Categoria: ANNO 2015

Domenica 1 marzo 2015 II DOMENICA DI QUARESIMA 0

Domenica 1 marzo 2015 II DOMENICA DI QUARESIMA

  • VANGELO (Mc 9,2-10)
    Questi è il Figlio mio, l’amato.
  • Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla
    terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e
    una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua
    ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di
    non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’Uomo fosse risorto dai morti. Ed
    essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    In questo Vangelo Gesù fa l’esperienza del Tabor ed è la manifestazione della sua gloria agli attoniti Apostoli. Al termine della sua vita patirà la tremenda tortura della Croce ma questi Apostoli non saranno lì vicino a
    Lui, la paura li farà fuggire.
    Vediamo che è facile e piacevole rimanere accanto a Gesù e vivere la propria Fede, ma non è lo stesso quando una sofferenza ci visita e ci affligge. Quando tutto va bene si prega con poco fervore e si considera interessante il Vangelo, l’arrivo di prove e dolori fa dimenticare anche quella poca unione con Gesù e si fugge
    dall’attuare la propria Fede.
    Stare sul Tabor mentre Gesù si trasfigurava è stata un’esperienza forte per i tre Apostoli, lì compresero pienamente che Lui era il Figlio di Dio, e la voce che ascoltarono fu la conferma di quanto avveniva davanti ai loro
    occhi. La visione impressionò i tre e quasi non potevano credere nel vedere Gesù che dialogava con Mosè ed
    Elia.
    Sul Tabor i tre sono felici e chiedono di rimanere in quello stato di gioia spirituale ma Gesù li riporta alla
    condizione abituale. Li fa scendere dal Monte e con la discesa si affievolisce nuovamente la loro Fede.
    Quando si rimane accanto a Gesù la gioia è sempre grande, ma si deve restare in alto, mentre se si
    scende si incontra la tiepidezza.
    Quel che importa è essere sempre insieme a Gesù, egli ci dà l’aiuto necessario per procedere in questo cammino impegnativo.
    Abbiamo letto che la salita sul Tabor fu abbastanza impegnativa per i tre Apostoli ma riuscirono comunque a
    raggiungere la parte alta scelta da Gesù. Insieme al Signore salirono in alto ed ebbero una visione straordinaria.
    Chiunque sale in alto nello spirito vive esperienze spirituali forti.
    Non si può essere cristiani senza Gesù, molti cristiani non si accorgono di camminare senza Gesù: questo
    succede quando si compie la propria volontà o si manipola il Vangelo. Anche se frequentano la Santa Messa
    non sono in unione con Gesù, perché Lui chiede certe condizioni per stabilire una vera amicizia.
    Quindi, non si può rimanere sempre sul Tabor, la vita non è fatta solamente di gioie e fervore spirituale.
    Molto spesso si perde il fervore per svariati motivi e senza accorgersene si scende dal Tabor, si perde la contemplazione di Gesù trasfigurato e si incontra quella sofferenza che abbatte i deboli. Senza Gesù tutto diventa
    difficile e insopportabile, la prima insoddisfazione è verso se stessi.
    È un inferno o quasi vivere senza Gesù!
    I non credenti o quanti perdono la Fede non riflettono su questo aspetto e nella ricerca disperata di migliorare la loro condizione, compiono scelte inevitabilmente sbagliate, perché sono soli, neanche l’Angelo Custode
    può intervenire in loro aiuto.
    Oggi Gesù ci dice che la nostra vita è costellata anche di sofferenza e che è dolorosa se affrontata senza Lui.
    Sforziamoci di salire sul Tabor davanti al Tabernacolo e di rimanere sempre insieme a Gesù, portandolo in noi
    e parlando con Lui di tutto ciò che ci riguarda.
    La Madonna ci facilita la nostra trasfigurazione spirituale e per Lei intervenire dobbiamo pregare
    molto il Santo Rosario.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)
Lunedì 2 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Lunedì 2 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Lc 6,36-38)
    Perdonate e sarete perdonati
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Prima di commentare la Parola di oggi, vi presento questa testimonianza che sicuramente vi spingerà a pregare con maggiore fiducia:
    «Carissimo Padre Giulio, innanzitutto vorrei felicitarmi con lei per la sua riabilitazione ufficiale ed in questo mi unisco alla sua gioia e la sento mia. Ormai sono circa 5 anni che sono iscritto all’Associazione ed i suoi
    commenti del Vangelo sono pane quotidiano senza i quali mi sentirei perso. Le dico che da circa 7 anni, ogni
    anno a gennaio, vado a Medjugorje.
    Posso affermarle con certezza che la ricarica di quel posto santo ed i suoi santi commenti del Vangelo hanno completamente cambiato la mia vita. È stato un percorso lento e graduale che continua ogni giorno ma voglio che lei sappia che ho visto profondi cambiamenti in me, maggiore devozione, quasi totale annullamento
    dei vizi che ritenevo più pesanti ma, soprattutto, presenza costante del Signore nel mio cuore e totale abbandono a Lui (desiderio dal più profondo del mio cuore essere suo servo). Sono sposato ed ho una bimba di quasi
    un anno.
    Vorrei raccontarle un episodio che le possa far capire il mio cambiamento e abbandono a Gesù e alla
    Mamma. Circa 8 anni fa ho regalato alla mia ragazza (attuale moglie) un anello di fidanzamento che lei porta
    insieme alla fede nuziale. L’altro giorno stava pulendo il bagno e quando ci siamo seduti a tavola per pranzo si
    è accorta di non averla più. Non le dico l’avvilimento di mia moglie che è attaccatissima a quell’anello per
    quello che rappresenta.
    L’abbiamo cercato dappertutto, sono anche stato 20 minuti con mia figlia in braccio a fissare il pavimento
    del bagno cercando e guardando in ogni piccolo nascondiglio… Nulla. Mentre mia moglie continuava a cercare mi sono seduto sul tappeto del salotto…
    “Nel nome del Padre, del Figlio, della Spirito Santo Amen. Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina,
    custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste, Amen. Angelo mio a cui sempre mi affido
    e del quale vorrei tanto sapere il nome perchè sempre mi assisti e mi proteggi, io sono sicuro che l’anello non
    lo trovo ma tu sai dov’è. Fammi questo piacere e riportalo a me cosicchè io lo possa ridare a mia moglie. Grazie mio dolce Angelo”.
    Mi sono alzato, sono andato in bagno, vedo mia moglie che guarda sul lavandino. Dietro di lei, a terra sul
    tappeto… l’anello. Lo raccolgo, lei si gira, lo guardiamo con gioia e glielo restituisco. Le spiego tutto, recitiamo tutti e tre (compresa mia figlia che non parla ma era in braccio a me) la preghiera di ringraziamento
    all’Angelo Custode, un Padre, Ave e Gloria e senza più parlarne contempliamo in silenzio l’accaduto.
    Questa, caro Padre, è solo una delle cose che mi succedono da quando ho iniziato questo cammino di fiducia nella Trinità, nella Mamma Celeste ed in tutte le Creature del Cielo. Scusi se sono stato lungo ma volevo
    farla partecipe della mia gioia e farle capire quanto sono quindi partecipe alla sua riabilitazione.
    Personalmente la considero per prima cosa un mio fratello amatissimo, poi un padre straordinario e per ultimo ma non ultimo una esperta guida spirituale verso il Cielo… Insomma un dono preziosissimo. La saluto e la
    bacio con tutto il mio cuore. Maurizio Ciocca. Sia lodato Gesù Cristo».
    Questa testimonianza è carica di Fede ed esprime la felicità che dovrebbe portare ogni cristiano, però rispetto
    a molti cristiani Maurizio ha scoperto veramente la perla che è Gesù, ha trovato il tesoro che è la Madonna, per
    questo la sua testimonianza è autentica, molto bella. Egli ha agito con una Fede notevole perché ha preso alcuni
    anni fa la decisione di mettere Gesù al centro della sua vita.
    La sua preghiera piena di fiducia e umile è la conseguenza della sua Fede, ma la Fede è stata curata!
    Ha lavorato sulle virtù e sui vizi.
    La preghiera fatta da Maurizio per l’anello che non trovavano, si può rivolgere per tutto ciò che riguarda la
    vostra vita, a cominciare dalle cose più piccole considerate insignificanti. Alle volte si compiono grandi sbagli
    nella vita dopo avere fatto una scelta apparentemente banale o avere dato poca importanza ad una certa situazione quasi insignificante!
    Riflettete bene su questo.
    Ci sono nella giornata forse cento situazioni diverse che bisogna affrontare: le faccende di casa; viaggiare;
    l’incontro con persone buone o cattive; lo svolgimento del lavoro; le decisioni da prendere che sono continue e
    spesso invece di decidere ci si lascia condurre dagli eventi; le scelte che stabiliscono gli impegni della giornata;
    il tempo da dedicare alla preghiera; le relazioni interpersonali.
    Sono innumerevoli ogni giorno le preoccupazioni e se non si vivono insieme a Gesù si finisce per sbagliare e deprimersi, esaurirsi.
    Le relazioni interpersonali sono parte integrante della vita quotidiana. Sono di diverso tipo, più o meno profonde, in base alla situazione. Queste relazioni interpersonali si trovano in ambito familiare nel rapporto tra familiari e in quello lavorativo. Questa forma di relazione indica quel legame che si crea tra due o più persone i
    cui pensieri, sentimenti e azioni si influenzano vicendevolmente.
    Gesù oggi ci spiega i modi per evitare di distruggere le relazioni interpersonali, presentandoci quei comportamenti che danno ad una persona l’adesione al Vangelo. Le parole del Signore sono molto chiare sul comportamento che dobbiamo tenere in ogni circostanza, ma non si improvvisano le virtù se non si conoscono.
