Categoria: MARIA MADRE DI DIO

MARIA LA FORMATRICE DEI SANTI 1

MARIA LA FORMATRICE DEI SANTI

L’AMATA DAI SANTI

Maria Santissima è la Madre dei Santi. Dove c’è un Santo c’è Maria, ho già scritto. Sì, perché senza Maria il cammino verso la santità è impossibile. E’ Lei la Formatrice dei Santi come anche Lei formò il Santissimo nel concepirLo, darLo al mondo, curarLo, guidarLo nei Suoi primi passi e nella crescita. È stata la Maestra di Gesù Bambino, di quel Bambino il cui Spirito era lo Spirito del Creatore del mondo. Maria ha ricevuto dal Figlio, l’incarico di formare tutti i Santi, e Lei svolge questo compito con lo stesso amore e con la stessa obbedienza che mostrò nell’Incarnazione del Verbo in Lei. Però, non sempre Maria trova l’anima eletta docile alle Sue chiamate alla Santità, allora, come Madre premurosa e sapiente, si serve anche di circostanze che apparentemente sembrano cattive. Così San Camillo de Lellis dovette benedire per tutta la vita la guerra a cui prese parte contro i turchi, e la piaga inguaribile della sua gamba; San Girolamo baciò le catene della sua prigionia a Treviso; Sant’Ignazio diLojola scrisse che la grave ferita di Pamplona, gli aprì gli occhi dell’anima; San Pietro Gonzales benedisse la sua caduta, per l’impennarsi del cavallo, tra gli scherni del popolo che prima lo aveva applaudito; Sant’Alfonso Maria dè Liguori dovette alla dimenticanza di un documento, per pura distrazione, una sconfitta in tribunale, che gli fece abbandonare il foro e il mondo, per abbracciare una vita che lo condusse alla santità. Diventerà uno dei più appassionati innamorati della Madonna e, su Lei, scriverà uno dei libri più letti nel mondo: “Le Glorie di Maria”. La Madonna è la Regina dei Santi, perchè Li supera tutti nelle virtù e nella gloria. Ella apparve a San Tommaso di Canterbuy dicendo che in Cielo gode sette particolari gaudi:1- perchè è glorificata più di tutte le creature;2- perchè supera tutte le gerarchie celesti nella Verginità;3- perchè l’intera corte celeste rifulge della Sua gloria;4- perchè tutta la corte celeste La onora e La venera quale Madre di Dio;5- perchè da Sua Figlio ha ottenuto il potere di ottenere per noi qualsiasi favore;6- perchè ai Suoi devoti in Cielo è preparata una gloria speciale;7- perchè la Sua gloria aumenta e dura per tutta l’eternità.Tutti i Santi hanno faticato per imitare Maria, essendo a conoscenza che, più si ama Lei e più si diventa come Lei. Più si prega Maria e più l’anima viene inondata dello Spirito di Maria. Se si dovesse scrivere l’amore che ogni Santo ha avuto per Maria, si dovrebbero riempire di libri le più grandi Biblioteche del mondo, anzi, non basterebbero neppure. Ogni Santo ha amato appassionatamente Maria. Dice San Bernardino da Feltre, che “tutti i Santi del Paradiso guardano a Maria. Se tu hai Maria dalla tua, allora hai tutto, altrimenti non hai nulla, perchè tutto il Paradiso guarda a Lei; e se i Santi La vedono favorevole, tutti presentano suppliche, altrimenti nessuno osa incominciare: tutti tacciono”.Amiamo la Madonna, perchè è la Maestra di santità. Tutti i Santi si sono consumati nell’amare Maria e, se sono stati i più grandi ed anime eroiche, è per la devozione a Maria Santissima. Santi canonizzati dalla Santa Chiesa Cattolica e anime che in vita si sono distinte per la vita particolarmente evangelica, in Paradiso osannano Maria e saranno eternamente riconoscenti per l’ineguagliabile aiuto che Maria ha dato a tutti Loro. San Francesco d’Assisi fu un’anima eminentemente mariana: venerava la Madonna nelle veglie notturne, Le cantava speciali lodi, Le elevava continue preghiere, a Lei consacrò tutti i suoi affetti, La volle come Protettrice dell’Ordine, faceva ogni anno una austera Quaresima in onore di Maria che iniziava il 29 giugno e durava fino al 15 agosto; Santa Veronica Giuliani per tre anni si nutrì solamente di pane ed acqua, e non era mai appagata delle inaudite penitenze che faceva per la Madonna; Padre Pio da Pietrelcina recitava ogni giorno innumerevoli Ave Maria, digiunava ogni sabato a pane ed acqua in onore di Maria, e diceva ai numerosi miracolati: “Ringraziate la Madonna”San Salvatore da Horta, straordinario operatore di miracoli, prima di invocare la Madonna per ottenere miracoli e guarigioni, faceva mettere gli innumerevoli pellegrini davanti l’altare della Madonna e li invitava ad avere grande fiducia nella potenza di Maria; San Massimiliano Maria Kolbe è chiamato il folle dell’Immacolata per il suo infuocato amore alla Madre di Dio; al mortificato e penitente Beato Bernardo da Corleone apparve la Madonna e gli disse che dopo poco tempo sarebbe morto, allorchè il fraticello pieno di gioia, corse in cucina saltellando e sospirando “Paradiso! Paradiso!”San Leonardo da Porto Maurizio ogni volta che suonava l’orologio recitava un’Ave Maria; San Crispino da Viterbo rimaneva ogni sera per più ore dinanzi un quadro di Maria, assorto in contemplazione; San Giuseppe da Copertino quando pregava la Madonna andava in estasi, si alzava da terra e rimaneva sollevato in aria senza appoggio dinanzi una Statua della Madonna, anzi, gli bastava sentire solamente il Nome di Maria per volare in alto; San Luigi da Monfort salutava la Madonna trecento volte al giorno con atti d’amore; Sant’Alfonso Rodriguez digiunava rigorosamente tutti i sabati dell’anno, teneva sempre in mano la Corona del Rosario e recitava l’Ave Maria in onore della Madonna a tutte le ore del giorno e della notte. Pregava pensando a Maria presente, donava tutte le sue suppliche a Maria; San Bonaventura, Generale francescano, ordinò che dopo la preghiera di Compieta in ogni Convento si recitasse il saluto Angelico che si diffuse in tutta la Chiesa, e volle, che ogni sabato si cantasse la Messa solenne della gran Signora; Santa Teresa di Gesù Bambino a cinque anni faceva a casa il mese di maggio, nel giorno della sua Prima Comunione fece la consacrazione totale e perenne di se stessa alla Madonna. Partendo per il Carmelo, portò con sè la statuetta della Vergine Maria e morì esclamando: “Gesù! Maria! Vi amo”San Casimiro scrisse una lode a Maria per recitarla ogni giorno e volle venisse messa nella sua tomba; Cristoforo Colombo cantò la Salve Regina quando scoprì l’America; San Pietro Tommaso era il confidente di Maria, e l’abitudine di portare Maria nel cuore lo trasformò in Lei; la Beata Giovanna, carmelitana, quando desiderava qualche Grazia straordinaria dalla Madonna, recitava quindicimila Ave Maria, e chiudeva ogni centinaio con la Salve Regina; il monaco Bartolomeo si metteva, spogliato, sotto i ghiacci e le nevi per offrire penitenze a Maria, e per questo fu molto perseguitato dai diavoli; la Regina Santa Elisabetta faceva un digiuno di quaranta giorni in preparazione della Festa dell’Assunzione della Madonna, e nelle altre Feste digiunava a pane ed acqua; il Beato Simone digiunava più volte la settimana in onore della Madonna, ed era moderato nel parlare perchè Maria nel Vangelo non parla più di cinque volte; San Ludovico Re di Francia, sommamente devoto della Madonna, recitava ogni giorno in privato l’Ufficio della Santissima Vergine, ogni sabato dava da mangiare a tre poveri dopo aver lavato loro i piedi; Ilarione da Conversano portava sempre con sè un’immaginetta della Madonna e molto spesso la baciava, commosso e devoto; l’umile Sant’Alessio amava intensamente un’Immagine di Maria esposta nella città d’Edessa, ma restò sulla porta della Chiesa per diciassette