Archivio Mensile: Luglio 2023

Il perdono arriva a tutti i peccatori che lo chiedono – 31 Luglio 2023 0

Il perdono arriva a tutti i peccatori che lo chiedono – 31 Luglio 2023


Lunedì 31 luglio 2023

XVII Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 13,3135)

Il granello di senape diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il Regno dei Cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il Regno dei Cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Stiamo ancora meditando il capitolo 13 di San Matteo, è un discorso parabolico non molto complesso ma non per tutti. «Egli parlò loro di molte cose in parabole». Abbiamo compreso la ragione della scelta di Gesù, che rimane addirittura un infinito atto di misericordia verso gli indegni, coloro che non Lo accettavano e covavano grande odio verso di Lui.

Questo discorso parabolico si riferisce ovviamente alla proprietà della parabola, che il Signore utilizzava per quanti si rifiutavano di accogliere i suoi insegnamenti, anche se rimanevano ad ascoltare ma con finalità offensive, indagatrici e malvagie.

Questo capitolo 13 è molto interessante per comprendere la ragione dell’incapacità che hanno molti cristiani di afferrare il vero significato delle parabole di Gesù. Molti cristiani non le comprendono per una sorte di resistenza magnetica alla vera preghiera, alle letture spirituali, alla conoscenza della vita spirituale e delle virtù da acquisire.

Non è possibile mettere in pratica le virtù senza conoscerle, senza intuire i metodi corretti per giungere alla santa abitudine di forgiarsi.

È lo Spirito Santo che plasma il cristiano e lo aiuta nella rinascita spirituale per possedere gli stessi sentimenti di Gesù e una tempra granitica.

NON È FACILE ABBANDONARE LA VECCHIA MENTALITÀ E INTRAPRENDERE UNA NUOVA VITA IMPRONTATA SUL VANGELO, PER QUESTO I SACERDOTI DEVONO AVERE MOLTA COMPRENSIONE VERSO I PECCATORI PENTITI ED ACCOMPAGNARLI CON GRANDE AMORE NEL CAMMINO DI FEDE.

I peccatori pentiti sono preziosi davanti a Gesù, essi erano perduti come il figliol prodigo e ritornano umiliati in Chiesa per chiedere perdono al Padre.

Il perdono arriva a tutti i peccatori che lo chiedono, quanti scoprono il vero senso della vita e non corrono più dietro tante strane esigenze che affiorano alla mente e che diventano assillanti in quanti non hanno il pieno controllo della loro volontà.

Ogni essere umano è chiamato a grandi cose, tutti riceviamo talenti in abbondanza per viverli, ma se non se ne ha conoscenza, rimangono disattivati. I cristiani più degli altri hanno moltissime possibilità per trasformare il mondo dal di dentro, diventando come lievito nella massa.

Oggi Gesù in pochi versetti narra due parabole che hanno come obiettivo quello di evidenziare la bellezza e la vastità del Regno dei Cieli. Egli dice che è simile a un granello di senape e al lievito, spiega che il granello è quasi invisibile quando si semina ma negli anni diventa un albero maestoso, «tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

Il lievito è poca cosa in confronto alla farina utilizzata, eppure ha la capacità di farla crescere, moltiplicare. Senza questo poco lievito la massa sarebbe rimasta inutile, immangiabile, inservibile.

Il nostro stare sulla terra non deve essere indifferente: dobbiamo avvicinare gli altri a Gesù Cristo.

Una piccola quantità può diventare immensa, espandersi ovunque e toccare ciò che è atrofizzato per farlo rinascere. La Fede cresce a dismisura e si moltiplica se il cristiano comincia a proclamare dappertutto il messaggio di Gesù, per farlo arrivare a quelli che non Lo conoscono.

PARLIAMO DI GESÙ A TUTTI QUELLI CHE CONOSCIAMO, UNO AD UNO, COME FECERO I PRIMI CRISTIANI CON I LORO AMICI, CON I LORO FAMILIARI, CON I COLLEGHI E I VICINI. I PRIMI CRISTIANI, VERO FERMENTO PER UN MONDO DISGREGATO, FECERO SÌ CHE LA FEDE IN BREVE TEMPO SI DIFFONDESSE NELLE FAMIGLIE, NEL SENATO, NELL’ESERCITO E PERSINO NEL PALAZZO IMPERIALE.

Ovunque siamo dobbiamo proporci di dare il buon esempio, che scaturirà con semplicità e naturalezza dal nostro modo di comportarci.

Gesù è sempre in attesa a braccia aperte di quanti si pentono e si abbandonano al suo Sacratissimo Cuore.

I genitori sono responsabili sia dell’educazione religiosa dei figli sia della loro crescita umana. Una vita equilibrata e sincera da parte dei genitori, senza falsità e omissioni, rende i loro figli spirituali, equilibrati e felici, essi crescono con grande serenità, forza d’animo, coerenza, religiosità.

La pace interiore e l’armonia in famiglia sono odiate dai diavoli, essi attaccano di continua ogni famiglia con modalità accattivanti e molto ingegnose.

I pensieri contrari al Vangelo, alla preghiera, alla meditazione della Parola di Dio, sono instillati nella mente dai diavoli. Reagite con la preghiera e il rifiuto! Prendete la Corona del Santo Rosario e i demoni fuggiranno da voi.

Nelle tentazioni, fatevi piccoli segni di Croce sulla fronte e invocate il Sacro Cuore di Gesù, recitate almeno tre Ave Maria e sarete sempre vincitori.

Io sono vicino a tutti voi che leggete, chiedo a Gesù ogni bene possibile per ognuno di voi, prego ogni giorno per quanti pregano per me e per tutti coloro che mi chiedono preghiere.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

Nel nostro sito numerosi articoli interessanti, libri e altro:  www.gesuemaria.it

Il superfluo appesantisce il cuore e diventa indurito – 30 Luglio 2023 0

Il superfluo appesantisce il cuore e diventa indurito – 30 Luglio 2023


Domenica 30 luglio 2023

XVII Domenica del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 13,4452)

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il Regno dei Cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il Regno dei Cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli Angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed Egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del Regno dei Cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Tre volte nel Vangelo di questa domenica si parla del Regno dei Cieli. Gesù aveva già annunciato fin dall’apparire sulla scena pubblica la necessità di questa conversione ad un nuovo modo di vivere: «Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino!» (Mt 3,2).

Nelle sinagoghe ebraiche, generalmente sale quadrate, ogni sabato gli ebrei si riunivano per leggere la Sacra Scrittura e pregare. Quando uno dell’assemblea chiedeva di poter parlare, gli era concesso dal capo della sinagoga.

Gesù si avvaleva di questa possibilità per annunciare «la buona Novella del Regno», per esortare tutti alla conversione proprio in vista del Regno dei Cieli, che Egli diceva, «è vicino». Sul significato temporale di vicino molti cristiani oggi trovano un po’ di confusione e non inquadrano chiaramente le parole del Signore. Più avanti in questo testo troviamo la spiegazione.

A quel tempo chi udiva nella sinagoga l’annuncio di Gesù, Lo considerava anche come il Messia venuto a portare la liberazione del popolo di Israele che gemeva sotto il dominio dei romani. Ma Gesù parlava di un Regno dei Cieli, di un Regno di Dio.