    Vivere nei vizi è facile perché è un’inclinazione naturale, mentre la pratica delle virtù richiede sforzi continui, piccole e grandi vittorie sull’amor proprio e le naturali tendenze comportamentali di ognuno. Se Maurizio è
    arrivato a fare quella preghiera all’Angelo Custode è per la lotta che ha iniziato contro le sue debolezze, ma non
    da solo: ha cercato sempre l’aiuto della Madonna.
    Come ho scritto molte volte non si diventa buoni cristiani solo per la partecipazione alla Santa Messa e
    la recita di alcune preghiere.
    Ci sono gli insegnamenti del Vangelo da praticare e senza una spinta decisa non si inizia mai. Si rimanda la
    vittoria su un vizio, il rinnegamento, le penitenze che ci rendono fortissimi dinanzi alle tentazioni e ci permettono di decidere di volta in volta in piena libertà, senza più la schiavitù dell’istinto.
    Gesù ci invita ad essere buoni con tutti ma bisogna vigilare sui cattivi, maliziosi nell’inganno e pronti a rovinare la reputazione.
    Ci chiede di non giudicare ma bisogna rilevare i pericoli che arrivano dai modernisti e da quanti seminano
    corruzione.
    Non dobbiamo condannare nessuno ma pregare per la loro conversione.
    Il perdono deve essere immediato verso tutti, almeno nel cuore, desiderando il bene di chi molto ci ha
    fatto o ci fa ancora soffrire.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
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    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16).
Martedì 3 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Martedì 3 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Mt 23,1-12)
    Dicono e non fanno.
  • Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli
    scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi
    dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma
    essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
    allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi
    nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi
    chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno
    di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno
    solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato
    e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Tutto il Vangelo di oggi ci parla dell’umiltà, virtù poco compresa se non nella cognizione principale. Non
    c’è chiarezza nella comprensione dell’umiltà, molti provano un senso di ribrezzo al solo pensiero di dover agire
    con umiltà. Perché si oppone all’orgoglio e alla superbia, e l’umiltà non si può praticare se sono presenti questi
    vizi.
    Per esserci l’umiltà occorre la persona umile, un cristiano evidentemente, che ha incontrato il vero Volto di
    Cristo e ha deciso di metterlo al centro di tutto. La condizione principale per rivestirsi dell’umiltà è la conoscenza di Gesù, l’imitazione dei suoi comportamenti, soprattutto occorre rivestirsi dell’Amore di Cristo.
    Quanto è presente l’Amore del Signore in una persona, tanta è l’umiltà che si pratica!
    Non ci può essere uomo umile senza Gesù, non c’è d’altronde neanche vita spirituale senza Lui, quindi non
    si può ostentare un’umiltà di facciata perché la finzione dura poco, né è credibile chi pronuncia parole di umiliazione verso se stesso, quando poi diventa una furia se riceve un’offesa.
    Eppure le umiliazioni servono a farci rientrare in noi e così assaporare le violenze degli oltraggi, le offese e i
    torti che si subiscono, spesso senza una vera ragione. Le umiliazioni ci fanno scendere dalle vette della superbia, diminuiscono il nostro amor proprio, degradano le convinzioni sbagliate di grandezza. È difficile accettare
    le umiliazioni.
    Anche la conoscenza dei propri difetti è un aiuto per diventare umili, ma bisogna vincerli e quindi si comincia una lotta spirituale.
    Tutte le virtù necessitano della presenza della Grazia di Dio per farle diventare abiti spirituali, come il vestiario che copre il corpo. Si possono praticare le virtù in modo esemplare, spesso però si tratta di momenti euforici passeggeri, non di una stabilità spirituale fondata sulla Persona di Gesù.
    Riguardo l’umiltà, non si può praticare con costanza se non c’è una continua lotta contro la superbia. Non si
    può essere umili se l’agire è presuntuoso, orgoglioso, pieno di sé, fiero, sprezzante. C’è una vera interdipendenza tra umiltà e superbia: se una scende sale l’altra. Non possono essere presenti allo stesso livello alto o basso.
    È il cammino del rinnegamento insegnato da Gesù a renderci umili, la ripetizione di atti che richiedono uno
    spirito di mortificazione, quindi di rinuncia, privazione, sacrificio, penitenza. La privazione riguarda anche tutto
    ciò che appare lecito, ma che il credente se ne priva per dominare la propria volontà e condurla piano piano a
    spezzare la superbia.
    I Sacramenti, l’osservanza dei Comandamenti e del Vangelo, la preghiera sincera e fiduciosa, la lotta
    ai vizi, rendono umili.
    Come possiamo constatare, ci sono più opportunità per praticare l’umiltà, all’inizio si farà fatica e non si
    comprenderà la giusta misura. La ripetizione di atti di rinuncia e di silenzio quando si vorrebbero dire parole
    poco caritatevoli, come nel giudizio, conducono ad un maggiore autocontrollo e ad una considerazione sempre
    più bassa di sé.
    Una persona umile è essenzialmente una persona modesta e priva di superbia, che non si ritiene migliore o
    più importante degli altri.
    Può avere tante qualità, talenti, ingegni, ma ha lo spirito dei piccoli del Vangelo, e questa persona è grande
    davanti a Dio.
    La gradualità dell’umiltà non si riesce a comprendere, chi dice di essere umile in realtà non lo è. L’umile invece pensa di essere sempre inadeguato e se riceve complimenti al lavoro, in famiglia o in altri ambienti, non si
    esalta, non prova neanche vanità, proprio perché si considera piccolo, ha una bassa considerazione di sé.
    Questa caratteristica non sorprende, per esempio, Padre Pio non si rallegrava quando lo esaltavano, questo
    atteggiamento di uno dei Santi più straordinari era la bassa considerazione di sé davanti a Dio. Padre Pio è stato
    un grande, un eroe, ma vivendo in continua unione con Dio provava una forte umiliazione per i suoi limiti, perché possedeva una grandissima Luce Divina e vedeva anche i difetti più innocenti.
    Più la persona è vicina a Dio ed è piena di Spirito Santo, maggiormente si sente indegna, inadeguata,
    limitata in ciò che Gesù chiede. Questo è il vero senso dell’umiltà, non riguarda alcune affermazioni banali, magari dette per compiacersi o l’illusione di essere umili solo perché non si commettono reati gravi.
    “Chi si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”.
    Il termine “umiltà” è derivato dalla parola latina “humilis”, oltre a umile si utilizza alternativamente come
    “basso”, o “dalla terra”.
    Il cristiano vicino a Gesù anche se viene applaudito o elogiato, non prova alcuna vanità perché conosce che
    tutto viene da Lui e che da solo può solamente rimanere inadeguato. Non gioisce per gli elogi ma si meraviglia,
    non prende su di sé i complimenti ma offre tutto, immediatamente e continuamente a Gesù e alla Madonna.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)
Mercoledì 4 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Mercoledì 4 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Mt 20,17-28)
    Lo condanneranno a morte.
  • Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino
    disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli
    scribi; Lo condanneranno a morte e Lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e
    il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per
    chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla
    tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo Regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che Io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però
    sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi
    sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi
    vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’Uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per
    molti». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Gesù “non è venuto per farsi servire, ma per servire”, una verità che i Consacrati sono chiamati a vivere
    pienamente. Tutti i cristiani devono comprendere che non è il potere o un posto di privilegio nella società, a
    permettere la realizzazione della vita. Il potere è buona cosa se amministrato nel timore di Dio e a servizio del
    popolo. Amministrato con assoluta onestà.
    Purtroppo, la perdita dei valori morali ha fatto deragliare questa società verso la deriva finale, così nella politica e tra i dirigenti statali è fesso chi non ruba o non riceve mazzette o rimborsi sotto altri nomi. Ieri abbiamo
    conosciuto la catastrofe del presidente del Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg, con il suo arresto si
    apre una pagina che non terminerà di essere studiata.
    Perché lui era il paladino della legalità, sempre in prima linea contro il racket e il malaffare, ricoperto di incarichi e titoli lunghissimi in quanto ritenuto, appunto, il paladino della lotta contro la corruzione. Non era un
    politico ma a qualche politico faceva riferimento per avere raggiunto incarichi importanti. Solo come presidente
    della Camera di commercio guadagnava 265 mila euro l’anno, più altri 100 mila euro come vicepresidente della
    Gesap che gestisce l’aeroporto Falcone e Borsellino.
    Ricoperto d’oro, oserei dire, nonostante il fallimento della sua azienda nel 2012. La domanda allora è
    semplice: chi lo appoggiava?
    È pure terribile leggere che per questo compito guadagnava 265 mila euro l’anno da una parte e 100 mila in
    un’altra, senza faticare, con la sola presenza alle riunioni e mettendo firme. Presente e attivo però
    all’appuntamento con la vittima che chiedeva un aiuto per il suo negozio di pasticceria all’interno
    dell’aeroporto.
    La richiesta del corrotto è stata pronta, nelle intercettazioni parla con esperienza, come chi è esperto nel
    chiedere tangenti.
    Il governo italiano dovrebbe portare la soglia degli stipendi dei dirigenti statali a 100 mila euro, una buona
    cifra per vivere sfarzosamente.
    Come mai non si occupano di questo taglio che farebbe risparmiare allo Stato diversi miliardi di euro? I giochi della politica sono un mistero.
    Molti di quelli che occupano posti statali di rilievo e guadagnano più di 100 mila euro, danno ogni mese una
    percentuale al politico o al Partito che lo ha messo lì. Di percentuale non sappiamo nulla, ma non si spiegano
    certi stipendi di presentatori televisivi che per qualche trasmissione settimanale guadagnano più di un milione
    di euro l’anno. Sono soldi dei contribuenti e i politici fanno finta di nulla.
    Ritornando al paladino della legalità, già vi ho avvisato di non credere ciecamente quanto viene detto in televisione. Se seguite la retta intenzione e non vi lasciate coinvolgere dalla passione politica, quando ascoltate
    dichiarazioni dei politici, con un flash veloce cercate di ricordare se ha sempre detto la verità o i fatti seguenti
    hanno smontato forse le sue parole.