anni e da lì La guardava, non volendo entrare dentro per profondo rispetto alla Santissima Madre; San Giuseppe Moscati, il dolce dottore dei poveri, in onore della Madonna tutti i sabati e in tutte le novene delle Sue Feste si asteneva dalla frutta. Pregava alcune ore ogni mattina prima di andare all’ospedale e recitava il Santo Rosario per essere guidato da Maria; il Beato Egidio di San Giuseppe aveva una particolare devozione alla Madonna, tanto che teneva accesi quattro ceri giorno e notte davanti ad una copia dell’Immagine della Madonna del Pozzo di Bari, e prima di uscire per la questua e quando rientrava passava sempre a salutarLa; San Gaspare del Bufalo confidava pienamente nella Madonna: quando predicava e improvvisamente pioveva, benediceva il cielo con il quadro della Madonna e subito smetteva di piovere, oppure, l’acqua non bagnava i suoi ascoltatori; San Roberto Re di Francia, nelle vigilie delle Feste di Maria faceva un rigoroso digiuno e vegliava tutta la notte in preghiera; San Francesco Solano cantava spesso le Lodi di Maria, e cantando andava in estavi per l’impeto della dolcezza; la Beata Cunegonda faceva penitenze straordinarie per amore della Madonna, ma il sabato le aumentava, tormentando il suo corpo in memoria dei Dolori di Maria; Sant’Ignazio di Lojola, appena convertito, non aveva uno zelo ordinato e voleva uccidere un moro che aveva dubitato della perpetua Verginità di Maria, ma la Santa Madre lo calmò; San Domenico di Guzman recitava ventiquattro Corone del Santo Rosario al giorno, nonostante i molti impegni di predicatore umile e straordinario; Santa Teresa d’Avila ogni sera, alla presenza della comunità, metteva devotamente nelle mani di Maria le chiavi che le venivano consegnate come si usava nel Monastero, perchè aveva fatto Priora la Madonna; San Giovanni Berchmans consacrò fin dalla fanciullezza la sua castità a Maria e ottenne il dono di straordinaria purità che l’ispirava anche a coloro che lo guardavano. Inoltre, digiunava il sabato e nei giorni di passeggio visitava sette Chiese dedicate a Maria; la Beata Maria Schininà digiunava in onore della Madonna tutti i sabati dell’anno, ogni volta che sentiva battere le ore ripeteva: “Ai Tuoi piedi, piissima Signora, voglio vivere e morire”; il figlio di Carlo II, Re di Sicilia, ammalato gravemente, fece voto alla Madonna di entrare nell’Ordine francescano se fosse guarito, e infatti, dopo la guarigione, diventerà Vescovo di Tolosae poi San Ludovico; alla bambina Rosa non piaceva il suo nome e si rivolse ad una Immagine della Beata Vergine del Rosario, che la consolò e disse che quel nome piaceva anche a Gesù, ma doveva aggiungere un altro nome: Maria. Si chiamerà Rosa di Santa Maria e dalla Chiesa canonizzata come Santa Rosa da Lima; il primo a salutare Maria, Madre di Dio, fu San Giovanni Battista, addirittura non ancora nato, quando si agitò, sentendo la voce di Maria, nel grembo della madre Sant’Elisabetta; San Giuseppe Calasanzio fu un grandissimo devoto della Madonna: ancora bambino si deliziava nel recitare il Santo Rosario, digiunava a pane ed acqua in tutte le vigilie delle Feste mariane e fondò l’Istituto, I poveri della Madre di Dio; San Tommaso d’Aquino per il suo amore alla Vergine, era chiamato: il Servo della Vergine Maria e in punto di morte gli apparve la Madonna; San Leopoldo Mandic visse da innamorato della Madonna. Cercava tutti i modi per onororLa: tutti i giorni celebrava la Messa all’altare della Madonna, più volte al giorno recitava il Santo Rosario, ogni giorno recitava l’Ufficio di Maria, digiunava in tutte le vigilie delle Feste mariane; San Francesco di Paola alla scuola di Maria imparò l’umiltà più profonda, la purezza più eroica, l’uniformità alla Volontà di Dio, l’amore verso il prossimo, la carità ardente verso Dio; per tutta la vita San Giovanni di Dio visse sotto lo sguardo materno di Maria. La sua pietà mariana era ardentissima, i suoi sacrifici per la Madonna erano innumerevoli, le suppliche continue, le privazioni per Maria di ogni genere e sulle labbra aveva sempre il nome di Maria; il Beato Antonio Baldinucci con una Immagine di Maria operava miracoli, come fermare la pioggia, far venire il bel tempo, guarire gli ammalati, moltiplicare il raccolto, convertire le anime; Santa Matilde aveva paura della morte, ma apparve la Madonna e le disse: “Se vuoi morire serenamente e santamente, recita ogni giorno tre Ave Maria”. E la Santa fece una morte invidiabile; San Francesco Saverio portava sempre appesa al collo una Corona del Rosario, e con quella otteneva guarigioni miracolose agli ammalati; San Camillo de Lellis assisteva i moribondi e li metteva sotto la protezione della Madonna, assicurando la loro salvezza eterna; San Giovanni Leonardi dall’inizio alla fine della sua vita fu veramente tutto di Maria; Padre Baldassare Guinigi, nella gioventù era amante del giuoco e del divertimento, sperperò le ricchezze paterne, ma poi fu convertito dalla Madonna e morì santamente da Sacerdote, dopo 60 anni di vita religiosa; San Paolo della Croce portava sempre al collo l’abitino dell’Addolorata e diffondeva la devozione ai Dolori di Maria; Santo Stefano Re d’Ungheria, consacrò il suo regno alla Madonna, Le edificò un grandioso tempio e volle che i suoi sudditi La chiamassero “Grande Signora”Padre Marco Calvo ornò del nome di Maria -quasi fosse un sigillo- i libri, le vesti e tutte le altre cose che aveva in uso. Avrebbe voluto che il nome di Maria fosse scolpito sulle porte e sulle pareti; Giovanni Giuseppe Sahun godeva della presenza abituale della Madonna e l’amore per Lei, lo elevò in pochi anni, alle vette della santità; Sant’Alfonso Maria dè Liguori digiunava ogni sabato a pane ed acqua, ogni giorno recitava il Rosario intero e l’Ave Maria al suono della campana; San Gabriele dell’Addolorata era chiamato il messaggero dell’Addolorata, e l’Addolorata fu quasi tutta la ragione della sua vita; Sant’Alberto Magno onorava la Madonna in tutti i modi, e pur essendo incapace nello studio diventò un dotto per Grazia di Maria; San Pierluigi una volta si ferì ad un dito, intinse con la penna un poco del suo sangue e scrisse: “Amare Maria e farLa amare”Padre Duscarne era devoto dei Dolori di Maria e un giorno ottenne una Grazia dopo aver meditato su Maria Addolorata, facendo per quattordici volte la Via Crucis; Santa Giacinta Marescotti dal giorno della sua “seconda conversione” avvenuta fra le clarisse dopo dieci anni di vita dissipata e scandalosa nel monastero, non volle chiamarsi più Marescotti, ma Giacinta di Maria Vergine, e da quel giorno cominciò una vita di straordinaria penitente.E innumerevoli altri esempi di devozione alla Madonna si potrebbero narrare, perché ogni Santo è stato formato dall’Amore di Maria, modellato secondo l’esemplare, che è Maria, e trasformato per gli insegnamenti di Maria. La Madonna è sempre vicina ad ogni anima, e guarda con compassione chi soffre e La invoca. Per consolare Suor Josefa Menendez le disse: “Figlia mia, non temere mai nè le sofferenze nè i sacrifici. Le vie di Dio sono fatte così. Se vuoi uscire vittoriosa dagli assalti del nemico, ti raccomando due cose: umiliati poiché sei un nulla e meriti nulla, tutto è Grazia di Dio; in secondo luogo, quando ti trovi abbandonata, circondata da tentazioni, con l’anima fredda e senza forza per combattere, non tralasciare mai la preghiera… e va subito ad aprire il tuo cuore a Colei che mio Figlio ti ha dato per Madre quaggiù”.