Che cosa vale di più nella vita? La vera saggezza è quando si riconosce il Regno dei Cieli, e ciò che conta nella persona è la saggezza, essa diventa presente dando grande importanza all’annuncio di Gesù. Nell’uomo c’è il desiderio di trovare qualcosa che soddisfi tutte le sue esigenze e cerca secondo il suo lavoro. I tre delle tre parabole cercano perché vogliono elevare la loro vita.

L’uomo trova il tesoro nel campo ed è un colpo di fortuna; la stessa cosa si può dire del mercante che trova nel campo che ha comprato le perle preziose, è l’incontro improvviso con l’oggetto tanto desiderato; o il pescatore che va in mare e non ha alcuna certezza di ritornare con la barca piena di pesci. La fortuna del pescatore sono tutti i pesci pescati ma poi deve fare una selezione e buttare in mare i pesci non buoni. Non tutto ciò che si trova o si conosce è buono.

La piena diversità si trova in questa ultima espressione. Gesù non intende un Regno terreno, non è quel regno di Davide in cui se ne faceva parte anche senza convertirsi. La condizione per entrare nel Regno di Gesù è la vera conversione della vita.

Convertirsi vuol dire cambiare modo di pensare e mettere al centro Gesù e i suoi insegnamenti.

In Matteo 4,9 troviamo la spiegazione del Regno dei Cieli e la leggiamo: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».

Quando Gesù chiamò Simon Pietro e Andrea a seguirLo, e disse che li avrebbe fatti «pescatori di uomini», essi non compresero tutta la portata di quella vocazione. Gesù li avrebbe associati a sé in un’azione di proselitismo come era stata quella di Profeti come Giovanni Battista, ma non potevano immaginare a quali compiti Gesù li chiamava.

La «buona Novella» consisteva in questo «lieto annuncio» portato da Gesù e che Lui presentava come insegnamento, abbastanza diverso da quello che era stato fino allora l’insegnamento degli scribi.

Oggi nel Vangelo Gesù presenta due aspetti diversi del Regno dei Cieli: è la Grazia di Dio nell’uomo, che è come dire, il suo Spirito, la certezza che Egli chiama a partecipare alla sua stessa vita, quindi alla vita eterna.

Questo è il «lieto annuncio» dato da Gesù: credere a Lui, significa essere già entrati nel Regno dei Cieli, potersi considerare cittadini di questo Regno che è il Regno di Dio. Credere in Lui deve comunque comportare l’obbedienza ai suoi insegnamenti.

Questa novità, questa esperienza spirituale, è un tesoro talmente grande che basta da solo a soddisfare il desiderio di ricchezza o, se vogliamo, a colmare ogni povertà, sul piano spirituale. Allora, tutto ciò che prima era ritenuto come valore, rispetto al tesoro portato da Gesù Cristo, conta ben poco.

Anche a quel tempo chi comprava un campo diveniva proprietario di tutto ciò che quel campo conteneva: ecco perché Gesù dice che  uno compra addirittura tutto il campo nel quale trova un tesoro perché esso vale più di tutto quanto possiede.

Lo scriba del Vangelo di oggi divenuto discepolo del Regno dei Cieli viene paragonato a un padrone di casa che possiede un tesoro di cose nuove ed antiche. È la sua Fede nuova in Gesù e la conoscenza delle antiche Scritture.

Questo scriba è un uomo risorto alla Grazia di Dio per avere accolto Gesù nella sua vita ed avere abbandonato la sua mentalità.

Poi Gesù spiega che come alla fine del mondo gli Angeli separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti, lo stesso deve fare il cristiano con tutto quello che possiede in più, che non è necessario.

Il superfluo appesantisce il cuore e questa condizione lascia il cuore indurito.

Per spiegare i primi tre esempi del significato del Regno dei Cieli, Gesù indica nella separazione dei cattivi dai buoni, la separazione di ciò che è veramente importante nella nostra vita da quanto invece è non indispensabile, il soprappiù, i capricci della vita.

Gesù ci invita a focalizzare il vero tesoro che arricchisce l’anima, la propria vita ed è la sua Grazia! Questa Divina presenza nel cristiano trasfigura giorno dopo giorno, lo illumina e gli facilita la comprensione della realtà come essa è, e delle scelte migliori da compiere.

Questo spiega che tutto quello che circonda la nostra vita deve essere valutato con lo sguardo di Dio, perché chi lascia i suoi idoli o cose materiali non importanti ma a cui ha legato il cuore, trova un tesoro nascosto meraviglioso che è l’abbondanza della Grazia di Dio, trova le perle preziose che rendono gioiosa l’anima e la glorificano nella beatitudine eterna.

Facciamo come i veri pescatori che mettono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Gesù ripete ancora: «Avete compreso tutte queste cose?».

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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Le preghiere di Marta per la risurrezione di Lazzaro – 29 Luglio 2023 0

Le preghiere di Marta per la risurrezione di Lazzaro – 29 Luglio 2023


Sabato 29 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

Santa Marta

+ VANGELO (Gv 11,1927)

Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se Tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa Tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in Me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in Me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

In questo brano del Vangelo vediamo che le parti si sono invertite: prima era Maria a restare ai piedi di Gesù in atto di adorazione e Marta era più distratta mentre lavorava per preparare il pranzo con i servi in onore del Maestro; adesso Maria Maddalena è ferma in casa e non corre ad accogliere il Signore, mentre Marta è vicina a Lui per «lamentarsi» della morte del fratello Lazzaro.

Il motivo della scelta di Maria Maddalena di rimanere in casa invece di correre incontro a Gesù, non fu una irriverenza, innanzitutto dimostra una spiritualità più solida e riflessiva, una forte volontà che Le permetteva di agire con equilibrio e saggezza.

La morte del fratello Lazzaro causò un dramma in Maria Maddalena, era morto non solo il tanto amato fratello, per Lei era stato come un padre e lui aveva lungamente pregato e pianto per la conversione della sorella. Maria Maddalena dinanzi a quella che considerava una sciagura, aveva anche modo di riflettere sulla dissipazione della vita condotta e di tutti i dispiaceri causati soprattutto a Lazzaro.

In queste circostanze riaffiorano i ricordi che sembravano svaniti ma non c’è cancellazione, semmai oblio. La potenza del Sacramento della Confessione può rimuovere i ricordi dolorosi del passato, dipende dalle disposizioni interiori del penitente. Il pentimento è indispensabile, poi l’assoluzione oltre a cancellare tutte le colpe commesse, permette la guarigione delle ferite morali.

Anche se rimangono le pene da espiare a causa dei peccati, è grande la gioia nell’anima in Grazia di Dio e niente è più importante di questo.

Marta al contrario di Maria Maddalena «gli andò incontro», combattuta su due fronti: voleva dire a Gesù che per lei, Lui rimaneva sempre il Figlio di Dio, nonostante la morte di Lazzaro; inoltre, doveva sfogare tutta la sua afflizione per la morte di Lazzaro, convintissima che se Gesù fosse stato lì nei giorni precedenti, non sarebbe morto. Questa è una grande prova di Fede.