    Parlo dei politici di tutti gli schieramenti, lo evidenzio per aiutarvi a discernere il vero dal falso. Se un politico del paese o della regione o del Parlamento parla con intento ingannevole, si capisce facilmente, basta valutare la sua storia.
    Moltissimi politici italiani di tutti gli schieramenti negli ultimi decenni hanno mostrato la loro condizione indegna e l’assenza di un briciolo di morale. Hanno rubato soldi utilizzando mille stratagemmi, si sono arricchiti
    lasciando milioni di italiani con la pensione minima, quasi tre milioni di famiglie nella povertà assoluta, hanno
    tagliato contributi alla sanità e alle forze dell’ordine.
    Qual è la vera e unica ansia della stragrande maggioranza dei parlamentari? Il potere per il denaro, il
    denaro per la ricchezza.
    Quando ascoltate un politico tenete presente che molto spesso dice il contrario della verità. Ne pensa una e
    dice l’altra.
    Non sono solo i politici italiani, è l’umanità ridotta a mascherarsi per non svelare l’identità e a ricoprire ogni
    giorno nuovi personaggi: “Uno, nessuno e centomila”. L’ateo Pirandello vuole mostrare la consapevolezza che
    l’uomo non è Uno, e che la realtà non è oggettiva.
    Fa passare il protagonista dal considerarsi unico per tutti (Uno, appunto) fino a concepire che egli è un nulla
    (Nessuno), attraverso la presa di coscienza dei diversi se stesso che via via diventa nel suo rapporto con gli altri
    (Centomila).
    Come un buon politico moderno e irreligioso, Pirandello indica in quest’opera famosa che la realtà perde la
    sua oggettività e si sgretola nell’infinito vortice del relativismo.
    Un politico si valuta dalle sue opere e non dalle parole, questo non è un giudizio ma la constatazione della
    connessione tra parole e vita. Il paladino di cui sopra non faceva altro che condannare il racket e il malaffare. Vi
    riporto alcune affermazioni di Helg di alcuni giorni fa:
    “Sono fortemente soddisfatto dell’esito dell’operazione Apocalisse 2 e dal fatto che sia stata determinante
    la collaborazione degli imprenditori e dei commercianti vittime del racket, come ha detto anche il Procuratore
    Lo Voi. Il lavoro che da anni facciamo per incitare alla denuncia continua a dare i suoi frutti e siamo certi che
    il clima di fiducia verso lo Stato tra gli operatori economici è decisamente cambiato. Lavorare nella piena legalità è l’unica scelta possibile”.
    Un politico presidente di una Provincia del Nord alcuni anni fa investì quasi 200 milioni di euro per nuove
    autostrade, sapendo di pagare una valutazione più che raddoppiata, ma egli era sicuro della copertura, non si sa
    di chi. Denunciato è stato indagato ma mai arrestato, il processo si è prolungato fino alla scadenza dei termini…
    Questa è oggi la nostra amatissima e povera Italia. Preghiamo ogni giorno per l’Italia.
    Cosa ci può sorprendere oramai? Helg che chiede 100 mila euro di tangente? E i miliardi di euro in contributi e spese gonfiate che spariscono da Roma verso direzioni ignote?
    “Lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà”. Noi
    attendiamo con gioiosa ansia la fine di questi tempi dominati da satana, aspettiamo il momento del grandioso
    segno di Garabandal con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. “Vieni, Signore Gesù”.
    “Carissimo Padre Giulio, da tanto la seguo e voglio ringraziarla per quello che fa. Leggo tutti i giorni i suoi
    commenti e apprezzo molto quello che dice. Ho letto che finalmente le è stata riconosciuta l’innocenza per
    quelle menzogne di cui l’hanno incolpata. Iniziare la giornata dopo avere letto i suoi messaggi è per me motivo
    di continuare sul cammino di Fede e di Preghiera che da un paio d’anni ho intrapreso assieme a mia moglie.
    Le invio un forte abbraccio e le auguro di continuare così. Buona giornata e nuovamente un grazie dal profondo del cuore. Ulisse Fingo”.
    “Caro Padre Giulio, sono proprio contento! Pur avendo letto nella rete le notizie sul Suo allontanamento
    dai Padri Francescani dell’Immacolata, e avendoLa conosciuta “informaticamente” relativamente da poco
    tempo, non riuscivo a cogliere dai Suoi scritti preziosi, alcunchè di stridente rispetto al Magistero della Chiesa,
    al Vangelo o a qualunque altra buona qualità vorrei riscontrare in un sacerdote, anzi!! Più che amore, buon
    senso, e carità non ho mai visto in Lei e ho inoltrato il Suo link anche ad amici che si sono registrati anch’essi.
    I Suoi scritti quotidiani sono per me un appuntamento importantissimo e uno stimolo a confrontarmi con la lieta novella del Vangelo, cosa che devo dire onestamente prima non era così assidua e che grazie a Lei ho riscoperto. Sia lodato il Signore per questa bellissima notizia e Le chiedo di ricordarmi nella preghiera perchè io
    viva questa Quaresima con abbandono all’amore del Signore e fedeltà a quanto Lui ha patito per la nostra salvezza e felicità. Un carissimo saluto. Francesco Celenza”.
    “Sono molto felice, Padre Giulio Maria, non ho mai avuto dubbi sulla sua rettitudine. È una notizia bellissima, che ci conferma l’amore della Madonna, soprattutto per quelli che la amano e la seguono. Lei merita
    questo e molto altro, grazie per quello che fa per noi. Un caro saluto Manuela”.
    “Padre Giulio sono molto felice per Lei, per la Sua riabilitazione. Quando ho letto la lettera poi ho fatto
    qualche ricerca mi erano sorti dei dubbi perché è da poco che leggo i Suoi commenti al Vangelo che mi arri-
    vano e le Sue bellissime parole e quindi non conoscevo bene tutta la Sua storia. Io sono costernata a pensare a
    quanta cattiveria c’è e a quanto male si può fare ad una Persona per salvare i propri interessi, ho capito che
    ci vuole tanta pazienza e poi arriva la Giustizia Divina, però Padre quanto tempo!!!! Io non ho un parlare forbito come le persone che Le scrivono e non riesco ad esprimere quello che provo veramente, sappia che se non
    riesco a leggere un giorno il Vangelo ed i Suoi commenti per qualche motivo di lavoro (ho internet solo in
    ufficio) mi manca terribilmente e non vedo l’ora che arrivi la mattina dopo per leggerli tutte e due. Grazie infinite per questo. Pace e bene Padre. Laura”.
    “Sono un peccatore ma leggendola, da anni ho imparato a credere in Maria. La sua fiducia è stata ripagata
    con la giustizia divina, purtroppo quella degli uomini non sempre è così. Pregherò ancora per LEI che il cielo
    la benedica per la sua santa opera. Preghi per me ne ho tanto bisogno. Dio la benedica Roberto Simeoni. Padre felicissimo di aver letto della sua riabilitazione”.
    “Caro Padre Giulio, mi unisco con sincero affetto alla sua gioia. Avevo letto qualche commento relativo a
    dei provvedimenti nei suoi confronti, ma la serenità che traspare nei suoi insegnamenti non mi hanno mai fatto
    dubitare del suo apostolato! Prego affinché il Signore continui a sostenerla… sempre! Manuela”.
    “Sono felicissima per Lei caro Padre, d’altronde non poteva essere altrimenti per una persona così dedita
    alla salvezza delle povere anime in pena come me. Se non fosse stato per Lei non so oggi dove sarei potuta essere. È grazie a Lei che ho ritrovato il Signore, certo ho ancora molto cammino da fare, ma sono fiduciosa.
    Grazie per avermi guidato finora e grazie soprattutto alla Misericordia che la Madonna e il Signore hanno avuto per me. Le mando un abbraccio affettuoso come se stessi abbracciando mio padre. Grazie. Federica Paolini”.
    “Caro Padre siamo felici della sua completa riabilitazione e le siamo vicini in questo momento di gioia. Anche Padre Pio ha sofferto umiliazioni simili alla sua. È l’esperienza della Croce di Cristo. Un cordiale saluto
    ed un forte abbraccio da me e dalla mia famiglia. Roberta Braga”.
    “Pace e Bene. Padre Giulio ne sono felice e contenta per voi, la giustizia divina trionfa sempre, tempo ci
    vuole ma trionfa, alleluia!!!!! L’onestà paga, la Madonna accompagna sempre il vostro apostolato. Con affetto
    da Montreal (Canada) Michelina”.
    “Grazie a Dio!! E la sua benedizione scenda enormemente su di Lei, per continuare la sua missione in questo mondo, abbiamo tutti tanto bisogno di Santi Sacerdoti. Buona serata. Cecilia”.
    “Il Signore è grande nella Sua Bontà, grazie padre Giulio delle sue catechesi che ci confortano tutti i giorni
    e continuiamo a pregare per lei e per il Signore e la nostra dolce Mamma. Il Signore la benedica sempre. Barbara”.
    “Sono contenta della bella notizia, veramente Gesù e Maria hanno fatto in modo che è venuta fuori la verità. Io le sono vicina con la preghiera, ma chiedo una Sua BENEDIZIONE ossequi. Suor Epifania Bossi. Grazie delle belle meditazioni”.
    “Ave Maria caro padre. Apprendo con grande gioia, la sua riabilitazione nell’Istituto e, colgo l’occasione
    per ringraziarla dei suoi preziosi commenti al Vangelo del giorno. Che il Signore Gesù, e la Vergine Maria, la
    preservino e la proteggano per il suo impegno e la sua dedizione. La saluto con affetto e gratitudine, sperando,
    di poterla incontrare. Ave Maria. Domenico Macrì”.