MARIA, PIENA DI GRAZIA 0

MARIA, PIENA DI GRAZIA

Il Cuore di nostra Madre Maria

fu colmato di Grazie dallo Spirito Santo

Dice il Signore: “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”.

Mediante questo duplice paragone –quello dell’albero, che se è buono dà buoni frutti, e quello dell’uomo che parla di ciò che ha nel suo cuore– Gesù ci insegna che la santità non si può dissimulare, né può essere sostituita da null’altro: si dà quel che si ha. E commenta san Beda: “Il tesoro del cuore è come la radice dell’albero. La persona che ha un tesoro di pazienza e di carità nel cuore produce frutti eccellenti: ama il prossimo e riveste le altre qualità che Gesù insegna; ama i nemici, fa il bene a chi lo odia, benedice chi lo maledice, prega per chi lo calunnia. Ma la persona che ha nel cuore un fondo di malvagità fa l’esatto opposto: odia i suoi amici, parla male di chi gli vuol bene, e tutte le altre cose condannate dal Signore”.

Il cuore di nostra Madre santa Maria fu colmato di grazie dallo Spirito Santo. Eccetto Cristo, mai ci fu né ci sarà mai un albero di ceppo eccellente come la vita della Vergine. Tutte le grazie ci sono giunte e tuttora ci giungono per suo tramite; soprattutto ci è arrivato Gesù stesso, “frutto benedetto” del grembo purissimo di santa Maria. Dalle sue labbra sono sgorgate le più belle lodi a Dio, le più gradite le più colme di tenerezza. Da Lei gli uomini hanno ricevuto il consiglio migliore: “Fate quello che vi dirà”, un’esortazione che ci ripete silenziosamente nell’intimo del cuore.