LAZZARO PRIMA O POI DOVEVA MORIRE, MA NON ERA ANCORA ARRIVATO IL MOMENTO.

Gesù si trovava lontano da Betania e saputo della morte di Lazzaro, non si affrettò a recarsi a Betania ma si intrattenne in quel luogo proprio per fare trascorrere quattro giorni. Erano quattro i giorni per stabilire l’avvenuta morte di una persona, e se Gesù si fosse recato anche un giorno prima, i suoi nemici avrebbero potuto dire che Lazzaro non era in realtà morto.

Maria Maddalena era rimasta seduta in casa nell’atteggiamento di preghiera e non di delusione, era affranta dal dolore e rimaneva abbandonata in Dio, senza abbattersi né recriminare.

È l’atteggiamento della perfetta discepola, non straparla né farnetica, ma accetta l’avvenimento come Volontà di Dio.

Maria Maddalena rimase in casa senza recriminare con Gesù, come invece aveva fatto amabilmente Marta, questo manifestava l’elevata spiritualità raggiunta in poco tempo dall’ex peccatrice pubblica. È il Vangelo a dirlo, presenta una donna che è riuscita a dominare il dolore intenso e trovava in Gesù il balsamo che Le donava una grande pace.

Discorso diverso per Marta. Ella era sempre in movimento per la casa quando Gesù si recava a Betania, e preparava da mangiare, ordinava la casa, si preoccupava di continuo di tutto, dava disposizioni, controllava le dispense ma quando pregava? Anche se la sua bontà era già preghiera, arrivò gradualmente alla contemplazione.

La spiritualità non ancora profonda ma intensamente piena di amore verso Gesù, in Marta si è manifestata proprio nel momento della sofferenza e venne fuori con genuinità. Anche se un po’ ha recriminato sull’assenza di Gesù, nelle sue parole era presente una Fede profonda in Lui, quindi, ha compiuto un grande atto di Fede. Gliene và dato merito.

All’inizio manifestò un’apparente lamentela: «Signore, se Tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». L’afflizione Le fece dire questo, sapeva bene che il Signore poteva compiere l’impossibile e guarire in un attimo Lazzaro. Per questo ella si lamentò, come a dire: Tu che puoi tutto non eri qui presente mentre il tuo carissimo amico moriva.

Dopo questo iniziale rammarico, affermò quello che veramente avvertiva interiormente e lo manifestò con una grande Fede: «Ma anche ora so che qualunque cosa Tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».

Erano comunque trascorsi quattro giorni dalla morte di Lazzaro, non si trattava solo di una risurrezione da morte, ma della ricreazione delle parti del corpo consumate dalla decomposizione.

Un miracolo ancora più grande della guarigione dalla lebbra a tantissime persone guarite da Gesù, prive di alcune parti del corpo perché consumate dalla malattia ma i lebbrosi erano vivi. Lazzaro era morto da quattro giorni.

Gesù aveva già deciso di risuscitare da morte il caro amico Lazzaro e non sono state le parole di Marta a convincerLo, comunque ella fece una grande professione di Fede in Lui: «Sì, o Signore, io credo che Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo».

Gesù a tutti pone la domanda per suscitare o rafforzare la Fede, è la condizione per l’azione dello Spirito Santo. «Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in Me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in Me, non morirà in eterno. Credi questo?».

Crediamo noi fermamente questo e lo professiamo ogni giorno con convinzione?

Nessuno viene lasciato solo se crede in Gesù Cristo. In ogni circostanza Lui rimane accanto ai credenti pieni di Fede e guarisce, protegge, libera!

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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Ascoltare o sentire la Parola di Dio? – 28 Luglio 2023 0

Ascoltare o sentire la Parola di Dio? – 28 Luglio 2023


Venerdì 28 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 13,18-23)

Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Nel capitolo 13 di San Matteo iniziano una serie di parabole che costituiscono l’insegnamento più vivace di Gesù. La parabola era un genere letterario caro ai semiti, ma Gesù ne fece uno strumento efficacissimo per far ritenere i suoi insegnamenti anche a coloro che erano semplici e con poca cultura.

La parabola del seminatore considera una realtà che era sotto gli occhi di tutti. Il grano si seminava a novembre: i campi di grano erano percorsi da stradicciole per il passaggio dei contadini; a volte la roccia affiorava sul terreno che non era molto profondo e lungo quelle stradicciole crescevano siepi di rovi.

Quale immagine più efficace per rappresentare la sorte del «seme» della Parola nelle anime?

Non sarebbe bastato annunciare il Vangelo: bisognava tener conto della recettività ad esso da parte delle creature umane: alcune preda dell’astuzia di satana, altre incostanti, altre incapaci di vincere le passioni disordinate. E infine «la buona terra», coloro che avrebbero creduto alla Parola di Dio in modo da farla fruttificare secondo il volere del Signore, in misura maggiore o minore.

È un quadro obiettivo e realistico dell’umanità: Gesù lo contempla e induce i suoi discepoli a fare altrettanto. Ma non è questo che ci stupisce, bensì la risposta che Gesù diede alla domanda dei suoi discepoli: «Perché parli loro in parabole?».

Il Signore non faceva comprendere il suo messaggio a quanti non meritavano nulla da Dio, quelli che già erano disposti maliziosamente contro Dio e oggi contro la sua unica Chiesa.

Vogliono demolire la Chiesa di Gesù ma il Signore interverrà e la sua Chiesa ritornerà pura e santa, come nei primi secoli cristiani.

Mentre chi segue Gesù riesce a comprendere la sua Parola ed ascolta con interesse, compie il cammino di avvicinamento a Dio e viene visitato dallo Spirito Santo. 

«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore». L’ascolto comprende l’assimilazione, invece si può sentire anche un discorso o un comando senza capire, acquisire, recepire, fare proprio il contenuto.

Mancando il desiderio di osservare questa Parola, in certi casi è inutile sentirla, per la noia che assale e il forte disinteresse.

Il sentire non sempre è dolce e si dimentica presto quanto non arreca piaceri alla persona.

Per ascoltare deve essere presente un interesse e nel caso della Parola di Dio è la migliore disposizione interiore per assimilarla, farla propria.

L’ATTEGGIAMENTO DELL’ASCOLTO DEL VANGELO INDICA INTERESSE E MATURITÀ, È LA BASE FONDAMENTALE PER AMARE GESÙ E LA MADONNA. LA SCOPERTA DELLA NECESSITÀ CHE ABBIAMO DI PREGARE PER RINGRAZIARE DIO, PER RICEVERE QUEI DONI INDISPENSABILI E PER VIVERE SOTTO LE SUE ALI, È L’AVVENIMENTO CHE DÀ UNA STERZATA ALLA VITA.

L’ascolto della Parola comporta la presenza della volontà di voler cambiare stile di vita, ricorrendo ad un aiuto straordinario come è l’esame di coscienza, per rivedere lucidamente cosa si è compiuto nella giornata e, soprattutto, con quale spirito, con quale interesse, con quale finalità. Se l’agire era guidato dalla sincerità oppure era presente uno spirito diverso da quello di Dio.