    “Congratulazioni carissimo Padre Giulio. Il bene trionfa sempre ! Lorenza Gisotti Bellini”.
    “Sia lodato Gesù Cristo. Con grande piacere apprendo questa notizia, Leggo sempre la sua newsletter,
    commentata e spiegata in maniera impeccabile, come poteva essere diversamente? Gianni Papa”.
    “Rev.mo Padre Giulio M. Scozzaro, La ringrazio di tutto cuore per quello che fa per noi e continuo ad assicurarle preghiere. Che Dio la conservi a lungo e Le doni ogni bene che Lei sa trasmettere a noi. Siano lodati
    Gesù e Maria… Alina”.
    “Buonasera, sono Maria Rita di Sassari. Grazie per aver condiviso con noi questa gioia, e di come ha affrontato questa lunga sofferenza e ingiustizia. Il Suo esempio è utile anche per me. Grazie anche per il Vangelo
    e il commento che ci invia ogni giorno, lo leggo sempre con molto interesse ed attenzione, mi aiuta a capire,
    riflettere e migliorare. Trovo anche molto utili i suoi commenti sulle notizie di attualità, molte cose non vengono dette dai mass media. Un cordiale saluto Maria Rita”.
    “Reverendo Padre, sono felicissima per Lei! come vede, la giustizia, quando è guidata dalla mano divina,
    trionfa sempre. Le auguro ogni bene e continui, oggi più che mai, a sostenere la comunità con la sua preghiera
    ed i suoi commenti al Vangelo. Un abbraccio. Avv. Anna Maria Vasco”.
    “Gracas a DEUS ! Unito nella preghiera ! Padre Paolo Alutto CRS (San Paulo) Brasile”.
    “Il Signore è buono! Auguri sentivo la sua grandezza e purezza! Francesca Nicosia da Caltanissetta”.
    “Nel ringraziare la Madonna perché questa veramente è opera sua in favore di un suo figlio prediletto, faccio a Lei, padre Giulio, i miei auguri di pace e gioia per questa riammissione. Il Signore non abbandona coloro che confidano in Lui. Siano lodati Gesù e Maria. Adélard (Padri Silvestrini)”.
    “Padre Giulio sono immensamente felice per lei e con lei!!! La ringrazio per i suoi commenti alla Parola
    che mi illuminano la giornata e mi ricordano l’amore di Gesù e Maria per me e per tutta l’umanità. La prego di
    fare una preghiera per me perché vorrei costruire una famiglia ed in questo momento è davvero difficile trovare persone dal cuore sano. Comunque ho la speranza nel cuore e confido in Gesù. Che Dio la benedica. Marilena Ricci”.
    “Sì, Carissimo, ho sempre creduto a tutto il suo operato. Con attenzione ho letto i suoi commenti e ho capito
    che c’era la luce del Signore nostro Gesù. Che il Nostro Amato Padre la benedica. Viva Gesù viva la Madonna.
    Beppe”.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)
Giovedì 5 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Giovedì 5 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Lc 16,19-31)
    Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai
    tormenti.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe,
    bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue
    piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli Angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
    Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in
    mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare
    da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare
    Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano
    anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non
    ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Questa è una parabola piena di insegnamenti, una lettura che rilascia ogni volta nuove intuizioni per vivere
    come chiede Gesù. Leggendola senza il desiderio di scoprire tanti significati presenti nel racconto, si rimane un
    po’ indifferenti sia alla condizione dei due personaggi sia alla retribuzione diversa che spetta a loro.
    L’insegnamento principale che ci indica Gesù è il distacco, fino ad arrivare a distaccarsi dall’amor proprio
    che fa sorgere sempre opinioni discordanti con la realtà. Il distacco dalle cose ci dà la necessaria libertà per seguire Gesù.
    In questo tempo di Quaresima la Chiesa ci invita ripetutamente a liberarci dalle cose terrene per riempire il nostro cuore di Dio.
    Chi ripone la sua fiducia nelle cose della terra, allontanando il suo cuore dal Signore, è condannato alla sterilità e all’inefficacia di ciò che veramente importa. Gesù desidera che ci occupiamo delle cose della terra e le
    amiamo correttamente: “Soggiogate e dominate la terra” (Gn 1,28).
    Una persona, però, che ami “disordinatamente” le cose della terra non lascia spazio nella sua anima
    all’amore per Dio.
    L’attaccamento ai beni e l’amore per Gesù sono incompatibili. “Non potete servire Dio e mammona” (Mt
    6,24).
    Le cose materiali e gli idoli possono diventare una pastoia che ci impedisce di avvicinarci a Gesù. E se non
    arriviamo a Lui, a che serve la nostra vita? I beni materiali sono buoni perché sono di Dio, sono mezzi che Dio
    ha messo a disposizione dell’uomo fin dalla creazione, affinché ne usasse sviluppando la società con gli altri
    uomini.
    Siamo amministratori di tali beni per un tempo limitato, molto breve.
    Quando il ricco epulone lo ha capito era troppo tardi, la sua vita corrotta e la mancanza di amore verso Dio e
    i poveri lo hanno fatto precipitare nell’inferno. Da lì invocava aiuto ma non poteva assolutamente riceverlo e
    Abramo nella parabola spiega: “Tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
    Gesù dice che dopo il Giudizio non ci sarà possibilità di cambiare destinazione, qui e adesso siamo noi a
    scegliere il nostro futuro.
    Chi mette le ricchezze al centro della sua vita esclude se stesso dal Regno dei Cieli. Un idolo occupa il posto
    che solo Dio deve occupare. Chi non rompe i lacci, sia pure sottili, che lo legano in modo disordinato alle cose
    materiali, alle persone, a se stesso, si esclude da una vera vita interiore, da un rapporto d’amore con Gesù.
    Adesso ognuno sceglie lo stile di vita che piace e si può imitare il ricco epulone pur non essendo ricchi di
    beni ma ricchi di vizi e corruzione. Quest’uomo visse senza Dio e morì senza Dio, si concentrò solo sui piaceri
    della carne e la sua carne brucerà nell’inferno per l’eternità. È stata una sua scelta.
    Mentre il povero Lazzaro non aveva nulla ma era umile, buono, ringraziava lo stesso Dio. Era ignorato dal
    ricco epulone ma era amato da Dio. Così succede a tutti quelli che soffrono in questa vita: ignorati dai potenti e
    dai conoscenti ricchi ma benedetti da Dio, il quale non toglie gli occhi dai suoi figli che soffrono con amore e
    pregano con devozione.
    L’egoismo e l’imborghesimento impediscono di scorgere le necessità altrui. Vogliamo essere puri, pazienti e buoni come Lazzaro.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
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    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)
Venerdì 6 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Venerdì 6 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Mt 21,33-43.45)
    Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
  • Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era
    un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il
    torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di
    raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo
    bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma
    li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna,
    che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la
    vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto
    nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal
    Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un
    popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Ieri ho nuovamente riflettuto sulla parabola di Lazzaro, come vi ho scritto gli spunti di meditazione sono
    molti, è una parabola che và commentata in una o più catechesi, comunque negli incontri di preghiera, come faremo qui nel nostro Centro di spiritualità. Da alcuni anni si lavora per la sua costruzione, ci sono stati lunghi periodi di soste sia per l’attesa dei pareri degli uffici competenti sia per i costi elevati da affrontare.
    Sono sempre molto gradite le donazioni per sostenere questa costruzione e per le Opere della nostra
    benemerita Associazione.
    Della parabola di ieri voglio riprendere solo alcuni passaggi. All’inizio della parabola Gesù presenta il ricco
    epulone, il quale “ogni giorno si dava a lauti banchetti”. Ogni peccatore non pentito ogni giorno banchetta con
    i peccati e si lascia travolgere dalle passioni disordinate, dall’istinto incontrollato.
    Poi Gesù fa dire al ricco già finito nell’inferno un’invocazione, ma non di aiuto, chiede un sorso d’acqua.
    “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la
    lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Riflettiamo sulla tremenda realtà dell’inferno, dove non
    c’è assolutamente pace né gioia, solo dannazione e fuoco che arde le carni senza consumarle. Una grande sete
    che non finisce mai…
    In molti casi non si parla più dell’inferno e si preferisce lasciare tranquilli i credenti, un modo per lasciarli
    andare lontano da Gesù.
    La risposta di Abramo di rifiuto per la netta separazione tra Paradiso e inferno, l’abbiamo letta ieri. Ma il
    ricco replica, insiste chiedendo almeno che siano avvisati i cinque fratelli di non peccare più. “Allora, padre, ti
    prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché
    non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”.
    Strana richiesta, nell’inferno non c’è amore e non può volere il bene dei fratelli. Il ricco in realtà non si preoccupa dei fratelli, egli cerca disperatamente di non subire altre punizioni eterne, derivanti dagli scandali commessi dai fratelli, i quali avevano appreso tutto dal ricco finito nell’inferno. Essi imitavano gli errori del fratello.
    Questo ci dice che uno scandalo non causa un solo peccato, si moltiplicano i peccati per quanti lo imitano
    mentre la colpa principale ricade sulla persona che ha creato inizialmente lo scandalo. Ognuno ha la sua responsabilità, lo scandaloso dovrà soffrire per i suoi peccati e tutti i peccati commessi dai suoi imitatori.
    Cosa succederà a quanti inducono attraverso la televisione, milioni di persone a commettere peccati di
    ogni tipo?
    Oggi il Vangelo ci presenta un’altra parabola, e se il figlio indicato è Gesù, il tema della parabola è di aborrire il peccato. Perché i contadini picchiavano i servi del padrone fino ad uccidere il figlio? Per una cattiveria viscerale, una vita vissuta nei peccati più maliziosi.
    Il peggiore male, il vero male del mondo è il peccato.