A Nazaret la Vergine ricevette l’annuncio dell’Angelo che le fece conoscere il progetto che Dio fin da tutta l’eternità aveva nei suoi confronti: farla Madre di suo Figlio, Salvatore del genere umano.

“Il messaggero saluta,infatti, Maria come “piena di Grazia”: la chiama così, come se fosse questo il suo vero nome. Non chiama la sua interlocutrice col nome che le è proprio all’anagrafe terrena: Miryam (Maria), ma con questo nome nuovo: piena di Grazia”

Che cosa significa questo nome? Perché l’arcangelo chiama così la Vergine di Nazaret? […].

Quando leggiamo che il messaggero dice a Maria “piena di Grazia”, il contesto evangelico, in cui confluiscono rivelazioni e promesse antiche, ci lascia capire che qui si tratta di una benedizione singolare tra tutte le “ benedizioni spirituali in Cristo”. Nel mistero di Cristo ella è presente già “prima della creazione del mondo”, come colei che il Padre “ha scelto” come Madre del suo Figlio nell’incarnazione ed insieme al Padre l’ha scelta il Figlio, affidandola eternamente allo Spirito di Santità “. La ragione di questa dignità si fonda sul fatto che la Grazia iniziale di Maria dovette essere tale da disporla a diventare Madre di Dio, realtà che appartiene a un ordine diverso rispetto a quello dei santi e degli angeli. Maria – afferma il Concilio Vaticano II – è “madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di Grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri”.

“Tutta la bontà, tutta la leggiadria, tutta la maestà, tutta la bellezza, tutta la Grazia adornano nostra Madre. – Non ti innamora avere una Madre così ?”. 

La pienezza di Grazia di Maria, un immenso regalo per noi.

Essere grati al Signore per questo privilegio mariano

Afferma san Tommaso che il bene di una Grazia è maggiore del bene naturale di tutto l’universo. La minima misura di Grazia santificante racchiusa nell’anima di un bambino dopo il Battesimo vale di più dei beni naturali di tutto l’universo, più di tutta la natura creata, compresi gli angeli. Nella Grazia è presente una partecipazione alla vita intima di Dio superiore anche a tutti i miracoli. Come sarà allora l’anima di Maria, dal momento che Dio l’ha rivestita di ogni dignità possibile e del suo infinito amore?

Dio si compiace in Maria da tutta l’eternità del suo Essere. “Da sempre, in un continuo presente, Dio si compiace nel pensare sua Madre, Figlia e Sposa. Non è casuale né privo di logica che la Chiesa, nella sua liturgia, applichi e abbia applicato alla Madonna parole della Scrittura, il cui diretto significato si riferisce alla Sapienza increrata”. Così leggiamo nel libro dei Proverbi: “ il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d’allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso; quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicchè le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, mi rallegravo davanti a lui in ogni istante; mi ricreavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo. Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie!”.

La Vergine è, in modo molto profondo, “trono della Grazia”. A Lei si possono applicare le parole della Lettera agli Ebrei: “accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della Grazia, per ricevere misericordia e trovare Grazia ed essere aiutati al momento opportuno”. Il “ trono” , simbolo d’ autorità, appartiene a Cristo, che è “ Re dei vivi e dei morti”. E’ però un trono di Grazia e di misericordia, che possiamo considerare di Maria – così appare negli antichi testi liturgici -, e dal quale ci giungono tutte le grazie. La protezione di Maria è “come un fiume spirituale che da quasi duemila anni si riversa sugli uomini”. E’ la linfa che non finisce di dare frutti in quest’albero che Dio ha voluto piantare con tanto amore. E’ il tesoro immenso di Maria, da cui i suoi figli traggono continuo beneficio. Come meglio potremmo ottenere la misericordia divina, se non ricorrendo alla Madre di Dio, che è anche Madre nostra?

La pienezza di Grazia con la quale Dio volle colmare la sua anima è un regalo immenso anche per noi. Ringraziamo Dio di averci dato sua Madre per Madre nostra, di averla creata così straordinariamente bella in tutto il suo essere. E il miglior modo di mostrargli la nostra gratitudine, è amarla molto, frequentarla durante la giornata, imparare a imitarla nel suo amore per il Figlio, nella sua piena disponibilità alla volontà di Dio. Le diciamo: “Ave Maria, piena di Grazia…”, e rimaniamo incantati da tanta grandezza, da tanto splendore, come di certo successe all’arcangelo Gabriele quando le si presentò davanti. “ O nome della Madre di Dio! In te ripongo tutto il mio amore!”. 

Corrispondenza fedelissima di Maria a tutte le Grazie

La Vergine ebbe in ogni istante la pienezza di Grazia che le era propria, e che giorno dopo giorno cresceva e aumentava, poiché le grazie e i doni soprannaturali non limitano la capacità di chi li riceve, ma la dilatano e l’allargano per nuove grazie nuovi doni. Quanto più si ama Dio tanto più l’anima diventa capace di amarlo di più e di ricevere più Grazia. Amando si acquistano nuove forze per amare, e chi più ama più vuole e può amare: “La Grazia chiama Grazia”, e la pienezza della Grazia attira una pienezza maggiore.

Il tesoro di grazie che Maria ricevette nell’istante stesso della creazione della sua anima santa fu immenso. In quell’istante già si erano compiute le parole che l’angelo le rivolse il giorno dell’Annunciazione: “Ti saluto, o piena di Grazia”. Maria fin dal principio fu amata da Dio più che tutte le creature; infatti il Signore si compiacque pienamente in Lei e la colmò in modo sovrabbondante di tutte le sue grazie, “più che tutti gli spiriti angelici, più che tutti i santi”.