La scoperta degli errori non deve abbattere né considerare difficile il cammino, bisogna rialzarsi sempre ed è Gesù ad aiutare, Lui tende sempre le braccia ai peccatori pentiti. Solo con molti sforzi si possono raggiungere risultati meravigliosi nella vita.

Ora noi sappiamo che Gesù ci dona tutto l’aiuto che chiediamo, ci sorregge e libera dai pericoli in modo più deciso delle nostre preghiere. Gesù vuole la nostra felicità in questa vita e ci dona tutte le possibilità per raggiungere un elevato stato spirituale. Ci indica nella parabola del seminatore il modo per diventare terreno buono.

La parabola del seminatore è un quadro obiettivo e realistico dell’umanità: Gesù lo contempla ed invita i suoi discepoli a fare altrettanto.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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L’uomo tende a scegliere la via ampia – 27 Luglio 2023 0

L’uomo tende a scegliere la via ampia – 27 Luglio 2023


Giovedì 27 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 7,6.1214)

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

È molto difficile riuscire a individuare il comportamento da adoperare quando un familiare non è credente o indifferente alle cose di Dio.

In certi contesti non si sa quando e se parlare della Messa e della necessità di pregare oppure fare silenzio per non urtare quel familiare. C’è sempre tanta sofferenza nel vedere un familiare lontano dalla Grazia di Dio e confuso nel mondo pagano.

Il cattolico più spirituale si preoccupa dell’anima del coniuge o dei figli e teme per la loro dannazione eterna. Se da un lato questa preoccupazione spinge a pregare molto per i familiari, c’è comunque da valutare la gravità della lontananza da Dio, il numero dei peccati che aumentano e così diminuisce la possibilità di pentirsi e ritrovare Dio.

«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi».

La citazione dei due animali indica che ad essi bisogna dare da mangiare quello che è adeguato alle loro necessità, è impensabile dare da mangiare libri o oggetti sacri ai cani, oppure far mangiare ai porci le perle preziose.

Come non si danno queste cose ai due animali, così è sbagliato cercare di convincere dell’esistenza di Gesù chi Lo disprezza intenzionalmente e mostra avversione verso il sacro. È solo una perdita di tempo e l’insistenza potrebbe anzi chiudere ancora di più il suo cuore.

Il dialogo con un ateo o ancora peggio con chi bestemmia Dio in molti modi, è infruttuoso e se ascolta qualche consiglio è già qualcosa. Poi bisognerà pregare per la sua conversione e qui agisce la Grazia di Dio e i miracoli avvengono.

LA REGOLA D’ORO DEL VANGELO, SICURAMENTE LA MIGLIORE OPERA CHE COMPIE L’UOMO È DI FARE DEL BENE ALLO STESSO MODO IN CUI LO DESIDERA PER SÉ. «TUTTO QUANTO VOLETE CHE GLI UOMINI FACCIANO A VOI, ANCHE VOI FATELO A LORO».

Non si trova scritto in nessun testo delle altre religioni, troviamo invece «l’occhio per occhio», e il comando di «tagliare la testa agli infedeli».

Solo Gesù Cristo esprime questa regola piena di amore infinito, da queste parole deduciamo che non è un semplice uomo, non è una divinità inventata dagli uomini, Egli è l’Onnipotente che ama le misere creature che scorrazzano nel mondo.

Fuori dal Cristianesimo si trova un linguaggio diverso se non opposto, non c’è un amore incondizionato ma riti e obblighi imposti dagli uomini che scatenano l’orgoglio e le dispute tra loro e i loro nemici diventano sempre più sanguinose.

Anche se Gesù ci propone la via angusta in questo nostro pellegrinaggio terreno, ci ha promesso la felicità eterna a chi la intraprende. L’atteggiamento migliore per praticare questa via angusta è la temperanza e la mortificazione.

La nostra vita è come un cammino che ha termine in Dio, si tratta di un cammino breve. Quel che soprattutto importa è che, al nostro arrivo, ci venga aperta la porta e possiamo entrare. In questa vita siamo noi a stabilire quale via scegliere e la destinazione eterna, non è sempre corretto dare la responsabilità ad altri.

Nella vita di ogni persona si presentano due vie, due atteggiamenti di vita: cercare quel che non richiede fatica, che risulta piacevole, accontentare il corpo e fuggire il sacrificio e la penitenza; oppure, cercare la Volontà di Dio benché costi sforzi e rinunce, custodire i sentimenti e dominare il corpo.

Siamo veri pellegrini in questo mondo, ognuno sceglie il percorso della sua vita, segue un sentiero spirituale o una strada larga e spaziosa.

Il sentiero spirituale è conosciuto dai buoni, dai cristiani che arrivano alla temperanza e alla mortificazione anche dopo anni di preghiera, l’importante però è arrivarci. Gesù è paziente, attende con trepidazione la conversione di tutti, continua ad offrire all’umanità molte possibilità di salvezza eterna.

I non credenti non avvertono la necessità di mettere in pratica alcune virtù essenziali o di rinunciare a ciò che piace. Essi non seguono i valori cristiani e non trovano alcuna ragione per compiere quelle rinunce che purificano dai vizi ed esaltano i talenti.

Noi abbiamo tanti motivi per rinunciare anche a quelle cose che effettivamente non ci rendono felici ma solo soddisfatti per poco tempo, per il possesso di qualcosa che piace o per scelte di vita che apparentemente danno soddisfazione mentre nel tempo diventano pesanti e insostenibili.

Questa è la vita dei pellegrini che portano quanto basta e si soffermano poco nelle cose perché vanno di fretta, oppure dei mondani che rimangono invischiati nella comodità, nel piacere, nei beni temporali utilizzandoli come fini e non come semplici mezzi.

Una strada conduce al Cielo; l’altra conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa e si perdono già adesso.

Dobbiamo chiederci spesso su quale via ci siamo incamminati e dove siamo diretti.

Pur con qualche sviamento e debolezza, siamo diretti al Cielo? È la via angusta quella che stiamo percorrendo? Viviamo abitualmente la temperanza e la mortificazione, i piccoli sacrifici? Qual è realmente il fine delle nostre azioni?

L’uomo tende a scegliere la via ampia, la strada comoda della vita, anche se possiede pochi beni. Preferisce la porta larga, che non conduce in Cielo: spesso si butta sulle cose smodatamente, senza regola né temperanza.

La Via che Gesù ci indica è allegra, vi si incontra anche la croce, il sacrificio, la temperanza (equilibrio, virtù, controllo di sé) e la mortificazione (rinuncia, sacrificio, penitenza). È assolutamente necessaria la temperanza in questa vita per poter entrare nell’altra, dove si trovano per l’eternità, senza mai aver fine, la felicità, la beatitudine e la visione di Dio!

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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I Santi genitori della Madonna – 26 Luglio 2023 0

I Santi genitori della Madonna – 26 Luglio 2023


Mercoledì 26 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

Santi Gioacchino e Anna

+ VANGELO (Mt 13,19)

Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a Lui tanta folla che Egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù semina di continuo nel terreno che è il mondo, questa semina è la sua Parola. È un nutrimento indispensabile per chi vuole incontrare veramente Dio, solo da Lui ci arriva la pace interiore e la vera felicità.

