Libero dalla setta

Scritto il 29 Giugno 2009.di Silvia Guzzetti ESPERIENZE : Lo sconvolgente racconto di Steve Hassan,  seguace negli anni Settanta del culto del reverendo Moon.Un automa pronto a uccidere e farsi uccidere a un cenno di comando del reverendo Moon, il capo della «Unification Church» sudcoreana. Così era diventato Steve Hassan alla fine degli anni ’70 dopo essere stato reclutato dalla setta dei Moonies. Diciannove anni, una brillante carriera di studioso di letteratura inglese, Hassan per Moon aveva lasciato tutto, i libri, il basket, la musica, qualsiasi interesse che l’aveva tenuto in vita fino ad allora. Non incontrava più né genitori né amici, alla setta aveva consegnato la sua voglia di vivere e il conto in banca. Da quella esperienza che avrebbe potuto ucciderlo, Hassan uscì per miracolo. Vittima di un incidente nel 1976 perché, stremato dal lavoro, si era addormentato al volante mentre si stava recando a un evento per raccogliere fondi e costretto a un periodo di riposo di qualche mese Hassan tornò a vivere dai genitori che non vedeva da tempo. Fu quando questi ultimi decisero di farlo «deprogrammare», ovvero costringerlo a parlare con alcuni ex membri della setta di Moon, usciti dalle grinfie del leader, che egli aprì gli occhi sulla realtà.Da quel momento la vita di Steve Hassan è stata dedicata a combattere i culti distruttivi che rappresentano un pericolo costante per ciascuno di noi. L’autore di Mentalmente liberi. Come uscire da una setta, uscito in Italia dalle edizioni Avverbi di Roma con prefazione di Cecilia Gatto Trocchi, ha conseguito un master in psicologia al Cambridge College e dirige a Somerville, nel Massachussets, il Centro per la libertà della mente, una organizzazione che fornisce aiuto a famiglie e parenti, i figli dei quali sono stati plagiati da sette e gruppi parareligiosi. Professor Hassan, alcune caratteristiche che lei attribuisce ai cosiddetti “culti distruttivi” sono tipiche di molti gruppi sociali e forse della società nel suo insieme. Agli individui viene chiesto di assumere determinati comportamenti perché sono bene, è importante obbedire a quello che dice il leader, chi la pensa in modo diverso viene allontanato dal gruppo. Cosa distingue una setta distruttiva che ha un effetto negativo sull’individuo dal gruppo sociale che ha una influenza positiva?«La prima caratteristica delle sette è l’inganno o il raggiro. I culti o le sette pensano di essere al di sopra della legge e non importa loro quali mezzi usano per reclutare gente. La seconda caratteristica è la soppressione delle capacità critiche dell’individuo nei confronti del culto o della setta. Io, per esempio, quando facevo parte della setta di Moon non notavo nulla di negativo. Il culto ha una struttura piramidale. Il capo plagia i suoi seguaci a comportarsi come lui. Non esiste rispetto per l’individualità della persona o per la sua libera volontà». In che modo vengono evitate le critiche nei confronti della setta?«Ti vengono insegnate tecniche di controllo della mente che ti aiutano a tenere lontani pensieri critici nei confronti della setta. Per esempio Moon possedeva una fabbrica di armi, ma quando mio padre me lo fece presente non gli credetti, cominciai a recitare delle preghiere che mi aiutassero ad allontanare l’influenza satanica che, ne ero convinto, si manifestava attraverso le parole di mio padre». Perché la gente entra a far parte di una setta?«Non direi che la gente entra a far parte di una setta, direi che viene reclutata e si tratta di una differenza di cruciale importanza, alla base del mio studio. In genere pensiamo che se una persona è sana dal punto di vista psicologico o intelligente non entra a far parte di una setta, ma è una convinzione del tutto infondata. Le sette possiedono tecniche di controllo della mente che, unite alla menzogna e all’inganno, sono praticamente irresistibili. Si tratta di sistemi molto sofisticati: se sei una persona colta ti parlano di cultura, se sei un tipo spirituale di spiritualità e così via. Io per esempio mi ero appena separato dalla mia fidanzata e venni avvicinato da un gruppo di donne che non dissero chiaramente di essere seguaci di Moon. Se avessi saputo che le persone che mi avevano avvicinato facevano parte della setta di Moon sarei stato attentissimo a non farmi irretire, ma non è stato così». Come riescono le sette a controllare il comportamento degli individui?«Seguono quello che chiamo il bite model e la sigla bite sta per behaviour, “comportamento”, information, “informazione”, thought, “pensiero”, emotion, “emozioni”. Controllando tutte queste sfere della vita di un individuo, le sette controllano l’individuo stesso, dando vita a una pseudoidentità, una identità fondata su un diverso sistema di valori da quello che l’individuo aveva seguito fino a quel momento. Poiché si tratta di una pseudoidentità, essa dà origine a allucinazioni e stati psicologici anormali, ma queste esperienze insolite vengono considerate dalla persona che le vive come esperienze spirituali.Un punto molto importante da sottolineare è che la pseudoidentità sopprime, ma non elimina la vera identità dell’individuo. La pseudoidentità dei seguaci di un culto è costruita sulla identità del leader. I seguaci pensano, sentono e agiscono come il leader». Un po’ come avviene con i bambini nei confronti dei genitori.«Sì, con l’unica differenza che mentre la dipendenza dei bambini dai genitori li aiuta a entrare nella realtà e dovrebbe alimentare la loro individualità, i loro interessi specifici, le loro capacità specifiche, nel caso dei seguaci di uno di questi culti le caratteristiche dell’individuo vengono smantellate e la realtà viene allontanata. A me veniva insegnato per esempio che non avevo più genitori, che Moon e sua moglie erano i miei nuovi genitori, che la poesia, la scrittura, il basket erano cose sataniche perché non andavano di pari passo con le esigenze della mia nuova fede. I miei amici, che rifiutavano di essere indottrinati come me costituivano una influenza satanica, così come i miei capelli lunghi: Dio aveva altri piani su di me». I leader della setta sono consapevoli del fatto che stanno plagiando gli adepti o sono loro stessi convinti delle idee con le quali controllano le menti dei seguaci?«Per la mia esperienza la loro mente non funziona in modo diverso da quello della mente degli adepti, insomma non sono consapevoli che i seguaci sono quasi vittime disposti a fare tutto quello che il capo vuole, al contrario, la totale fiducia dei seguaci alimenta in loro la convinzione di essere persone meravigliose: è una specie di delirio collettivo del quale sia capi che seguaci fanno parte».

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