Molti santi e dottori della Chiesa pensano che la Grazia iniziale di Maria sia stata superiore alla Grazia che tutti i santi insieme raggiunsero alla fine della loro vita. San Tommaso afferma della Vergine che “ha una certa dignità infinita”. Questa Grazia fu donata alla Vergine in ragione della sua Maternità divina.

Inoltre il contatto materno – fisico e spirituale – di Maria con l’Umanità santissima di Cristo costituisce per Lei una fonte continua e inesauribile di Grazia. “Maria è in modo del tutto speciale ed eccezionale unita a Cristo, e parimenti è amata in questo Figlio diletto eternamente, in questo Figlio consustanziale al Padre, nel quale si concentra tutta “la gloria della Grazia”. I frutti di tale relazione materna furono i più grandi, secondo il principio che san Tommaso così esprime: “quanto più un soggetto perfettibile è vicino alla causa della sua perfezione, tanto più ne risente l’influsso”. Nessuna creatura è mai stata più vicina a Dio. Il continuo aumento della pienezza di Grazia di nostra Madre fu più intenso in alcuni momenti precisi della sua vita: nell’Incarnazione, nel Natale, ai piedi della croce a Pentecoste, ogni volta che la Vergine riceveva la sacra Eucaristia…

Alla pienezza di Grazia della Vergine corrispose una pienezza di libertà -si è più liberi quanto più si è santi-, e, di conseguenza, una risposta fedelissima ai doni di Dio, per la quale ottenne un’immensità di meriti. Ricorriamo a Lei ora, noi che siamo figli suoi e che abbiamo tanto bisogno di aiuto.

Che cosa è la devozione alla Madonna ? 0

Che cosa è la devozione alla Madonna ?