    Dove è presente il peccato non c’è lo Spirito Santo, non c’è la pace, la gioia e, soprattutto non c’è la sincerità. È una vita vissuta superficialmente senza la sincerità, in molte occasioni ci si rifugia nella falsità, che signi-
    fica doppiezza e ipocrisia. Senza la sincerità è facile cadere nella slealtà, fino a vivere in una perenne inattendibilità.
    Adesso anche il più incallito peccatore ha la possibilità di rinascere a vita nuova e ad incontrare la misericordia di Gesù.
    Deve rientrare in sé, rendersi conto del male commesso, degli scandali dati e chiedere perdono a Dio davanti
    al confessore. Se non può confessarsi perché risposato, chieda perdono davanti all’Eucaristia e sosti spesso davanti al Tabernacolo. Gesù vuole salvare tutti e senza le condizioni di pentimento non ci può essere salvezza.
    Approfittiamo della Quaresima per intensificare la lotta contro il peccato. Fate ogni giorno l’esame di coscienza e considerate i peccati, cercate di comprendere la causa e l’effetto. Cosa ha spinto a commetterlo, se c’è
    stata resistenza nella tentazione oppure all’arrivo del pensiero maligno si è caduti subito.
    Oggi il peccato veniale è ridicolizzato dai sapienti che preferiscono anche quelli mortali, senza considerare
    più quelli che indeboliscono l’anima. Il peccato veniale sembra innocuo invece porta in sé una malizia particolare.
    Per affrontare decisamente la lotta contro il peccato veniale è necessario riconoscerlo per quel che è:
    un’offesa a Dio. Sarà piccola ma è sempre un’offesa deliberata. La ripetizione di molte offese piccole farà diventare abituale il peccato ed anche quelli mortali saranno considerati innocui. Così si arriva a perdere il senso
    del peccato.
    Dobbiamo chiedere ogni giorno allo Spirito Santo di aiutarci a riconoscere con sincerità le nostre debolezze
    e i peccati, ad avere una coscienza delicata, che chiede perdono e non giustifica mai i suoi errori.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16).
Sabato 7 marzo 2015 II Settimana di Quaresima 0

Sabato 7 marzo 2015 II Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Lc 15,1-3.11-32)
    Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo
    aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed
    egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per
    un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti
    salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami
    come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe
    compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il
    Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era
    perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno,
    quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto
    sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo
    padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un
    capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze
    con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e
    tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato
    in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Un’altra parabola ci presenta oggi la liturgia, qui si fa riferimento anche alla morte. “Questo tuo fratello era
    morto ed è tornato in vita”. Non possiamo dire lo stesso dei cristiani che vengono martirizzati in Iraq, ed è
    grande l’angoscia che colpisce soprattutto i credenti. Se questi fratelli martiri entrano in un’altra vita, quella vera del Cielo, non è umano quanto sta avvenendo di gravissimo in Iraq e con i potenti del mondo che continuano
    ad osservare in silenzio.
    È una buona occasione per le organizzazioni segrete che vogliono distruggere il Cristianesimo l’azione
    dell’Isis contro i cristiani, infatti i terroristi musulmani pretendono la conversione di massa all’islamismo o
    la morte di tutti i cristiani. Il silenzio dei potenti è un tacito assenso a questa tragedia che ha visto finora la
    morte di migliaia di seguaci di Gesù Cristo.
    Uccisi nei modi più orrendi, anche i bambini vengono quasi squartati dai sanguinari terroristi musulmani,
    colmi di odio satanico per i cristiani. La nostra preghiera deve essere forte, costante e potente, non lasciamo soli questi coraggiosi cristiani e chiediamo per tutti l’intervento del Signore e la potentissima protezione
    dell’Immacolata.
    Sempre i terroristi musulmani sono entrati in Libia e stanno occupando grandi città anche per favorire la fuga dei libanesi verso l’Europa, ma tappa obbligata è l’Italia. Sono un milione i migranti pronti a invadere l’Italia, l’allarme lo ha lanciato Fabrice Leggeri, direttore di Frontex. Il nostro ministro degli esteri Paolo Gentiloni
    ha risposto: “Non serve sollevare allarmi e allarmismi”. Forse li solleverà quando gli immigrati invaderanno in
    massa l’Italia? Dobbiamo solo aspettare?
    Ho già scritto che gli immigrati vanno aiutati e non discriminati e che tra loro ci sono molti -e forse la maggioranza- di persone che cercano di migliorare la loro condizione di vita, cercando un lavoro e una buona sistemazione in Europa. Ma in mezzo a loro ci sono pure migliaia di terroristi musulmani che arrivano in Italia e
    riescono a nascondersi nei covi dei loro complici.
    È una grande tragedia umanitaria vedere centinaia di migliaia di immigrati attraversare il mare in tempesta,
    azzardano viaggi proibitivi con queste condizioni climatiche spaventose. Sono pure costretti a partire anticipan-
    do i tempi, perché i terroristi hanno premura di arrivare in Italia infiltrati tra i buoni e preparare attentati in Europa.
    Lo scorso anno sono entrati in Italia 200 mila immigrati, della maggioranza non si conosce il nome né la residenza perché riescono a fuggire anche dai centri di accoglienza, mentre tra breve si preparano incalcolabili
    sbarchi di migranti e non abbiamo le strutture per accoglierli.
    I politici italiani stranamente non fanno nulla per fermare le partenze in Libia e si rimane amareggiati nel
    vedere questi politici benestanti e solenni, indifferenti verso questo dramma umanitario.
    A questo si aggiunge la beffa dell’accoglienza degli immigrati negli alberghi, lo Stato italiano paga per ognuno anche 70 euro, ma la cifra media dovrebbe scendere di diverse decine di euro. Sono contento per
    l’ospitalità data agli immigrati, ma per quanto tempo potranno rimanerci? Non è un’illusione momentanea che
    li farà soffrire quando lasceranno quelle strutture? E gli italiani poveri che non riescono a mangiare?
    Sono molti i politici di ogni estrazione che agiscono senza Dio, decidono senza amore per la persona,
    ignorano la morale!
    Mai come oggi prevale nella politica la strategia ampia e anticristiana degli incappucciati, per questo sono
    molti a dirigersi verso gli stessi interessi e a promuovere esclusivamente i loro progetti. Non di vita, non di verità, non di bene comune. Solo l’intervento di Gesù potrà sollevare dalle poltrone parlamentari quanti non operano per il bene comune.
    Preghiamo ogni giorno per l’Italia, chiediamo alla Madonna di salvare l’Italia da ogni pericolo di
    guerra e di invasione!
    Ieri abbiamo sentito che una violenta bufera ha colpito parte dell’Italia, anche se non colpevolizzo satana di
    ogni disgrazia, quello che è successo a Forte dei Marmi fa riflettere. Questa è una cittadina frequentata dai ricchi o da presunti tali che comunque sono amici della gente che ama apparire e vive di esteriorità. È uno dei luoghi italiani più adatto all’alta società, valutata in soldi e non in morale.
    Non sto qui a condannare i turisti che vanno, vi si recano anche molte persone perbene che amano il lusso e
    lo sfarzo senza dare scandali.
    Forte dei Marmi fa parte della Versilia, la quale è la parte della Toscana nord-occidentale, all’interno della
    provincia di Lucca, compresa nei territori dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema.
    La riviera costiera ha una forte vocazione turistica con una immensa spiaggia dorata ed una vivace attività
    mondana. Qui infatti sono numerosi i locali notturni e le discoteche storiche che si affacciano direttamente sul
    mare.
    Ieri un vento a 140 km orari ha sradicato 1000 alberi secolari, maestosi e adornanti, sistemati in tutta la cittadina rimasta distrutta, perché gli alberi pesantissimi si sono abbattuti sulle case, macchine e altro. Perché proprio Forte dei Marmi e non una zona vicina?
    Non pensiamo a satana, pensiamo che è stata permissione di Dio per tutta l’immoralità e la vergognosa perversione che vivono anche i giovani, frequentatori delle discoteche e di altri luoghi salottieri.
    Introduco alcune parole di Gesù che sono l’argomento del Vangelo di oggi: “Un uomo aveva due figli”. Abbiamo letto la parabola e ci accorgiamo che le conseguenze del peccato nell’anima sono tremende, fino ad oscurare l’intelletto e far dimenticare ogni riconoscenza e amore. Il figlio più piccolo dimenticò tutto il bene ricevuto dal padre e lo abbandonò.
    Molti cristiani dimenticano con facilità le Grazie e gli aiuti ricevuti da Gesù e dalla Madonna, Li abbandonano e adorano gli idoli.
    Tutti siamo il figliol prodigo, nel senso che abbiamo tutti la possibilità di ritornare a Dio dopo avere dilapidato ogni suo dono e Grazia. Per farlo dobbiamo valutare il peccato come massima tragedia dell’uomo. Se non
    c’è questa consapevolezza rimane difficile convertirsi sul serio e iniziare una nuova vita con Gesù.
    Non bisogna pensare che avviene in pochi minuti la conversione e la convinzione della tragedia del peccato,
    è un cammino di Fede. Occorre pazienza se si continua a peccare, ma risolutezza nella lotta, bisogna proporsi
    una maggiore vigilanza e la pratica della virtù opposta.
    Ognuno di noi rispecchia uno dei due figli della parabola, ma tutti possiamo essere il figliol prodigo
    che rinasce a vita nuova.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16).
Domenica 8 marzo 2015 III DOMENICA DI QUARESIMA 0

Domenica 8 marzo 2015 III DOMENICA DI QUARESIMA

  • VANGELO (Gv 2,13-25)
    Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
  • Dal Vangelo secondo Giovanni
    Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi,
    pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si
    ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:
    «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo
    farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni
    lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a
    Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome.
    Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza
    sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    È un episodio forte e che manifesta il coraggio di Gesù, la sua ardente sete di onorare il Padre ma anche
    l’amarezza nel vedere la condizione del tempio, ridotto a un luogo di mercato. Come il tempio duemila anni fa, oggi
    anche la nostra amata Chiesa corre il tremendo pericolo di non essere più identificata come la Casa del Padre ma
    come la casa del mercato, dove si vive senza morale e si punta alla carriera trascurando i Comandamenti di Dio.