Un nutrimento che l’anima ricerca e desidera più di ogni cosa, e solo la Parola di Dio infonde certezza spirituale nella vita e un appagamento che risulta impossibile riceverlo dalle cose materiali. L’anima anela a Dio naturalmente, Lui è il suo Creatore e questa tensione dell’anima permane nelle persone che non rifiutano Dio.

In coloro che rifiutano Dio, avviene come una «disattivazione» delle importanti funzioni spirituali dell’anima che alimentano la coscienza.

L’anima è il principio vitale comune a ogni essere vivente. Per la teologia cattolica l’anima è personale, libera di scegliere il Bene e il Male, immortale, soggetta a una sola vita terrena senza possibilità di reincarnazione dopo la morte, presente da sempre nella mente di Dio come idea-progetto di amore per il singolo e per il bene di ogni vivente, ma che non preesiste al corpo ed inizia a «vivere» col nascituro.

L’anima avvolge ogni minima parte della persona, dà vita al corpo e senza essa il corpo non potrebbe sussistere. Il corpo è la forma dell’anima, in quanto il corpo fisico è visibile e permette di rendere visibile non l’anima perché è spirituale, ma la sua presenza.

L’anima è la parte più nobile della persona umana e anche quella più trascurata, infatti al corpo viene offerto ogni confort, una cura spesso esagerata, e molti arrivano all’adorazione permanente del corpo. Esso diventa un idolo a cui dedicare grande parte del tempo e viene trascurata quella parte più nobile costituita dall’anima.

Il corpo merita ogni cura necessaria, bisogna prevenire per evitare di curare, non deve però diventare un idolo.

L’anima si esprime con la parola, fa conoscere i suoi pensieri con il corpo, infatti anche il corpo parla. Il volto è lo specchio dell’anima!

Le opere che si compiono esprimono la coscienza della persona. Non si tratta solamente dello svelamento dello stato della coscienza, le opere indicano anche l’osservanza dei Comandamenti, delle leggi dello Stato italiano, della dignità personale, del rispetto che si deve ad ogni uomo e donna.

La Parola di Gesù vuole radicarsi in ognuno di noi, e in questa parabola parla del seme per fare comprendere meglio in che modo è possibile lasciarla crescere. Gesù parla di un seminatore che «uscì a seminare. Mentre seminava…».

Qui non viene indicato solo il terreno fertile, come farebbe un contadino accorto, ma Dio non fa calcoli come gli uomini e ama indistintamente tutti, semina la sua Parola in tutti i cuori, se poi non viene accolta e fatta fruttificare, non è Lui il responsabile. Dio lascia tutti liberi.

Gesù nella parabola ci parla di diversi tipi di terreno e anche dei rovi che soffocano il seme.

Ognuno di noi può capire se sta accogliendo la Parola di Dio con amore e la vive oppure la rifiuta. È importante per chi vuole compiere un buon cammino spirituale, fermarsi ogni giorno e riflettere sulle opere che compie, sulla vita che conduce.

Nel primo caso (la strada) l’umanità si chiude in sé, prende una via larga e in questa strada infelice perde ogni comunione con Dio.

Nel secondo (terreno sassoso) è superficiale, di tante cose si preoccupa tranne dell’anima e vive come in agonia.

Nel terzo (rovi) è presente l’indecisione anche dinanzi ai continui richiami spirituali e si diventa spinosi, intrattabili.

Nel quarto (terreno buono) si accoglie la Parola e i credenti conoscono la vera vita, si sentono saldamente appagati e pieni di fiducia in Dio.

Gesù vuole piantare la sua Parola nella nostra vita, noi dobbiamo lasciarla crescere con docilità e accortezza. Il Rosario ci aiuta molto!

Quelli che seminano zizzania non si rendono conto dei danni incalcolabili che causano agli altri per le loro parole diffamatorie, impulsive, avventate e scriteriate, sono degli irresponsabili e un pericolo per tutti, ma lo stesso saranno vagliati dalla Giustizia di Dio.

Parlano senza controllo per odio e vendetta, con un sostanzioso sostrato di invidia. Sono pericoli pubblici! Contro i grandi Santi i seminatori di odio dicevano diffamazioni folli. Sui quotidiani degli anni 1920/1930 su Padre Pio scrivevano in prima pagina a caratteri cubitali che era un demonio, il ladro con le finte stimmate, scomunicato dal Sant’Uffizio, era un demonio, aveva molte amanti, plagiava i fedeli, ecc.

TUTTE FALSITÀ CHE «IL MATTINO» DI NAPOLI DIFFONDEVA PER UN DISEGNO MIRATO: DISTRUGGERE LA CREDIBILITÀ DI PADRE PIO ALLONTANARE I FEDELI DA SAN GIOVANNI ROTONDO!

Lo stesso continuano a fare oggi quelle persone che sono esse stesse demoni umani, e con intense dosi di odio e cattiveria vogliono distruggere la dignità delle persone buone, perbene e  spirituali.

La zizzania viene seminata soprattutto quando si avverte in sé invidia, incapacità e limitatezza nei rapporti sociali o interpersonali.

È una condizione che fa disperare molti portatori di zizzania, non sono felici e non lo saranno mai se non si pentono delle loro disonestà. Essi pretendono di far vivere la loro stessa condizione agli altri che non meritano le loro diffamazioni, le cattiverie e le falsità. E chi commette la bestemmia contro lo Spirito Santo non avrà mai perdono, come dice Gesù.

La festa di oggi ci indica nei Santi Gioacchino e Anna i modelli che devono ispirare i genitori cattolici. Per l’umiltà e la loro Fede, sono stati premiati e hanno messo al mondo la più meravigliosa Creatura della storia, diventata Madre di Dio proprio per la sua Immacolata Concezione.

I Santi Gioacchino e Anna intercedono per tutti i genitori che pregano , anche per quelli che nella vita hanno sbagliato o compiuto scelte rovinose ma sono sinceramente pentiti, hanno compreso gli errori e con la preghiera hanno ricominciato una nuova vita.

Gesù è sempre in attesa a braccia aperte di quanti si pentono e si abbandonano al suo Sacratissimo Cuore.

La pace interiore e l’armonia in famiglia sono odiate dai diavoli, essi attaccano di continuo ogni famiglia con modalità accattivanti e molto ingegnose.

Nelle tentazioni, fatevi piccoli segni di Croce sulla fronte e invocate il Sacro Cuore di Gesù, recitate almeno tre Ave Maria e sarete sempre vincitori.

Io sono vicino a tutti voi che leggete, chiedo a Gesù ogni bene possibile per ognuno di voi, prego in particolare ogni giorno per quanti pregano per me e per tutti coloro che mi chiedono preghiere.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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In Gesù tutto l’amaro diventa dolce, sopportabile – 25 Luglio 2023 0

In Gesù tutto l’amaro diventa dolce, sopportabile – 25 Luglio 2023


Martedì 25 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

San Giacomo Apostolo

+ VANGELO (Mt 20,2028)

Il mio calice, lo berrete.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo Regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che Io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed Egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a Me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’Uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Una buona madre ama i propri figli ed è pronta a qualsiasi sacrificio per vederli felici, affermati, e come si dice con una sola parola che contiene tutta la spiegazione delle ansie di tutte le madri, «sistemati».