 ESSERE FIGLI Dl MARIA! Una volta mi capitò di ascoltare questo velocissimo dialogo fra una ragazzina e il suo Parroco, un anziano Sacerdote:- Che cos’è la devozione alla Madonna? – chiese con semplicità la ragazzina. – È la donazione di sé alla Madonna – rispose quasi di scatto il Sacerdote. Bellissimo! Domanda e risposta. La rapidità e la completezza di quel dialogo mi colpirono. Con semplicità si era detto l’essenziale. Forse non si poteva dire meglio in pochissime parole.S. Tommaso d’Aquino, infatti, ci insegna che la vera devozione consiste nella “donazione pronta e completa di tutto se stesso”. La parola devozione significa quindi donazione, o meglio “donarsi”. Non un donarsi qualsiasi, naturalmente, ma un donarsi con amore, con generosità, con trasporto.La mia devozione alla Madonna, quindi, deve consistere nella donazione amorosa di me stesso alla Madonna; ossia, faccio dono di me alla Madonna. E se di un dono si può fare quel che si vuole, la Madonna può fare di me, suo dono, quello che vuole, e io non posso fare altro se non quello che vuole Lei, quello che piace a Lei, quello che opera Lei. Tanto più sono devoto della Madonna, quanto più mi abbandono a Lei, mi conformo a Lei, vivendo in tutto e per tutto governato da Lei.La devozione mariana così intesa, nel suo senso più pieno e più perfetto, comporta la consacrazione di sé alla Madonna, ossia l’espressa offerta a Maria di tutto il proprio essere, di tutto ciò che si è e di tutto ciò che si ha (anima, corpo, sensi; beni esterni, beni interni, beni presenti, beni futuri; la vita, la morte, l’eternità…).In tal modo, con la consacrazione si realizza la pienezza della devozione alla Madonna, perché si è effettivamente donati in tutto e per tutto alla Madonna, si appartiene a Lei incondizionatamente, e si vuol vivere senza riserva come suoi figli o “schiavi d’amore” (S. Luigi Grignion di Montfort) o, ancor più, come “proprietà, strumenti, cose fra le sue mani” (S. Massimiliano M. Kolbe) o, ancor più, come “vittime di olocausto” del suo amore materno e misericordioso per l’avvento del Regno di Dio in tutte le anime.In queste pagine, noi parliamo della devozione alla Madonna che va dal minimo al massimo grado di perfezione. Adoperiamo soltanto il termine devozione, riferendolo volta a volta sia alla devozione mariana iniziale, sia a quella più matura e perfetta (la consacrazione). L’essenziale è che tutti possiamo cominciare ad avere o continuare a coltivare ancora meglio questo celeste giardino della devozione alla Madonna, che è stato il giardino di tutti i Santi. come ha fatto GesùL’esempio supremo di devozione alla Madonna noi lo riceviamo nientemeno che da Dio stesso. Infatti, Dio fu Colui che per primo si donò a Maria, e si donò a Lei in modo così perfetto, da farsi suo Figlio! In questo senso Gesù fu il primo e sommo devoto di Maria Santissima. – Ma senti un po’… To’, non ci avevo mai pensato!… Ma è proprio vero!… – così esclamò un tale, stupito all’udire questa riflessione.Sì, è proprio così. Dio ci ha dato l’esempio supremo di infinito valore e di infinita bellezza. Se riflettiamo che niente può essere così proprio di una creatura come il proprio figlio, possiamo comprendere quale sia stata la devozione di Gesù verso Maria, e quale debba essere la nostra.Noi dobbiamo essere “imitatori di Dio”, ci dice S. Paolo (Ef 5,1), e dobbiamo diventare “conformi a Gesù” (Rm 8,29). Anche S. Massimiliano M. Kolbe, questo folle innamorato dell’Immacolata, ha scritto ai nostri tempi che “l’imitazione di Gesù è tutta la nostra santità”.Orbene, se Dio si è donato a Maria fino a diventare ed essere suo Figlio, anche noi dobbiamo donarci a Maria fino a diventare ed essere suoi figli. Anche noi figli di Maria, come Gesù nostro divino Esemplare. Noi figli per grazia, Gesù figlio per natura.C’è una graziosa poesia in cui S. Teresina descrive l’impressione felice che provava pensando a questa dolce realtà: Gesù e Teresa sono figli della stessa Madre… Questa è la nostra felice condizione, il nostro felice dovere: imitare Gesù nel suo essere figlio di Maria.E ciò è necessario, perché diversamente la conformità a Gesù sarebbe priva di “un elemento fondamenta-le”, come afferma papa Pio XII. Non si può somigliare a Gesù se non si ama la sua Madre o se ci si mostra freddi e indifferenti verso di Lei. È inammissibile.    Basterebbe questa riflessione per capire come la devozione alla Madonna sia senz’altro necessaria alla nostra santificazione, ossia alla nostra piena conformità a Gesù.Se poi si aggiunge che la Madonna è per noi la strada del Salvatore, ossia della salvezza, dobbiamo persuaderci che Ella è necessaria anche alla nostra salvezza eterna. Così hanno insegnato i grandi Santi e Dottori della Chiesa, da S. Efrem a S. Cirillo Alessandrino, a S. Giovanni Damasceno, a S. Bernardo, e via via fino a S. Alfonso de’ Liguori e a S. Massimiliano M. Kolbe. Difatti, la dottrina comune della Chiesa Cattolica considera la devozione alla Madonna moralmente necessaria al cristiano, sia perché la Madre per i figli occupa un posto vitale, sia perché la conformità a Gesù, Figlio di Dio e di Maria, non si può realizzare senza la nostra figliolanza tenera e devota verso la comune Mamma di tutto il Corpo Mistico. Più si è figli di Maria, più si è fratelli di Gesù. E viceversa. amore filialeEssere anche noi figli di Maria, quindi. Comportarsi da figli di Maria. Vivere e amare la Madonna da figli. Non è possibile un donarsi a Maria più bello, più profondo e più amoroso di questo. La vera devozione alla Madonna, a differenza della devozione verso qualsiasi santo, è devozione di figli veri e propri verso la Mamma divina. È amore filiale. E possiamo dire che tutta la devozione mariana dei santi si esprime particolarmente in amore filiale intensissimo verso la “cara Mammina” (S. Massimiliano M. Kolbe), la “Mamma buona” (S. Margherita M. Alacoque), la “Mamma cara” (S. Veronica Giuliani), la “Mamma bella” (S. Bertilla), la “cara Madre” (S. Alfonso de’ Liguori), la “mia Mamma” (S. Paolo della Croce, S. Gemma e tanti altri).Ma chi potrà dire tutte le effusioni tenerissime dell’amore filiale dei Santi verso la Celeste Mamma? Il solo nome di Maria faceva “trasalire il cuore” a S. Teresina, faceva volare in estasi S. Giuseppe da Copertino, faceva piangere di tenerezza il Ven.le P. Pio da Pietrelcina. Quanti affettuosissimi baci non davano alle immagini di Maria un S. Vincenzo Pallotti, una S. Bernardetta, un S. Gabriele dell’Addolorata? Il B. Stefano Bellesini logorò molte immagini di Maria Santissima con i suoi ardentissimi baci! S. Luigi di Montfort e S. Giuseppe B. Cottolengo vollero essere seppelliti sotto l’altare di Maria. Il S. Curato d’Ars arrivò a dire: “Per dare qualcosa alla Madonna, se potessi vendermi, mi venderei volentieri”. S. Massimiliano M. Kolbe provava dentro di sé un amore così veemente da definirsi “folle dell’Immacolata”.Forse per tutti i Santi potrebbe valere il grande grido di S. Bonaventura: “Dirti che mi sei Madre è poco: o Maria, tu sei tutto il mio amore!”. Ma ricordiamo anche S. Alfonso de’ Liguori con le sue affettuosissime Visite a Maria Santissima che hanno nutrito l’amore di generazioni di devoti e che contengono il fior fiore delle tenerezze di tanti Santi verso la dolcissima Mamma. A leggere quelle Visite dovremmo restare commossi e pensosi per la nostra durezza di cuore.La prima cosa che dobbiamo chiedere alla Madonna è proprio questa: l’amore filiale. E dobbiamo chiedere con insistenza, con tenacia umile e affettuosa. In questo dovremmo imitare S. Felice da Cantalice, il quale era così preoccupato di essere un buon figlio di Maria, che per 40 anni, passando dinanzi a un’edicola della Madonna, la pregava sempre così: “O augusta Madre di Dio, desidero amarvi come un buon figliolo…”. Amore contro peccatoÈ evidente che non si può amare una persona offendendola. Tanto più se questa persona è la Celeste Mamma! Ai suoi figli devoti la Madonna può dire con le stesse parole di Gesù: “Rimanete nel mio amore… Voi siete miei devoti se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,10.14). E che cosa ci comanda la Madonna? Alle nozze di Cana Ella disse ai domestici: “Fate tutto quello che Gesù vi dirà” (Gv 2,5). Essere fedele a Gesù, compiere in ogni cosa la sua volontà. Questo ci chiede la Madonna. Il peccato, invece, è esattamente il contrario; è sempre ribellione alimentata dall’egoismo e dall’orgoglio. Ma Gesù ha detto: “Chi non è con me è contro di me” (Mt 12,30). Con il peccato diventiamo avversari di Gesù. E allora, come è possibile amare la Madonna se si è avversari di Gesù? È assurdo.S. Pio X ci avverte: “Ognuno deve essere persuaso che, se la devozione che professa alla Beata Vergine non lo trattiene dal peccare o non gli ispira propositi di emendare i suoi costumi, è una devozione artificiosa e falsa, essendo priva del suo naturale frutto”. “Chi è vero devoto di Maria?” – chiedeva S. Leonardo da Porto Maurizio; e rispondeva egli stesso: “Chi è nemico del peccato”.In una bella predica al popolo, ecco come S. Giuseppe Cafasso spiegava questo punto: “Più di tutto vi raccomando di non disgustare la Madonna; e vi è una cosa sola che la disgusta: il peccato; un bravo figlio, una brava figlia, se sa che qualcosa fa dispiacere a sua madre non la fa e comincia a dire: so che questo mia madre non lo vede di buon occhio, so che la offende, o che le fa dispiacere, so che la disgusta; dunque, non voglio farlo, non voglio sia detto che abbia ad avere questo dispiacere da me… Così vorrei, mia cara gente, che facessimo noi allorquando ci troveremo in pericolo di commettere un peccato, di far qualcosa che non vada bene, diciamo tra noi: ma questo so che fa dispiacere alla Madonna, so che Maria SS.ma non vede di buon occhio questa cosa, so che la disgusta, che l’offende; dunque non la voglio fare, e non la farei per tutto l’oro del mondo, no, Maria; non voglio farvi questo torto non voglio che abbiate da me questo disgusto”.

