Lunedì 25 febbraio 2013 2ª Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Lc 6,36-38)
    Perdonate e sarete perdonati.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù ci dice che ognuno di noi è responsabile della sua vita e del suo futuro. Questo è indubitabile, ed è sbagliato smettere di pregare o arrabbiarsi contro il Signore quando qualcosa non và bene o sorgono sofferenze
personali o familiari. Questo è il sintomo di una mancata maturità umana e spirituale, la prova di una Fede che
non c’è ma che si presume di avere. Ognuno di noi raccoglie quanto semina, almeno riguardo il nostro rapporto
con Dio, mentre è un altro discorso quando le sofferenze sono causate da persone che non ci amano.
Sempre però Gesù ci invita ad essere misericordiosi con tutti, quindi comprensivi, benevoli, pazienti. È
un atteggiamento energico, volontario, non è paura, vigliaccheria o la rinuncia alla difesa. Chi usa volontariamente la pazienza e non perché costretto dalle circostanze, è forte d’animo.
Ognuno di noi è il giudice di se stesso, decide con le sue opere quale comunione deve avere con Gesù e i doni che deve ricevere, che sono sempre proporzionati a quello che si compie di buono verso i fratelli e le sorelle.
“Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”, significa che riceveremo tanta misericordia da Dio per quanta ne avremo donata al prossimo.
Cerchiamo di capire il significato di misericordia e perché i cristiani sono chiamati ad essere misericordiosi.
Misericordia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui, miseria morale o spirituale, intesa come mancanza di qualcosa. Chi non ama è mancante di amore e di verità con ogni probabilità, comunque le
mancanze spirituali possono essere molte altre. Dinanzi a queste mancanze, il comportamento del cristiano deve
essere improntato sull’amore, sulla compassione e comprensione delle debolezze degli altri.
Non esiste nel Cristianesimo “l’occhio per occhio” ma questo comando di Gesù: “Amatevi anche voi gli
uni gli altri” (Gv 13,34).
La misericordia è un sentimento di compassione e pietà per l’infelicità e la sventura degli altri che induce a
soccorrere, a perdonare, a non infierire. La misericordia può dimorare solamente nel cuore di chi ha incontrato
veramente Gesù, non è naturale questa disposizione, non si deve confondere con qualche buona azione compiuta da un non credente, mosso probabilmente da qualcosa che all’esterno non appare e che nessuno però può
giudicare perché l’intenzione la conosce solo Dio.
La misericordia è una virtù morale tenuta in grande considerazione dall’etica cristiana e si concreta in opere
di pietà o di carità, generosità, perdono. Non può esistere un cristiano senza un cuore buono o almeno comprensivo, mosso a pietà degli altri che non comprendono o non riescono a praticare le virtù cristiane. Il cristiano è
uno che usa misericordia, che agisce con animo buono e almeno si sforza di non commettere determinati peccati.
Gesù oggi elenca alcuni comportamenti che un cristiano deve valutare attentamente se vuole osservare il
Vangelo. Per essere misericordiosi non si deve giudicare, non si condanna in modo prevenuto, ma bisogna perdonare e donare comprensione e bontà. Gesù è buono e benigno con tutti, Lui non ha nemici, sono i cattivi a odiarlo. Quindi, chi ha l’abitudine di giudicare e di condannare non agisce con bontà e mostra a chi lo ascolta di
non seguire Gesù.
I giudizi che si fanno sulle azioni e sulle intenzioni altrui sono sempre sbagliati e mostrano una mancanza di generosità verso il prossimo.
La Madonna a Medjugorje molte volte ha detto di non giudicare, ma è un discorso diverso quando si considera l’avversità contro Gesù con la propagazione di eresie e di insegnamenti modernisti per distruggere la sana
dottrina della Chiesa. Occorre formare una distinzione tra il giudizio immotivato dalla difesa della nostra Fede,
evidenziando tutte quelle dottrine false diffuse per demolire il Vangelo e la Chiesa. Leggiamo cosa disse nel
lontano 1981 Papa Giovanni Paolo II sulla crisi all’interno della Chiesa:
«Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte,
si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la
Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale,
creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva» (Osservatore Romano, 7 febbraio 1981).
Anche se il Papa allora non indicava i nomi, però evidenziava che quanti diffondevano le eresie non agivano
per il bene della Chiesa. È un altro discorso quando si giudica o peggio ancora si condanna in modo definitivo
qualcuno, solo osservando le sue azioni o presumendo di conoscere le sue intenzioni.
Chi giudica gli altri senza carità attrae su di sé inconsciamente il giudizio degli altri, e Dio permette che subisca il contraccambio di quello che fa.
Chi condanna e non perdona soccombe alla stessa legge e in pratica danneggia se stesso.
Quando si è ciechi su questi precetti di carità e non si osservano, ognuno rovina se stesso e la sua famiglia,
un Sacerdote rovina tutti i parrocchiani. Dando cattivi esempi si formano persone senza carità. Non c’è una scusa valida per giudicare senza motivo o per condannare con sentenza definitiva, non si può essere severi con il
prossimo per migliorarlo calpestando però la carità. Non si può osservare la pagliuzza nell’occhio altrui e fare
finta della trave nel proprio occhio.
Un cristiano non deve trasgredire la legge della carità, egli propugna il bene vero e lo dimostra con la misericordia che usa.

CONTINUIAMO LE INTENSE PREGHIERE ALLA MADONNA CON LA RECITA GIORNALIERA DEL SANTO ROSARIO PER ME, PER VINCERE L’ATTACCO PORTATO DA SATANA, SCIOGLIENDO QUESTO NODO OPPRESSIVO. CHI
MI VUOLE BENE, PREGHI MOLTO PER ME.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
Proposito
Al lavoro, a scuola, a casa, in ciò che sono chiamato a fare, agirò senza lamentarmi della fatica, o
dell’incomprensione, o degli imprevisti, ma con serenità e gioia.

Pensiero
La Santa Messa è come una colonna salda che sostiene il mondo vacillante sotto il peso dei suoi delitti (San
Eucherio).

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.