IL Cristianesimo dalla A alla Z

Transustanziazione. Dal latino trans, «oltre» + substantia, «sostanza». Termine elaborato nella teologia eucaristica del Medioevo, accolto anche dal concilio di Trento (DS, n. 1652), con il quale si indica la dottrina cattolica secondo la quale, nel sacrificio della messa, si compie la trasmutazione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo, resi presenti, per tal modo, sotto le sembianze (le specie) sensibili del pane e del vino. Consacrazione.

Mattutino. Dal latino matutinus. Prima della riforma della liturgia delle ore, era così chiamata la vigilia notturna. È stata sostituita dall’ufficio delle letture che, pur conservando il carattere di preghiera notturna per il coro, si può recitare in qualsiasi ora del giorno. Consta di un inno, tre salmi due letture (di cui una tratta dalla Bibbia e l’altra dai padri della Chiesa o dal magistero) e un’orazione finale.

Meditazione. Dal latino meditatio, «esercizio», più specificatamente gli esercizi dello spirito. Si tratta di un lavoro di assimilazione di ciò che l’orecchio ha udito, di ciò che la memoria ha ritenuto; di una masticazione e di ruminazione delle idee al fine di penetrarsene completamente. Tale attività meditativa va accostata all’ascesi, di cui costituisce una parte essenziale. Quando si applica questo lavoro di assimilazione al contenuto della fede cristiana, si parla di meditazione cristiana. In questo senso la m. è una delle forme della preghiera contemplativa.

Merito. Dal latino meritum, derivato di merere, «meritare». M. dice in generale il valore oggettivo delle opere che l’uomo compie al quale corrisponde la ricompensa. Merito de congruo, nella teologia scolastica, è quello di opere che presentano una vera esigenza della ricompensa, perché compiute dall’uomo in Grazia, come atto salvifico. Merito de condigno significa un atto dell’uomo non giustificato, conforme ai dettami della legge morale (atto onesto), non proporzionato però al fine soprannaturale e che perciò non può essere m. in senso stretto, al quale tuttavia Dio, per sua benevolenza, riconosce il valore di preparazione alla Grazia. Dalle ultime opere di san Tommaso e dalla teologia successiva, in generale, è inteso come un atto compiuto con l’aiuto della Grazia attuale, come preparazione alla giustificazione.

Contemplazione. Dal latino contemplatio; etimologicamente, è l’azione di «guardare a lungo con grande ammirazione e riflessione». Considerata la più alta attività dell’uomo dal pensiero greco, che come conoscenza intellettuale (theorià) la contrapponeva all’azione (pràxis), in campo cristiano è stata definita da Giovanni della Croce come «una scienza d’amore o una conoscenza infusa e amorosa di Dio, che nello stesso tempo illumina e innamora l’anima, fino a farla salire di grado in grado a Dio suo creatore» (Notte oscura, II, 18). La c., come preghiera mentale non discorsiva, è il vertice dell’orazione e dal concilio Vaticano II è presentata come «un aderire a Dio con la mente e il cuore» (PC, n. 5), come «lo stringersi a Dio con tutto l’essere». (GS).

Contrizione. Dal latino contritio (dal verbo contérere, «stritolare»). È l’atteggiamento di rimorso e di pentimento col quale il peccatore si predispone a chiedere a Dio il perdono dei peccati, determinato dall’amore di Dio: pentimento perfetto, si contrappone all’attrizione, che è pentimento imperfetto perché basato sulla paura della pena. Il concilio di Trento ha puntualizzato i tre elementi di cui si compone la c.: dolore dell’animo, detestazione del peccato commesso e proposito di non peccare più.

Libero arbitrio – Libertà. Espressione del linguaggio teologico e filosofico. Strettamente unito al concetto di libertà che è il potere – radicato nella ragione e nella volontà – di agire o di non agire il l.a. è la facoltà che ne consegue di disporre di sé, di scegliere fra un’azione e un’altra (Cfr. CCC, nn. 1731-1738). Nel cristianesimo è stato sempre un argomento delicato e impegnativo conciliare la libertà e il l.a. dell’uomo con i temi dell’onnipotenza di Dio della predestinazione e della Grazia.

Pentecostali. Membri di alcune comunità protestanti, sorte negli Stati Uniti verso la fine del XIX secolo, che si richiamano all’esperienza della Pentecoste (At 2,1-11) e auspicano un risveglio religioso nella Chiesa. Professano il «battesimo dello Spirito» e rivendicano i suoi carismi, quali la glossolalia (parlare lingue sconosciute), il potere di guarire i malati, la preghiera estatica, la profezia ecc. I gruppi pentecostali maggiormente conosciuti sono le Assemblee di Dio (sede centrale a Springfield, Missouri) e la Chiesa di Dio in Cristo (Memphis). Dopo il concilio Vaticano II, anche nel cattolicesimo si sono formati dei gruppi neopentecostali (neopentecostalismo) o «carismatici» con l’intento di un rinnovamento ecclesiale nello Spirito. Sono sostanzialmente gruppi di preghiera e di lettura biblica, con un forte senso e impegno comunitario, sia religioso sia sociale. Si richiamano al modello di vita offerto da At 2, 42-47 e da 1Cor 12, 12-27 e vogliono essere l’espressione di un rinnovamento ecclesiale nello Spirito.

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