Meditiamo sulla Medaglia Miracolosa 0

Meditiamo sulla Medaglia Miracolosa

L’apparizione della Madonna a Santa Caterina Labouré (1830) rappresenta il primo passo verso la realizzazione celeste di un progetto molto più ampio. Negli anni successivi ci furono le apparizioni di La Salette (1846), Lourdes (1858), Pontmain (1871) ed infine Pellevoisin (1876). Queste apparizioni,tutte approvate dalla Chiesa, segnano fisicamente sulla terra di Francia la “M” mariana della medaglia miracolosa.  Meditiamo sulla Medaglia Miracolosa È stato detto che la Medaglia miracolosa è un “piccolo libro di fede” e un “piccolo trattato di mariologia”. Perché? Perché basta esaminare con attenzione la medaglina così com’è, e leggervi le grandi verità che esprime nel suo disegno la potenza e la misericordia di Maria Madre Divina, Immacolata, Mediatrice, Corredentrice e Regina.E adesso noi vogliamo meditare brevemente su queste grandi verità che riguardano la storia della salvezza e che ci faranno apprezzare ancor più questa cara medaglina. Maria, la Madre tenerissimaRicordiamo la prima apparizione a S. Caterina? La Madonna predice le sciagure dei suoi figli, e piange su di essi fino a non poter più parlare. La sua tenerezza materna e la sua premura affettuosa appaiono davvero commoventi. Ella è partecipe dei travagli in cui si dibattono e si perdono i figli. Promette la sua speciale protezione, e, infine, annuncia a Suor Caterina una missione particolare che intende affidarle per aiutare gli uomini a salvarsi e a ottenere Grazie.Il primo significato del dono della Medaglia miracolosa è proprio questo: la Madre tenerissima vede i figli tra i pericoli e offre loro un mezzo di Grazia che li scampi dal male e li richiami al bene.Per questo la medaglina è un dono della Celeste Madre, è un dono di Grazia materna. E tutte le Grazie che la medaglina ha ottenuto e otterrà portano questo sigillo della premura materna che la Madonna ha verso di noi suoi figli.Moribondi risanati, peccatori convertiti, soldati che scampano la morte, tumori scomparsi, tentazioni fugate, pericoli sventati, aiuti insperati e mille e mille altre Grazie, fanno della Medaglia miracolosa il segno concreto della cura tenerissima che la Mamma Celeste ha per le anime e i corpi degli uomini. Chi non ne ha fatto l’esperienza, la faccia. E non resterà certamente deluso.Soprattutto per le conversioni, la Medaglia è stata feconda in maniera eccezionalmente miracolosa.  “Signore, si confessi”Quando P. Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale.Ad ogni incontro lo pregava “Signore, si confessi”. Ma quegli soleva rispondere: “Nulla da fare, Reverendo; la rispetto, Padre, ma non andrò a confessarmi, forse un’altra volta…”. Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da P. Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di P. Massimiliano furono: “Signore, vada a confessarsi…”.“La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione”.“Allora accetti almeno questa Medaglia miracolosa”.Il signore accettò per cortesia la medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto P. Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall’Immacolata la conversione dell’ostinato.Oh, meraviglia! dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama “Padre, la prego di confessarmi”!. Maria, l’ImmacolataL’Immacolata è Colei che non solo non è stata neppure sfiorata dal peccato, ma ha schiacciato con il suo piede la testa al maligno (Gen. 3,15).Così ci appare la Madonna sulla medaglia: è l’Immacolata che schiaccia la testa al serpente.I due millenni della Chiesa hanno sempre celebrato l’originale purezza della Madre di Dio, in opposizione irriducibile al peccato che offende Dio. L’Immacolata, Colei che è la “Piena di Grazia” (Lc 1,28), con il peso divino della sua pienezza di Grazia ha battuto vittoriosamente il seduttore del genere umano, e vuol donare agli uomini la stessa forza di battere il nemico.Attorno alla medaglina, poi, si leggono le parole “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te”. L’immagine e le parole coincidono la figura dell’Immacolata rappresenta Colei che è stata concepita senza peccato, schiacciando la testa al demonio. Siamo nel 1830. Soltanto 24 anni dopo, il Papa Pio IX dichiarerà come dogma di fede della Chiesa universale la verità dell’Immacolata Concezione di Maria. Non è certamente difficile ammettere che l’apparizione dell’Immacolata a S. Caterina e la diffusione prodigiosa della Medaglia in tutto il mondo siano servite ottimamente a preparare e ad affrettare la definizione dogmatica della verità dell’Immacolata Concezione, allo stesso modo che Lourdes, quattro anni dopo la solenne proclamazione del dogma, ne fu la singolare conferma.