    Nella Chiesa possiamo essere fratelli o rivali, non lo vogliamo noi ma quanti hanno perduto la Fede e
    vivono nell’orgoglio.
    Gesù si era recato al tempio e conosceva la condizione mercantile di molti ebrei che si recavano al tempio,
    interessati più alla vendita degli animali e di altri oggetti che a pregare Dio. Forse se non avesse visto quanto
    avvenuto mentre entrava nel tempio, Gesù avrebbe agito diversamente, perché questa reazione Lo espose subito
    all’odio degli scribi, dei sacerdoti, dei farisei. La prudenza Lo teneva ancora fermo e non dava occasione ai nemici di osteggiarlo.
    Quando si accorse che alcuni venditori di animali beffeggiavano alcuni anziani poveri ma desiderosi di offrire un agnello a Dio, Gesù mise da parte quella prudenza che Lo faceva attendere ed agì con pieno sdegno, cominciò a rovesciare tavoli e a scacciare tutti i mercanti perché era troppa l’immoralità che Dio aveva sopportato
    nella sua Casa.
    Gesù avrebbe pensato anche ai mercanti e ai cambia valuta in un secondo momento, nel tempo opportuno,
    qui ci mostra che le colpe degli uomini possono fare anticipare la giustizia di Dio. Un Dio pieno di bontà e misericordioso attende la conversione dei suoi figli, ma quando si accorge che la loro condizione spirituale è peggiorata e non c’è più possibilità di ritornare a Lui, “allora fa una frusta di cordicelle e scaccia tutti fuori”.
    In questo periodo storico il peccato sociale è arrivato veramente a sfiorare l’infinito… Sono incommensurabili le offese a Dio e nonostante tutta l’immoralità diffusa in ogni dove, ha dato a tutti la possibilità di pentirsi
    con le apparizioni della Madonna. Intendo quelle autentiche, perché il 90% di quelle che si conoscono nel mondo sono false. Ho già spiegato i criteri per capire l’attendibilità, uno è la docilità del veggente, il quale non cerca di imporre il fenomeno che vive, anzi, se è davvero autentico non ne parla affatto.
    Natuzza Evolo non cercava assolutamente popolarità, erano i giornalisti a cercarla e lei rispondeva
    con somma umiltà e bontà.
    Le offese a Dio ogni giorno si moltiplicano, noi siamo chiamati a riparare con la nostra vita virtuosa, perché
    la nostra missione di cristiani autentici è di aiutare Gesù e la Madonna a salvare peccatori con la preghiera forte
    e costante. Anche quelli che non conosciamo e abitano in altri Continenti.
    Dobbiamo pregare di più e bene, dobbiamo fare mortificazioni e ogni giorno si presentano centinaia di occasioni per usare pazienza, evitare giudizi, amare, perdonare, aiutare i vicini e quanti non conosciamo, sostenere i
    poveri, essere sempre gentili e sorridenti, non dire bugie, rispettare tutti, compiere bene il proprio lavoro, non
    provare invidia, bloccare l’orgoglio e la superbia.
    Una vita mortificata è indispensabile per seguire veramente Gesù, in caso contrario non ci ascolta perché non osserviamo il Vangelo.
    Procedendo in questo cammino con la pratica della mortificazione giornaliera, riusciremo con facilità a considerare la Chiesa come la Casa di Dio, dove Lui dimora in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Molti Consacrati
    e credenti non provano alcuna attrazione di santità della Chiesa, non lo considerano un luogo sacro dove c’è il
    Santissimo, e si comportano come in un luogo ricreativo.
    Prima della Santa Messa, alle volte anche durante e poi alla fine, quante voci si sentono in Chiesa, la gente
    parla e scherza, risponde al cellulare, non ha alcuna riverenza verso Gesù Eucaristia, entra ed esce come se si
    trovasse in un locale pubblico. Queste persone continuando così non cresceranno mai nella Fede, il loro è solo
    un sentimentalismo effimero e le loro preghiere sono recitate senza amore. Non valgono nulla!
    Gesù anche verso queste persone utilizza la frusta dell’allontanamento dalla Casa di Dio, perché la loro presenza è una dissacrazione.
    Non si deve pensare che Gesù è contento di tutti quelli che vanno a Messa, Lui che conosce perfettamente i
    cuori e ogni fibra di ognuno, valuta infallibilmente l’intenzione con cui i credenti vanno in Chiesa e per giustizia non può donare nulla a quanti nulla donano a Lui.
    Se non osservano la sua Parola e seguono solo i loro capricci, cosa possono pretendere da Gesù? Se non si
    rinnegano e vivono nei peccati?
    Riflettendo serenamente sulla condizione della nostra amata Chiesa, vengono in mente tanti degli incalcolabili scandali e da molti non viene più considerata come la Casa di Dio. Cosa possiamo fare noi per aiutare le
    persone che conosciamo a ritornare a Messa? Innanzitutto và spiegato che la Chiesa è istituzione Divina perché
    fondata da Gesù ed è sempre Santa. Sono gli uomini a sbagliare.
    Parlate della Messa a tutti, spiegate che gli uomini possono sbagliare ma Dio è infallibile, dona Grazie
    a chi Lo cerca con amore.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
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    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)
Lunedì 9 marzo 2015 III Settimana di Quaresima 0

Lunedì 9 marzo 2015 III Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Lc 4,24-30)
    Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene
    accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il
    cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si
    riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul
    quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola
    del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Sorprende l’atteggiamento dei paesani di Gesù quando ascoltano alcune citazioni bibliche. “Tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno”, non solo per questa citazione, Gesù poco prima aveva detto anche altro che fece
    scoppiare l’invidia in coloro che Lo conoscevano da molti anni e non sopportavano la sua popolarità.
    È una gran brutta cosa l’invidia, fa star male chi ce l’ha e causa danni di ogni tipo a chi ne paga le
    conseguenze.
    Il brano del Vangelo di oggi bisogna contestualizzarlo insieme ad altri versetti che lo precedono e nel capitolo 4 riguardano i versetti dal 16 al 30. Oggi meditiamo dal 24 al 30, ma è opportuno focalizzare meglio la situazione.
    Gesù si recava a Nazaret per la prima volta dopo avere dato inizio alla sua predicazione, come scrive San
    Luca in 4,14-15: “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la
    regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi”.
    Questo ritorno in Galilea avvenne dopo le tre tentazioni nel deserto, narrate nei versetti 1-13 dello stesso capitolo, e dopo si diresse verso Nazaret. Come leggiamo sopra, la fama di Gesù era molto diffusa nella regione
    per la novità del suo potere imperioso sui diavoli, sulla natura, sulle malattie. Il versetto 15 precisa che “tutti ne
    facevano grandi lodi”. Tranne i suoi compaesani, in essi la sorpresa e la curiosità iniziale si trasformarono in
    odio verso Gesù.
    È vero che alcune sue parole scossero i presenti, essi avevano altre aspettative, si erano illusi di poter sentire
    parole di ammirazione, mentre vennero colpiti da rimproveri severi. Ne avevano bisogno. È meravigliosa la piena
    coerenza di Gesù, ci colpisce profondamente, non agisce secondo criteri di compiacenza e di compromesso.
    Prendiamo questo insegnamento in noi, facciamolo nostro con il proposito di non andare mai contro la
    retta intenzione.
    Gesù veniva da grandi predicazioni e grandi consensi prima di arrivare a Nazaret, ma già sapeva cosa avrebbe incontrato a Nazaret. Conosceva le persone, sapeva perfettamente cosa era presente nei loro cuori. Non cambiò atteggiamento perché erano concittadini e parenti, continuò a predicare sempre la stessa dottrina. Sapendo
    di ricevere attacchi.
    Vediamo invece come ci comportiamo noi quando sappiamo che un familiare o un parente, un collega, un
    conoscente, non crede in Dio e dileggia la nostra Fede. Spesso si tace o annacqua il Vangelo per timore di suscitare reazioni, ma forse Gesù non reagirà contro chi agisce così? Si può considerare un credente coerente?
    Ci sono casi in cui dopo avere dialogato e avere dato buoni insegnamenti è preferibile non appesantire il carico per un certo periodo da stabilire, lasciando assimilare quanto detto. In molti altri casi però i cristiani preferiscono il silenzio per evitare complicazioni.
    I veri cristiani sono sempre coerenti, noi vogliamo mostrare la nostra Fede nei luoghi che frequentiamo senza paura dei giudizi negativi.
    La prudenza ci guida nelle relazioni con tutti, per arrivare ad una prudenza matura occorre un cammino di preghiera e di penitenza.
    L’avversione, la contrarietà e a volte l’odio, saranno quasi sempre presenti nelle persone che non vogliono
    convertirsi per non cambiare vita. Noi non possiamo obbligare o pretendere, è impensabile questo comportamento. Dopo avere pregato per le persone che vogliamo aiutare, dobbiamo parlare di Gesù e della Madonna,
    spiegare la nostra bellissima Fede. Gettiamo il seme ma non vediamo i frutti subito.
    Lasciamo germogliare l’Amore di Gesù nelle persone che incontriamo, pregando ogni giorno per la loro conversione.
    Ritorno all’accoglienza riservata a Gesù. Le parole del Vangelo di oggi hanno scatenato la furia quasi omicida dei suoi compaesani, mentre alcuni minuti prima erano felici di ascoltarlo, come leggiamo nel versetto 22:
    “Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca”.
    C’era festa all’inizio, meraviglia di avere un compaesano che fa miracoli, che sbalordisce con insegnamenti nuovi, ma non appena li richiama con le citazioni che leggiamo oggi, si scatenarono contro Lui
    e cercarono di buttarlo giù dal monte, dove “era costruita la loro città”.
