Sabato 12 ottobre 2013 27ª Settimana del Tempo Ordinario

  • VANGELO (Lc 11,27-28)
    Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha
    portato e il seno che ti ha allattato!». Ma Egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la
    osservano!». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Poche parole per dirci una verità importante: la Madre ci conduce sempre al Figlio. È preferibile incontrare
    la Madonna per conoscere meglio Gesù, Lei infatti ha il compito di presentare il Figlio ad ogni creatura. Una
    presentazione che non avviene sensibilmente, è lo Spirito ad agire invisibilmente ma efficacemente. Non si avverte se non quando si prega abbondantemente.
    Il Vangelo ci dice che una donna ha espresso una lode a Gesù per la Madre che Lo aveva dato al mondo,
    senza sapere che Lui come Dio aveva creato il mondo e tutto ciò che esiste. Davvero difficile riuscire a raggiungere questa Verità quando avvenne questo episodio. Comunque la donna ha intuito che Gesù parlava non
    come i Profeti antichi, alle parole Lui univa molti miracoli. Le sue parole erano Spirito e Vita.
    Le parole sono utilizzate per amare o per far male, possono arrecare gioia o dolore, fanno scaturire
    sempre un effetto.
    Spesso si parla senza pensare a cosa si dice, si parla di continuo anche senza argomenti, oppure su una banalità si rimane a curiosare e a perdere tempo. Lo so per quanto mi viene riferito dalle persone, comunque fa parte
    della conoscenza spirituale anche questo aspetto e bisogna dare consigli mirati per un maggiore controllo e il
    superamento dell’inclinazione a voler parlare senza vigilanza.
    Occorre una costante verifica personale, una riflessione sul tempo sprecato inutilmente e sul contenuto
    dei dialoghi con gli altri.
    Qui si comprende il tipo di spiritualità che si vive, se c’è un impegno costante o se molte parole scappano in
    libertà e causano disastri, comunque incomprensioni. Non c’è parola più importante di quella che non si pronuncia. Questo non deve indurre al silenzio, non è questa la soluzione al troppo chiacchiericcio, quando si controllano le parole che si devono pronunciare non c’è più alcun problema.
    Quando diventa costante la verifica personale, bisogna valutare l’intenzionalità delle parole pronunciate. Una
    buona parola può nascondere una cattiva intenzione, oltre all’ipocrisia c’è anche da valutare una segreta avversione verso qualcuno/a.
    Non si tratta di fare silenzio, si deve parlare quando è necessario e utile a sè e agli altri, parlare quando si
    comprende che fuoriesce insieme alle parole molto amore. Dialogare su fatti e persone, senza utilità spirituale e
    umana, senza donare qualcosa di buono agli altri è una grande perdita di tempo. E si può anche peccare con facilità senza il controllo della lingua.
    Il controllo di sè determina una diminuzione di sbagli verso i familiari e tutti gli altri, si vive meglio con se
    stessi e con chi è accanto. È piacevole sentire parole edificanti o in un discorso di qualsiasi argomento tutto è
    condito dall’amore e mai dai giudizi.
    È più facile per ogni persona avere l’inclinazione ai giudizi e alla mormorazione, ma non si deve condannare
    chi sbaglia, anche perchè non si conoscono le sue intenzioni. Se le parole sono gravi si deve però riprendere chi
    le pronuncia. Sbagliare è comprensibile ma se è uno stile di vita non si deve favorire con l’ascolto, bisogna richiamare il linguaggio cattivo o condito.
    Chi si comporta così danneggia la sua anima e causa sofferenze, si creano incomprensioni e le parole
    libere arrivano dovunque.
    Se non bisogna meravigliarsi se qualcuno dice qualche parola in più, noi dobbiamo avere un attento controllo sulle parole che si esprimono. Non dobbiamo mai causare sofferenze con le parole in libertà, si deve amare la
    verità e pronunciarla sempre, anche se in qualche circostanza è prudente aspettare per capire l’occasione migliore e le condizioni opportune.
    Gesù ci indica che il miglior linguaggio è il “sì,si,no,no”, il di più è pericoloso. Il di più indica le parole da
    evitare. Meglio il silenzio.
    La donna del Vangelo elogia Gesù e benedice la Madre, afferma poche sapienti parole. Gesù si compiace di
    questo ma precisa che per Lui è beato chi osserva la sua Parola. Dicendo questo sapeva bene che proprio sua
    Madre la osservava perfettamente, è stata l’unica Creatura a vivere il Vangelo.
    Siamo tutti in cammino e nessuno deve abbattersi se ancora sbaglia e non controlla le parole, adesso
    conosce che anche qui c’è una lotta da portare avanti, la debolezza alle volte schiaccia e si parla senza
    controllo. Nella Confessione ci si rialza e si prosegue.
    CONTINUIAMO LE INTENSE PREGHIERE ALLA MADONNA CON LA RECITA GIORNALIERA DEL SANTO ROSARIO PER ME, PER VINCERE L’ATTACCO PORTATO DA SATANA, SCIOGLIENDO QUESTO NODO OPPRESSIVO. CHI
    MI VUOLE BENE, PREGHI MOLTO PER ME.
    Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
    Proposito
    Pregherò perchè il mistero dell’Amore di Gesù che viene a salvarci, sia conosciuto da tutti.
    Pensiero
    La tentazione non ha mai tanta forza contro di noi come quando ci trova oziosi (San Francesco di Sales).

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