C’è da vigilare, però, l’amore eccessivo verso i figli può diventare distruttivo e far dire parole inopportune o vantarli senza averne meriti.

Non si possono giudicare le cose o le persone come belle universalmente: ad alcuni possono piacere mentre ad altri no. Alle mamme piacciono sempre i loro figli così come sono, e come dare torto a tutte loro.

Certo le madri più assennate riescono a distinguere l’amore per i figli, come espressione di bellezza di ciò che piace, tenendo presente oltre i meriti anche gli errori, i cattivi comportamenti, le disobbedienze, le fragilità e altro ancora.

I figli si amano veramente trasmettendo solo buoni esempi, educandoli ai valori morali e umani, soprattutto trasmettendo la vera religiosità.

La madre di Giacomo e Giovanni era mossa da un amore imprudente che la portava a chiedere una cosa sbagliata. Ignorava gli altri dieci Apostoli per far premiare i suoi figli, la sua era una richiesta che non si connetteva con il Vangelo di Gesù e per questo Lui rispose: «Voi non sapete quello che chiedete».

I due Apostoli sono pure mossi da un profondo amore verso il Signore ma non hanno compreso che c’è un prezzo da pagare ed è il calice.

Del calice si parla come qualcosa di amaro ma è inevitabile se si vuole arrivare alla propria risurrezione da una vita dissipata ed infelice.

Non è Gesù ad inviare sofferenze, queste arrivano da molte parti in modo spesso imprevedibile e molti di quelli che soffrono spesso sono bravi a cercarsele. Però c’è un effetto: la sofferenza sopportata con amore e speranza diventa quel calice che si beve guardando il Crocifisso ed è una potente preghiera.

In Gesù tutto l’amaro diventa dolce, comunque soavemente sopportabile. Le sofferenze passano ma l’avere sofferto rimane in eterno!

Non ci deve spaventare l’incontro con qualsiasi forma di sofferenza, anzi queste danno una «favorevole» scossa ai cristiani e spingono a pregare con maggiore umiltà e a cercare Gesù e Maria con vera Fede.

Senza qualche sofferenza, molti cristiani che oggi pregano poco o molto, sarebbero disperati o nell’aldilà! Anche i lontani da Dio trovandosi nella sofferenza profonda cercano di aggrapparsi a Dio.

È molto pericoloso non avere riferimenti spirituali in questa vita, non sono le ideologie atee a rendere felici o a formare alla piccolezza del Vangelo, se esse insegnano tutt’altro. Alla piccolezza si arriva con lo stesso percorso compiuto da San Giacomo, un itinerario spirituale che deve prima farci rientrare in noi e conoscerci bene.

Tra gli Apostoli due portavano il nome Giacomo e per distinguerli venivano chiamati il Maggiore e il Minore. Oggi festeggiamo il Maggiore, fratello di San Giovanni Evangelista e figli di Zebedeo, tra i primi discepoli a seguire Gesù e insieme a Pietro i «fortunati» ad assistere da vicino il Signore in diversi momenti straordinari.

Giacomo il Maggiore era un pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Lavorava con il fratello Giovanni e furono chiamati dal Signore, dopo essere stati discepoli di Giovanni Battista. Una chiamata improvvisa ma preparata con la pazienza che solo Dio possiede e che comunica a quanti riescono a dominare l’istinto.

C’è per tutti un percorso ascetico per raggiungere il dominio sull’amor proprio e sulla volontà. È indispensabile impegnarsi nel rinnegamento. Tutti i cristiani sono chiamati a compiere rinunce anche per vincere le tentazioni e dominare la volontà, ma ognuno liberamente decide cosa e quanto offrire a Gesù.

La mortificazione comprende la privazione, la rinuncia, la penitenza e il sacrificio. Su questi termini si fa spesso molta confusione.

La PRIVAZIONE è data quando si è privi di qualcosa che piace e non si cerca, ma che comunque non è determinante per vivere dignitosamente, e si rimane lo stesso nella gioia. La privazione acquista maggiore validità ai fini della vita spirituale, quando ci si priva volontariamente di qualcosa.

La RINUNCIA è, appunto, volontaria ma non ha nessun valore davanti a Gesù se non si attua per amor suo!

La PENITENZA indica un processo di conversione a Dio attraverso il riconoscimento del peccato e il proposito di una vita santa.

È il cammino della conversione e i più fervorosi si impongono, per periodi che stabiliscono, di non fare ciò che piace, considerato come mezzo per una più profonda conversione, o come forma di supplica a Dio, o come mezzo per unirsi alle sofferenze di Cristo.

Il termine SACRIFICIO ha perso, nel lessico comune, l’accezione religiosa per intendere in generale uno sforzo, la rinuncia a qualcosa in vista di un fine. È vero che anche il termine penitenza include il sacrificio, però per penitenza si indica il cammino di conversione mentre sacrificio indica uno stato spirituale già più maturo e in profonda comunione con Gesù.

Le Grazie si ottengono con maggiore facilità quando alla preghiera fiduciosa si aggiungono i sacrifici intesi come privazioni e rinunce.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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Gesù ci dona continui segni della sua presenza – 24 Luglio 2023 0

Gesù ci dona continui segni della sua presenza – 24 Luglio 2023


Lunedì 24 luglio 2023

XVI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 12,3842)

La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da Te vogliamo vedere un segno». Ed Egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del Giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del Giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Quando Gesù affermava parole severe contro alcuni scribi e farisei che pretendevano di vedere un segno da Lui, tutto sommato c’era qualche interesse verso la sua Persona sia da parte di quanti non comprendevano la sua vera identità che dagli odiosi nemici che temevano davvero di trovarsi davanti al Messia.

«Maestro, da Te vogliamo vedere un segno».

Un interessamento malizioso per certi aspetti, almeno da quanto spiega Gesù di loro, però molti suoi nemici Lo rispettavano nonostante la sua nuova dottrina, la quale voleva addirittura completare l’Antico Testamento. Parole tremende risuonavano nelle orecchie degli ebrei, per cui trovare tra essi persone in buonafede era una gradevole sorpresa per Gesù.

Oggi non è assolutamente così, l’ateismo nel mondo è imperante e i sentimenti di avversione verso Dio sono estesamente diffusi, ed è facile individuare la strategia degli anticlericali in ogni settore della vita sociale, economica, politica.

I diavoli hanno preparato il più grande complotto contro Gesù e la sua Chiesa, essi sono potentemente impegnati nell’inoculare dolcemente una profondissima avversità verso tutto ciò che appartiene al Cristianesimo, al sacro, avvelenando tante persone perbene fino ad allontanarle dalla vera devozione a Gesù Cristo e alla Madonna.

Molte omelie di Vescovi e Sacerdoti sono impregnate di sottile modernismo, altri dicono e non dicono, e non esiste un modernismo buono nella Teologia. È stato considerato da Papa San Pio X come «sintesi di tutte le eresie, la più diabolica di tutte le eresie». 

La nuova dottrina che oggi circola con gioia in numerose parrocchie è incentrata sul modernismo, e chi non si allinea viene emarginato dal Vescovo.