    Quello che ascoltavano cambiarono in fretta opinione su Gesù, lo stesso fanno molti oggi che giudicano sulle
    apparenze oppure cercano lodi e non ricevendole reagiscono in modo scomposto. Deve farci riflettere la reazione dei compaesani contro Gesù, inviperiti per avere ascoltato due esempi reali dell’Antico Testamento.
    Fino al momento del discorso largo e della profezia di Isaia sul Messia, “lo Spirito del Signore è sopra di
    me; per questo mi ha consacrato con l’unzione” (4,18) nessuno reagì e Gesù applicava a se stesso quella profezia. Quando rivelò che proprio Lui, il Messia, chiedeva la loro conversione che si ritenevano inopportunamente
    santi, proprio loro reagirono come demoni.
    Gesù lo aveva appena detto: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.
    Non intendeva solo Nazaret ma l’intera Nazione, infatti morirà crocifisso per mano dei suoi connazionali.
    L’insegnamento che ricaviamo è ampio.
    Gesù non teme nessuno ed annuncia il Vangelo con una libertà straordinaria. Lui è venuto per salvare e non
    per calcoli di convenienza, come succede oggi in certe circostanze, quando si evita di predicare l’insegnamento
    completo del Vangelo. L’unica preoccupazione del Sacerdote deve essere quella di salvare le anime, senza
    compromessi con nessuno e deve annunciare tutta la Verità.
    Chiediamoci come accogliamo Gesù nella nostra vita, se resistiamo come i nazaretani oppure se siamo veramente docili. La docilità è completamente assente in essi, fingevano una falsa umiltà per scatenarsi contro
    Gesù non appena affermò che la salvezza non era sicura per nessuno. Neanche per loro che si ritenevano santi.
    Noi che considerazione abbiamo della nostra spiritualità?
    Avrei voluto soffermarmi maggiormente sulla docilità, lo farò prossimamente, aggiungo che nel cammino di
    Fede avanzano solamente i credenti che si sforzano di rinnegarsi e con docilità ascoltano Gesù che parla nel
    Vangelo. Senza la vera docilità è difficile ricevere Grazie, mentre Gesù vuole ricolmarci di benedizioni e trasmetterci il suo Spirito che santifica.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
    SOSTIENI L’APOSTOLATO PER GESÙ E MARIA. Aiuta con donazioni la diffusione del Vangelo, la Parola di
    Vita che salva le anime e guarisce le malattie. Il nostro apostolato è vastissimo e non abbiamo fini di lucro,
    abbiamo bisogno di offerte per sostenere tutte le spese. Aiutaci a continuarlo secondo il Cuore di Gesù. Il nostro forte impegno vuole far conoscere Gesù ovunque e diffondere la vera devozione alla Madonna. Vogliamo
    diffondere e difendere la sana dottrina della Chiesa. Il vostro contributo economico è un segno di stima e di
    amore, manifestazione di vicinanza e di Fede. Diventa anche tu difensore dell’unica Chiesa fondata da Gesù.
    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16).
Martedì 10 marzo 2015 III Settimana di Quaresima 0

Martedì 10 marzo 2015 III Settimana di Quaresima

  • VANGELO (Mt 18,21-35)
    Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.
  • Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me,
    quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino
    a settanta volte sette. Per questo, il Regno dei Cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.
    Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché
    costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me
    e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
    Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo
    soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
    pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho
    condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così
    come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito
    tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore
    Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
    Il comportamento di Dio verso le persone che non perdonano, soprattutto riguardo i cristiani viene descritto
    chiaramente in questo brano da Gesù. “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai
    pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”.
    Gesù spiega che non si può ottenere il perdono da Dio e poi non donarlo a qualcuno che sbaglia. Oppure,
    non si chiede il perdono a Dio se non c’è nel cuore la disponibilità a perdonare gli altri, anche se fossero colpevoli di azioni gravi. Il perdono non richiede necessariamente l’incontro con chi non ci ama o non si ritiene opportuno incontrarlo, è sufficiente perdonare nel proprio cuore e pregare per tutti.
    La parabola di oggi verte sul perdono, viene spiegato che il Padre non può perdonare il cristiano che
    non perdona gli altri.
    La condizione che viene posta è di perdonare di cuore, l’ho spiegato sopra che è sufficiente sentire nel proprio intimo il superamento di ogni rancore verso gli altri, inoltre il perdono autentico è quello che si dona con
    amore, quindi con il cuore. Un cammino impegnativo, non c’è dubbio, ma tutto è possibile quando si chiede aiuto a Gesù, si ripete con insistenza la richiesta del suo intervento per perdonare chi non ci ama.
    La parabola coinvolge un re che regola i conti con i suoi servi ed è misericordioso verso un servo che gli doveva una somma altissima, e oltre ad avere compassione di lui gli condona anche il debito. Una fortuna inaspettata e immeritata per il servo, proprio per questo avrebbe dovuto cambiare mentalità e pentirsi delle sue azioni
    leggere. Invece, alla prima occasione mostra di non avere per nulla compreso la benignità e la misericordia del
    re.
    Subito dopo incontra “uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari”, un cifra ridicola rispetto al debito che lui aveva con il re, infatti gli doveva diecimila talenti, mentre era creditore di soli cento denari dal suo
    compagno. In pratica, lui doveva restituire diecimila euro al re mentre il suo compagno doveva a lui solo cento
    euro.
    Una sproporzione notevole, ma lui non era buono e non aveva l’umiltà, la bontà, la giustizia per agire
    nella verità.
    Dal re aveva ottenuto il condono di una somma elevatissima dopo averlo supplicato in ginocchio, mentre dal
    suo compagno pretendeva una cifra ridicola e lo ammoniva con queste severe parole: “Restituisci quello che
    devi!”. Anche il suo compagno si prostrò per terra e lo supplicava con parole accorate: “Abbi pazienza con me
    e ti restituirò”. Ma il servo spietato era cattivo.
    È chiarissima la parabola, parla di un credente che supplica Dio per ottenere perdono dei peccati ma continua a maltrattare un suo amico o conoscente e non lo perdona, non concede il suo perdono perché pretende la
    piccola somma che gli deve. Da Dio lo vuole subito il perdono, al suo conoscente non lo concede.
    Dobbiamo capire il significato del perdono, è senza limite e verso tutti. Anche se qualche volta non si può
    manifestare per cause superiori, invece ai familiari o a quanti conosciamo dobbiamo esprimerlo apertamente,
    pronunciando parole di amore e spiegando che non ricordiamo più il torto subito. Questo significa che non possiamo intimare agli altri di non sbagliare più, perché ognuno deve preoccuparsi delle sue azioni, delle parole
    che pronuncia.
    C’è da considerare che ognuno di noi è in grado di perdonare secondo la spiritualità che possiede, oltre quella non può andare e per questo trova grandi difficoltà a capire anche la ragione del perdono. È sufficiente sapere
    che lo ha detto Gesù: “Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà”.
    Il Padre ci ama così come siamo ed è sempre pronto a perdonarci se umilmente ritorniamo a Lui. Il
    suo perdono va richiesto.
    La parabola ci dice che il perdono che noi doniamo agli altri, è sempre poco, pochissimo, rispetto al perdono
    che riceviamo da Gesù.
    Dobbiamo perdonare offese, cattiverie, persecuzioni, tradimenti, diffamazioni, falsità, ecc. ma non sempre
    occorre incontrare chi ci ha arrecato molto male. È già sufficiente perdonare sinceramente nel proprio cuore e
    desiderare il bene di tutti.
    Sono continuate ad arrivare incalcolabili messaggi di gioia per la mia piena riabilitazione, dopo oltre sette
    anni di ostilità e ingiustizie contro me. Ho sempre perdonato chi ha sbagliato, non c’è stato mai un solo momento in cui non ho provato compassione e amore. Dal 2007 ho sofferto in spirito di obbedienza un oltraggio indescrivibile che ha scatenato nei cattivi, offese e umiliazioni alla mia persona.
    Tutte false accuse, infondate e illogiche. A questo conduce l’odio, la stupidità, il distacco da Gesù anche se
    si considerano santi…
    In questi anni ho ringraziato Gesù perché mi ha dato l’onore di sperimentare anche io oltraggi ed insulti patiti da Lui.
    Continuo a ringraziare Gesù per tantissimi motivi, anche per il dono che mi ha concesso di restare oltre sette
    anni crocifisso ingiustamente e infangato da persone che vanno a Messa ma si illudono di essere cristiani, non
    hanno capito nulla di Gesù e del Vangelo. Anche queste persone perdono pienamente di cuore e chiedo a Gesù
    ogni giorno, la loro salvezza eterna.
    “Gent.mo Padre Giulio le preghiere di noi tutti hanno portato i frutti, continui con grande amore questo
    suo apostolato,che per noi è acqua viva. Le auguro ogni bene Anna De Rose”.
    “Salve padre Giulio, ho saputo che è stato riammesso. Sono felicissima per lei, le faccio le mie più sentite
    congratulazioni. Quando verrò in Sicilia la verrò a trovare. Io e mio marito preghiamo sempre per lei. Ero sicurissima che la Nostra Madre Celeste non l’avrebbe mai abbandonata. Saluti. Preghi per noi grazie di cuore.
    Rosalia Cirà”.
    «Non ho mai scritto in privato. L’occasione me lo impone perché la sua gioia è anche la mia che la seguo da
    molto tempo e non sapevo di questo abuso perpetrato nei suoi confronti. La dimostrazione che “il fumo di satana dentro la Chiesa” esiste, lo leggiamo nella sua missiva ma gli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa.
    La sua fede, costanza e tenacia le hanno dato ragione. Auguri di vero cuore. Un umile servo di Dio, suo lettore.
    Dott. Salvo Recupero”.
