al giorno d’oggi questo è, secondo il mio parere, il problema più importante”.
Nel 1908, poi, parlando nel corso di un’udienza ad ecclesiastici, si espresse ancor più energica-mente: “Né il popolo né il clero si rendono conto dell’importanza della stampa. Dicono che in passato la stampa non esisteva, e non comprendono che i tempi sono cambiati. É cosa buona edificare Chiese, predicare, fondare missioni e scuole, ma tutte queste fatiche saranno vane se trascuriamo l’arma più importante dei nostri tempi, vale a dire la stampa”.
E il Cardinale di Pisa [Pietro Maffi] aggiunge: “Voi fate le vostre prediche alla domenica, mentre i giornali le fanno ogni giorno, ogni ora. Voi parlate ai fedeli in chiesa, mentre il giornale li segue in casa. Voi parlate mezz’ora, oppure un’ora, mentre il giornale non desiste mai dal parlare”.
Considerando l’enorme vastità del male provocato dalla stampa, Lasgalle, pur essendo socialista, non può trattenersi dal condannarla: “Nella sua falsità, vigliaccheria e immoralità ?scrive egli? essa probabilmente viene superata soltanto dalla propria stoltezza. Se questa stampa continuerà ancora per una cinquantina d’anni a imperversare in questo modo e se contemporaneamente non avverrà un cambiamento nella nostra stampa, lo spirito del popolo resterà completamente avvelenato. Questo è il più grande crimine che io conosca”.
Seguendo il proposito non benevolo di diffondere la cattiva stampa, essi si sono messi al lavoro con grande impegno e, purtroppo, hanno già realizzato moltissime cose. Una parte notevole, se non addirittura la maggioranza dei quotidiani più diffusi, si trova nelle loro mani. Basti dire che, già all’inizio di questo secolo, nella tanto “cattolica” Austria, ben 360 pubblicazioni nella sola lingua tedesca combattevano contro la Chiesa, 83 delle quali venivano pubblicate perfino ogni giorno. La tiratura della stampa cattiva raggiungeva i due milioni di copie, di cui 1.200.000 spettavano ai quo-tidiani. Quanto alla Germania, il critico letterario Bartels scriveva che due terzi, se non tre quarti, delle pubblicazioni periodiche appartengono agli anticlericali; in Ungheria 800 riviste su 1.000 si trovano nelle mani degli ebrei. Inoltre essi si sono impadroniti di quasi tutte le agenzie telegrafiche, per mezzo delle quali dirigono anche altre pubblicazioni. La sola agenzia Reuter di Londra rifornisce di notizie 5.000 quotidiani; l’agenzia Stefani di Roma tutti i quotidiani italiani; l’agenzia Havas di Parigi quelli francesi, spagnoli e belgi; l’agenzia Wolff di Berlino tutti quelli tedeschi, mentre l’agenzia “Associated Press” di New York rifornisce i quotidiani americani.
E giustamente si lamenta lo scrittore popolare Wetzel: “Osservate il mondo d’oggi: come è cambiato negli ultimi decenni! Chi semina l’incredulità in mezzo al popolo? Chi gli toglie la speranza del paradiso e fa sì che questo popolo cerchi la propria felicità nei piaceri terreni e nei godimenti? Chi ha soffocato la coscienza nei cuori? Chi ha violato la legge dello Stato, ha perturbato l’ordine pubblico, tanto che sempre più frequentemente si ripetono crimini di ogni genere?! Tutto questo è opera della stampa quotidiana contraria alla Chiesa. In alcune delle maggiori città europee tutta una schiera di scribacchini pagati profumatamente riversa quotidianamente tutto il proprio fiele su tutto ciò che è cattolico. Centinaia di notiziari e di quotidiani ripetono la stessa cosa e in modo tale che questo veleno si insinua con forza di giorno in giorno in centinaia di migliaia di famiglie, avvele-nando milioni di anime. Così lavora la gigantesca macchina della stampa quotidiana, che si è posta a servizio dei non credenti e dei cattivi costumi”.
Inoltre, anche la distribuzione è troppo debole. Sono pochi, infatti, coloro che considerano la diffusione della buona stampa cattolica un loro personale dovere. Il vero cristiano è chi fa apostolato, chi opera per fare conoscere Gesù e l’Immacolata e convertire i peccatori. Tanti cattolici non fanno proprio nulla per Gesù e per l’Immacolata. Chi non comprende la grandissima importanza della buona stampa cattolica (libri, riviste e giornali), non vive unito a Gesù e alla Madonna, perché solo chi prega profondamente sente nel proprio intimo un forte impulso spirituale di diffondere libri e giornali cattolici, per fare conoscere ed amare Gesù e l’Immacolata