Pochissime voci si sentono a difesa del vero Magistero della Chiesa, il timore di rappresaglie canoniche è sempre vivo. Per predicare la sana dottrina occorre coraggio, anche la valutazione di non disperdere le cose sacre: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi»  (Mt 7,6).

Il coraggio della verità si possiede se Cristo vive in noi, se il suo Spirito agisce e spinge a predicare la Verità del Vangelo senza riguardi.

Per esprimere una verità la persona deve possedere i valori morali, è molto difficile sentire da un politico ateo una verità su qualsiasi argomento. Sono i principi non negoziabili a dare qualità alla persona e non il potere o le ricchezze.

La vita della società si fonda su alcuni principi/valori naturali, appunto non negoziabili.

I principi non negoziabili si identificano tali in quanto precedono la società.

Sono non negoziabili perché radicati nella natura umana, sono tutt’uno con la natura umana e li fa emergere solo chi prega ogni giorno e bene, compie la Volontà di Dio. Chi non riesce a trovare in sé i valori morali è privo di equilibrio, lealtà, amore verso il prossimo, bontà, verità e giustizia.

Questo ci preoccupa come cattolici se consideriamo che in molti casi non si trova sincerità in determinati Cardinali e Vescovi, spesso loro sono più interessati a quanto si oppone a Dio, oppure alla politica e il loro linguaggio è lontano o opposto al Vangelo.

È un atteggiamento tipico degli ipocriti sbandierare una solidarietà etico/politica come rimedio efficace al problema della povertà.

Molti che esprimono questa solidarietà vuota e fasulla vivono spargendo fumo, è la parola talismano di quanti non hanno una coscienza. Loro pensano di non essere scoperti nel loro egoismo sfrenato e nel delirio di far parte degli ambienti progressisti. Meglio ancora se sono di ispirazione cristiana.

Questa società si incammina verso il precipizio, non cerca segni da Gesù, anzi rifiuta tutto ciò che appartiene e arriva da Lui!

Quando posero la domanda a Gesù sul segno, la sua risposta fu rigida: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno!».

Non meritava il segno e non lo diede.

La risposta di Gesù fu inflessibile, e a noi come agli scribi e farisei rimanda al segno più portentoso: la sua Risurrezione da morte.

Nessuno poteva prevedere a quel tempo questa ipotesi, nessuno dei potenti che Lo combattono oggi crede nella sua Risurrezione.

GESÙ NON DÀ SEGNI A CHI NON LI MERITA.

I cuori induriti di Ninive si convertirono alla predicazione dello spaurito Giona, non sarà così per i cuori di quanti oggi odiano Gesù Cristo e i cristiani!

Manifestiamo molte volte al giorno il nostro amore a Gesù, ripetiamo tanti atti d’amore che gli danno conforto e consolazione, perché le sue Lacrime, anche di Sangue, esprimono l’infinito dolore causato da miliardi di peccati giornalieri, di bestemmie contro Dio, di tradimento dei suoi Pastori.

Facciamo sorridere Gesù con i nostri atti d’amore, Lui davvero gioisce nel sentire parole d’amore rivolte a Lui. Amen.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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La zizzania è subdola e perdente. Gesù la brucerà tutta! – 23 Luglio 2023 0

La zizzania è subdola e perdente. Gesù la brucerà tutta! – 23 Luglio 2023

Domenica 23 luglio 2023

XVI Domenica del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 13,2443)

Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:

«Il Regno dei Cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». Un’altra parabola espose loro: «Il Regno dei Cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un’altra parabola disse loro: «Il Regno dei Cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed Egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’Uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del Regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli Angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’Uomo manderà i suoi Angeli, i quali raccoglieranno dal suo Regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel Regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Le cattiverie, le ingiustizie, le angherie e le persecuzioni, comprensibilmente suscitano dolore e le persone perbene considerano inique e disoneste queste azioni.

È anche vero che alle volte si istiga qualche cattivo senza accorgersene, da qui la reazione del cattivo, ma la persona buona sbaglia in buonafede e non vuole danneggiare il prossimo.
Le sofferenze morali e spesso anche fisiche, soprattutto per chi riceve e somatizza le cattiverie, sono molto dolorose e causano di frequente conseguenze nocive al corpo. La somatizzazione comporta la trasformazione di uno stato o disagio psicologico in un’alterazione fisica della salute.

Queste persone si sentono autorizzare nel loro sfogo a inveire contro i cattivi o a giudicarli, riescono a trattenersi solamente quelli che hanno Fede in Gesù e anche conoscono la parabola della zizzania. Non trovano risposte nel mondo e la loro fiducia viene riposta solo in Gesù, l’unico che riesce a realizzare sempre quanto promette.

La spiegazione semplice della parabola della zizzania è questa.

IL SIGNORE LASCIA CONVIVERE I BUONI E I CATTIVI, NON FA PERIRE SUBITO I CATTIVI NEANCHE DOPO RIPETUTI ERRORI GRAVI, SIA PER DARE AD ESSI MOLTE POSSIBILITÀ DI RAVVEDERSI E SALVARSI, SIA PER RESTITUIRE AD ESSI QUELLA RICOMPENSA CHE SI MERITANO SOLO IN QUESTA VITA, PER QUALCHE BUONA OPERA COMPIUTA QUI, E CHE NON POTRANNO RICEVERE IN PARADISO.

Dio dona a loro quanto non potrà donare in Paradiso, li premia adesso per Giustizia, anche se sono stati criminali, ma forse qualche buona azione l’avranno pure compiuta. Chissà. Da qui comprendiamo l’Amore e la meravigliosa Giustizia Divina.

Dio conosce la fine dei cattivi, non solo per la condotta di vita e la lontananza da Lui. Essi Lo rifiutano adesso e non scelgono il Paradiso.

La rovina di moltissimi arriva dalle tentazioni che si presentano come pensieri buoni per poi condurre alla rovina, all’immoralità, a dipendenze ossessive e agitatissime. La tentazione va allontanata immediatamente, altrimenti si attacca nella mente e diventa la mentalità della persona, si convince che è perfetta ogni sua idea.

Il demonio porta almeno una ossessione nelle persone deboli, anche nei cattolici, e gradualmente allontana dalla preghiera facendo aumentare il rifiuto e la noia della preghiera. Infonde pensieri sempre opposti al Bene della persona, il demonio vuole condurre all’inferno.

Chi prega con Fede ogni giorno e medita buoni libri spirituali, è forte nelle tentazioni e quando arrivano si trova pronto/a a resistere, riesce a distogliere lo sguardo dalla seduzione dei demoni e respinge ogni forma di proposta e nuove idee che appaiono buone ma sono la rovina della persona.

Molti cristiani onestamente si considerano buon grano o quantomeno non agiscono con cattiveria e desiderano essere buon grano, però vivono o si trovano a frequentare per vari motivi persone che invece sono zizzania. È una convivenza tremenda e solo la preghiera aiuta a superare ciò che umanamente richiede uno sfogo elevato.

Nelle persone che non pregano e seminano zizzania, i diavoli compiono ogni abominio, possono rendere loro uomini anche Vescovi, Sacerdoti e Frati.