    “Mi unisco alla gioia pur non conoscendo la storia (la apprendo soltanto adesso) condivido questo importante momento e colgo l’occasione per ringraziarla immensamente del lavoro che fa per tutti. Dio la benedica.
    Maria Tripodi”.
    “Caro Padre Giulio, pace e bene. Sono davvero contenta che lei sia stato riabilitato. È sempre un piacere
    leggere i suoi commenti al Vangelo carichi di speranza e di pace e amore. Sono una catechista e ci sono momenti di difficoltà, quando non va bene con i ragazzi ci si sente ancora di più inadeguati. Non è semplice testimoniare la propria fede in un mondo che vuole vivere senza Dio. La ringrazio per il suo apostolato. Elisabetta
    Fois”.

    P. Giulio ho appena letto la bellissima notizia, il mio cuore e stracolmo di gioia, Lode e Grazie a Gesù e
    Maria. La giustizia terrena e divina hanno trionfato, mi sento accompagnata ogni giorno dalla sua preghiera e
    lodo e ringrazio Dio per averla incontrata. Preghi per la mia famiglia abbiamo tanto bisogno, io la ricordo
    sempre nelle mie preghiere… Viva Gesù e Viva Maria. Che il Signore l’accompagni sempre e le dia forza, coraggio, luce e serenità affinché possa accompagnarci ancora per tanto tempo in questo cammino meraviglioso
    che stiamo facendo tutti insieme per condurci ai piedi di Gesù e Maria. Rosa Giordano”.
    “Carissimo Padre Giulio Maria, Sono molto felice! L’Immacolata interviene sempre, secondo la volontà e i
    tempi voluti dal Signore. Spero che continui a inviarci i commenti del Vangelo, che ci sono molto preziosi. Ave
    Maria! Rina Mottini”.
    “Complimenti complimenti complimenti. gioiamo con voi. Dio Padre ha ristabilito, per intercessione della
    Santissima Vergine Maria, la verità. Un mio amico Sacerdote mi ha detto: Dio Padre dona sempre giustizia ai
    suoi. Rallegramenti ancora e Preghi per me. Caramente. Francesco”.
    “Caro Padre Giulio Maria, gioisco con voi nel leggere la bella notizia. Gesù non abbandona MAI i suoi
    nelle mani del nemico della Chiesa, e la Madonna circonda TUTTI I suoi figli fedeli con il Suo Manto Immacolato. Desidero anche ringraziarla per il Vangelo giornaliero che mandate tramite e-mails e per il Vangelo rivelato a Maria Valtorta. Sono per me una fonte spirituale. In Gesu e Maria. Giuseppina Carbone, Canada”.
    “SONO FELICISSIMO per LEI! Se lo merita! E lo dico di slancio e di cuore! Siano ringraziate la Santissima Trinità e la Madonna. Preghi per me che io sia liberato dalle influenze nefaste nella mia vita. Grazie mille.
    Marco Sernesi”.
    “Buonasera Padre Giulio, sono immensamente felice per lei e colgo l’occasione, approfitto per ringraziarla
    infinitamente per la sua mail quotidiana. La sua catechesi e le sue parole sono per me veramente edificanti e
    fonte di meditazione e di approfondimento nella conoscenza della Parola di Dio. Amo il Signore con tutto il
    mio cuore e la mia mente e la mia anima. Le chiedo per favore di pregare la Madonna per me perché interceda
    presso Suo Figlio Gesù e sciolga questo nodo che da anni mi impedisce di trovare un lavoro stabile e qualificato. Sono laureata in Economia e Commercio e desiderosa di lavorare, ma ciononostante non riesco a trovare
    una situazione lavorativa adeguata. Confido nella sua preghiera. Grazie di tutto. Che Dio la benefica Padre
    Giulio! Giovanna”.
    “Buona sera padre Giulio Maria, sono anni che leggo i suoi scritti interessanti e veritieri, è proprio vero la
    VERITA’ viene sempre a galla basta avere pazienza… Gesù e Maria provvedono sempre, specialmente a chi li
    ama veramente. Congratulazioni Padre e buona continuazione per il suo apostolato, scomodo per qualcuno ma
    che la grande maggioranza sa che dice il vero. Grazie Padre e continui la sua opera, continueremo a pregare
    per lei e lei per noi. Possano Gesù e Maria donarle ancora tante altre soddisfazioni nella sua vita. Giuseppina”.
    “Grande Padre Giulio!!!!! Congratulazioni!!! Grazie Gesù e Maria!!! Che Dio La benedica e La protegga
    sempre, e il Sangue preziosissimo di Gesù con il Manto della nostra Mamma Celeste L’avvolgano sempre a mo’
    di armatura contro gli attacchi del male!!! SIA LODATO GESÙ CRISTO!!! A DIO L’ONORE, LA POTENZA E
    LA GLORIA… SEMPRE!!! La prego di tenere me e la mia famiglia nelle Sue preghiere… Lei è nelle mie. Grazie, Monica Schroeder”.
    “Sia lodato Gesù Cristo, gioisco con lei caro padre Giulio per questa bella notizia, ora capisco quel nodo
    oppressivo. Lei è di grande esempio per me, vorrei avere un minimo della sua forza. Un forte abbraccio. Le
    voglio tanto bene. Preghi per me. Giulia Maria Piga”.
    “Padre Giulio, Le scrivo da London in Inghilterra. Le auguro Benedizione e auguri nella sua nuova vita Sacerdotale! Grazie per il suo ministero. In Amor Christi. Kindest regards, Anne”.
    (Kindest regards tradotto: I miei più cordiali saluti. ndr).
    “Carissimo Padre Giulio Maria, Anch’io Le voglio tanto bene e provo una immensa gioia per la notizia che
    ha appena comunicato. Grazie e ancora grazie per l’amore che dimostra a Gesù e Maria che sono la nostra
    linfa vitale e la nostra forza. Buona e Santa notte. Graziella”.
    “Ave Maria, siamo felicissimi per questa notizia che vedo solo ora. Ci sentiamo domani per rallegrarci, intanto ringraziamo il buon Dio che ha ascoltato le nostre Ave Maria! Rosanna e Giacomo”.
    “Evviva Padre Giulio, sono con Lei in questo momento felice, e ringrazio la Beata Vergine di Lourdes di
    aver fatto emergere tutta la verità! Grazie sempre della Sua benedizione, delle Sue preghiere e delle Sue parole
    incoraggianti verso noi parrocchiani virtuali, ma veri! Beatrice M. Serpieri Misciattelli”.
    “SONO CONTETTISSIMO PER VOI. MERITATE APPIENO IL PARADISO. GRAZIE ANCORA PER AMARE COSI’ TANTO GESU E MARIA. UN ABBRACCIO. ENZO IURILLI
    “Carissimo Padre Giulio Maria, sono felicissima per questa bella notizia. Anche se non ho mai dubitato di
    Lei, e infatti ho sempre voluto continuare a ricevere la Sua newsletter e -per quel che ho potuto- L’ho sostenuta
    con delle donazioni. Sono felice comunque che la verità sia venuta a galla e che Lei sia stato formalmente riabilitato. Ringraziamo la Madonna che ha interceduto presso il Suo Figlio e che L’ha aiutata e sostenuta duran-
    te tutto questo tempo, per Lei così difficile e doloroso. Il Signore è buono e non abbandona mai i Suoi figli. Che
    Dio La benedica e La protegga sempre. Cordiali saluti. Anna Moris”.
    “Questa notizia mi ha riempito di gioia, non per conferma per me, che da quando l’ho conosciuta virtualmente l’ho seguita con fiducia totale, mi riempie il cuore di gioia per lei anche se ripeto quello che doveva dimostrare lei, lo ha testimoniato con il continuo e totale servizio a Gesù e Maria. GRAZIE DI CUORE PER
    TUTTO! UNITI IN PREGHIERA CON GESÙ E MARIA. Paolo”.
    “Ave Padre Giulio, sono contentissimo per Lei quando ho letto la notizia della Sua riabilitazione ero in Ufficio quasi piangevo dalla gioia. Sia lode a Gesù. Quando parlavo di Lei a delle persone del Suo modo di spiegare il Vangelo, di come deve essere la condotta di un vero cristiano, solamente chi è pieno di Spirito Santo
    può dire queste cose e io non ho avuto dubbi sulla Sua onestà, ho sempre detto: ricordate Padre Pio quante
    volte è stato calunniato e gli hanno anche proibito di confessare e celebrare la S. Messa. Padre Giulio sta passando tutte queste cose a causa del Vangelo, non dubitate e abbiate fede. Grazie Padre Giulio non vedo l’ora di
    conoscerLa di persona grazie ancora, il Signore La benedica e la Madonna la protegga sotto il Suo manto.
    Domenico Madonia”.
    “Stimatissimo fratello. Non posso che esserLe vicino in questo momento di rientro nella Famiglia del Suo
    Ordine e gioire con Lei se questo per Lei è importante, ma a parte questo Le volevo dire che ho sempre apprezzato le Sue riflessioni, le Sue omelie, attento sempre alla Sua umiliazione indotta da altri fratelli o sorelle, da
    esseri umani. Personalmente ho incontrato in Lei un Fratello, maggiore e sapiente, da leggere e soprattutto un
    fratello al quale Nostro Padre ha dato il grande dono di evangelizzare, di dare la Parola a noi e di renderla
    comprensibile. Ma personalmente il più grande dono che il Padre Le ha dato è quello che dopo il Suo parlare,
    Lei ci induce prontamente alla riflessione, alla sosta, al silenzio, alla preghiera e questo, mi permetta di dirglieLo, non è da tutti. Concludo inviandoLe i miei fraterni saluti e GRAZIE, sentitamente GRAZIE, per quello
    che Lei fa ogni giorno, per il Suo gregge e per la cura e l’amore che quotidianamente spende. Pace a Lei. Alfredo Catracchia”.
    1 Ave Maria per Padre Giulio
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    “Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16).