Il Signore con un soffio getterà vivi nell’inferno i due che cercheranno di abolire il Cristianesimo, uno di loro è l’Anticristo, ma non prima di lasciare sfogare l’ottuso Satana, perché Dio si servirà dei demoni e dei loro consacrati (soprattutto gli insospettabili) per rendere nuovamente la Terra come un Paradiso.

TUTTA LA ZIZZANIA SARÀ ELIMINATA E BRUCIATA CON IL FUOCO CHE CADRÀ DAL CIELO, COME È SCRITTO NELL’APOCALISSE, ED AVVERRÀ NEL MOMENTO DELL’IRA DI DIO, QUANDO SARÀ COSTRETTO AD INTERVENIRE PER SALVARE TUTTI I BUONI PRESENTI NEL MONDO.

Nella parabola della zizzania si comprende che in molte luoghi e case è presente anche la zizzania e questa zizzania diviene croce per gli altri.

Nell’agire da zizzania di qualche familiare, Dio può avere anche un suo disegno per la santificazione di chi riceve angherie e sopporta con amore varie forme di cattiverie. Dio non vuole una situazione del genere, non è contento della zizzania presente nelle famiglie, ma non usa violenza perché rispetta il libero arbitrio di ognuno.

È facile individuare chi è grano e chi è zizzania in questo mondo, ma non tutti hanno questa lucidità ed infatti compiono scelte contrarie.

LA ZIZZANIA VERA È L’IMPOSTURA, LA MALIZIA, LA CORRUZIONE, IL GIUDIZIO ASTIOSO, IL LINGUAGGIO FALSO, LE OPERE DISONESTE, LA DIFFAMAZIONE DEI GIUSTI.

Nel mondo la zizzania cresce insieme al buon grano e si mimetizza, agisce subdolamente per prevalere, soffocare la verità che è il buon grano. Noi che siamo consacrati al Cuore Immacolato di Maria siamo e saremo sempre buon grano!

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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Maria Maddalena, da prostituta a Santa – 22 Luglio 2023 0

Maria Maddalena, da prostituta a Santa – 22 Luglio 2023

Sabato 22 luglio 2023

XV Settimana del Tempo Ordinario

Santa Maria Maddalena

+ VANGELO (Gv 20,1-2.11-18)

Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due Angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il Corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Quest’anno stiamo festeggiando due volte Maria Maddalena, sarà un segno della richiesta di aiuto a Lei per aiutare tantissimi a lasciare l’immoralità.

Gesù non è stato riconosciuto dalla persona che più Lo aveva amato, dopo la Madre Santissima, e che a Lui doveva la guarigione da una immoralità illimitata e la liberazione dei demoni dal suo corpo. Maria Maddalena sorella di Lazzaro e Marta ha condotto per diversi anni una vita dissoluta, fino a diventare una prostituta per svago… A Lei non occorreva denaro, la sua famiglia possedeva ricchezze.

IN QUESTO CASO VEDIAMO CHE LA VITA ALTAMENTE PECCAMINOSA HA PERMESSO AI DIAVOLI DI PRENDERE IL POSSESSO DEL SUO CORPO, DIVENTANDO UNA POSSEDUTA, VIVENDO IN LEI E TOGLIENDOLE OGNI POSSIBILITÀ UMANA DI RAVVEDERSI. CON IL TEMPO TRASCORSO NEI PECCATI GRAVISSIMI, AUMENTAVA IL PESANTE CARICO DEI PECCATI COMMESSI DA MARIA MADDALENA E GLI SCANDALI.

Le testimonianze degli esorcisti sono chiare sulla presenza dei diavoli nelle persone possedute. Non solamente avvengono per le fatture e le potenti maledizioni dei cattivi, le cause sono anche le sedute spiritiche, le frequentazioni di maghi e fattucchiere, l’odio verso altri, le opere vendicative, la personale dedizione all’occultismo, i peccati gravi ripetuti e non confessati.

Il cattolico che non si confessa e legge queste cause non rimane contento, ma queste sono alcune delle cause delle possessioni diaboliche.

Maria Maddalena era risoluta e sfrontata quando si allontanò dalla casa paterna, un agire che oggi rientra nella norma, a quel tempo suscitava un grande scandalo. Ella non controllava le tentazioni sessuali, era in balìa del Male e la mente sconvolta non le permetteva di pregare Dio e di superare gli impulsi carnali.

Chi non prega è sempre vinto dalle tentazioni, la sua vita scivola di continuo verso il buio delle tenebre e della confusione.

Con i peccati si distrugge l’armonia interiore, l’equilibrio voluto da Dio, mentre i cristiani che praticano il rinnegamento, ricevono abbondanti Grazie.

Chi sostiene che oggi è difficile non peccare di continuo per quello che offre la società, sbaglia e lo dice il Vangelo. «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23). Chi chiede umilmente a Gesù la forza superiore alle tentazioni che patisce e il suo aiuto per vincerle, riesce davvero a superare qualsiasi seduzione!

Ogni volta che si vince una tentazione sessuale, nel cristiano aumenta la Grazia di Dio, si diventa sempre più simili a Lui.

Se Maria Maddalena avesse pregato bene, non sarebbe giunta a fare la prostituta.

Dopo la sua conversione ottenuta per le preghiere di Lazzaro e Marta ma promessa da Gesù in largo anticipo, Maria Maddalena divenne una grande Santa per l’amore totale verso il Signore, vedendolo come suo Salvatore e Guaritore.

Non solo si è convertita, Ella ha scoperto il Volto di Dio e Lo ha adorato intensamente. Visse per osservare la Parola di Gesù e si elevò nella santità.

Gesù a casa di Simone il fariseo spiegò il motivo del perdono dei peccati della donna che gli baciava i piedi ed era Maria Maddalena.

«Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco» (Lc 7,44-47).

S’intende che ha molto amato Gesù, un purissimo amore che ha cancellato tutti i suoi vergognosi peccati. Tanto è capace di compiere l’amore e quando avviene la vera conversione si rimane meravigliati nel percepire una pace intensa, una gioia interiore presente anche quando si soffre.

Maria Maddalena vinta dalla Grazia, comprese l’abisso in cui era finita, si rinnegò e riuscì a cambiare vita, mortificando l’amor proprio.

Nella Santa di oggi troviamo quei passaggi indispensabili per mettere al primo posto Gesù, continuando a vivere la vita ordinaria ma in modo straordinario. Questo è sempre possibile se l’intenzione è pura e si ricerca sinceramente la gloria di Dio. Bisogna principalmente rinnegare la gloria umana.

Questo ha compiuto Santa Maria Maddalena e le lacrime effuse quando cercava inconsolabilmente Gesù morto, testimoniano la sua grande Fede.

La Santa è forse tra i comuni mortali la testimone principale dell’Amore di Dio, capace di trasformare una prostituta in una grande Santa.

Gesù apparve a Maria Maddalena perché Ella era riuscita ad adorare il Signore rinnegandosi pienamente. Questa è la vera prova dell’amore.

Tutti i Santi hanno lottato per ottenere risultati spirituali elevatissimi e per questo hanno corrisposto al disegno di Dio.

1 Ave Maria per Padre Giulio

«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».

3 Ave Maria…

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