“Io sono l’Immacolata Concezione”(Quando il 25 marzo 1858 la Vergine Maria si rivelò a S. Bernardetta Soubirous e le disse “Io sono l’Immacolata Concezione”, la piccola Bernardetta, raccontando l’apparizione disse “La Signora stava in piedi sul rosaio e si mostrava nell’atteggiamento della Medaglia miracolosa”. La stessa S. Bernardetta portava al collo una grande medaglia di rame, uguale, almeno nel disegno della parte interiore, al modello della Medaglia miracolosa.Da ciò vediamo bene quanto siano importanti e significativi, nello sviluppo storico del dogma dell’Immacolata, le apparizioni della Madonna a S. Caterina Labouré. C’è una corrispondenza evidente fra le apparizioni dell’Immacolata a S. Caterina e quelle a S. Bernardetta basti riflettere che la piccola veggente di Lourdes, per mostrare l’atteggiamento che aveva la sua “bianca Signora” non seppe trovare di meglio che rassomigliarla alla Madonna della Medaglia miracolosa.Infatti, con il diffondersi rapidissimo della Medaglia miracolosa, la gente imparò a contemplare la Vergine Maria nell’atto che schiaccia la testa al serpente e ad invocarla “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te”.Per questo, l’8 dicembre 1854, il Papa Pio IX non faceva che ratificare e confermare una verità che tutto il popolo cristiano amava e in cui credeva fermamente già da oltre venti anni, infatti, giravano per tutto il mondo milioni e milioni di Medaglie miracolose. Gli schiaccia la testaNella sua bellezza celestiale, l’Immacolata, “vestita di sole e con la luna sotto i piedi” (Ap. 12,1), è “terribile come un esercito schierato in campo” (Ct. 6,3). Ella è realmente terrore dei demoni. E la totale sconfitta di satana fu decretata da quella prima maledizione di Dio, il quale pose inimicizia tra il serpente e la Madonna, tra la stirpe di lui e la stirpe di Lei, con la finale vittoriosa“Essa ti schiaccerà il capo” (Gen. 3,15).Attraverso la Medaglina, quante volte è balzata fuori questa verità dell’onnipotenza dell’Immacolata contro i demoni! Si potrebbero riferire molti episodi, ma ci limitiamo a due soltanto, ambedue molto significativi. Ho solo partecipato a un balloUna giovane andata a confessarsi dal Santo Curato d’Ars si accusò di aver solo partecipato ad un ballo.-Non avete notato nulla, a quel ballo? – le chiese il Santo.
-No, Padre.
-Non c’era un giovanotto brillante, che ha fatto ballare tutte le ragazze, meno voi?
-Mi ricordo: era molto attraente, ma mi incuteva un po’ di paura.
-E null’altro ?
-No: quando uscì, scorsi le scintille sotto i suoi piedi.
-Ora ci siamo, figliola mia. Quel giovanotto elegante era il diavolo. E sapete dirmi perché non vi ha invitata a ballare con lui?
-Non so.
-Perché portate al collo la “Medaglia Miracolosa”, che lo ha tenuto lontano. Un caso di possessioneEcco un altro episodio che testimonia sempre di più la veridicità della promessa della Madonna.Una vedova cinese aveva un unico figlio che amava con tutta se stessa. Ma un brutto giorno il demonio si impossessò di lui. Vagava il povero figliolo di qua e di là senza trovare pace; tutti lo fuggivano proprio come quell’ossesso di cui ci parla il Vangelo. Un cristiano, che venne a sapere del fatto, volle aiutare quel giovane e consolare la madre disperata. Aveva con sé una Medaglia miracolosa; la prese in mano e la mostrò al giovane ossesso il quale immediatamente fu liberato dal demonio, per la potenza della Vergine Immacolata raffigurata in quella Medaglia. Maria di Nazareth: Mediatrice, Corredentrice e Regina Mediatrice, Corredentrice e ReginaQueste sono le tre fulgide gemme che rendono sovranamente bella e potente l’Immacolata Madre di Dio. La Medaglia miracolosa, che affrettò la solenne proclamazione di fede dell’Immacolata Concezione, possa far affrettare i tempi anche per la definizione dei dogmi mariani di Maria Mediatrice, Corredentrice e Regina.Non a caso la Medaglia fa brillare queste verità. Tocca a noi non trascurare la lezione e il richiamo così dolce e consolante che essa ci dona: la mia Celeste Mamma Immacolata è anche la mia Celeste Mediatrice, Corredentrice e Regina! Ogni Grazia viene da LeiL’Immacolata con le braccia allargate verso il basso e con una miriade di raggi splendenti che partono dalle sue mani rappresenta in modo luminoso Maria SS. come Mediatrice di tutte le Grazie.La mediazione universale fa parte della missione materna di Maria SS. verso il genere umano. Questa è una verità che fin dai primi tempi della Chiesa è stata riconosciuta alla Madonna e che speriamo di vedere presto proclamata dogma di fede, come ardentemente desiderava San Massimiliano Maria Kolbe.L’Immacolata è la Mediatrice di Grazia presso Gesù, unico Mediatore fra Dio e l’uomo. Ella, come Madre nostra, intercede sempre in nostro favore, anche quando noi non ricorriamo esplicitamente e direttamente a Lei. Per questo, oltre che Madre nostra, è anche la “Madre della divina Grazia” e tutte le Grazie che gli uomini ricevono, tutte, senza eccezione, vengono dal suo Cuore, passano per le sue mani.Rileggiamo ora qualche punto della seconda apparizione dell’Immacolata a S. Caterina Labouré, e vedremo come la verità della Mediazione mariana appaia certa e luminosa.“Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore”: ecco una Mamma, bella di una bellezza inesprimibile, che prega e intercede per noi, figli che Ella ama.“Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose… le quali gettavano dei raggi, gli uni più belli degli altri… Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me, ed una voce si fece intendere che mi disse queste parole “Questo globo che vedi rappresenta tutto il mondo… la Francia… e ciascuna persona in particolare”. Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi sfolgoranti ! … e la Vergine SS. aggiunse “Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano”, facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la SS. Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante Grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano, quale gioia Ella prova nel concederle…”. “Chiedimi quanto vuoi…”Ci pensiamo mai che ogni momento la Madonna sta in questo atteggiamento di supplica e di dono per noi? Non ricordiamo quello che la Madonna fece a Cana? Lei sola si accorse che era venuto a mancare il vino. E con tanta sollecitudine e dolcezza lo disse a Suo Figlio Gesù; “Non hanno più vino” (Gv 2,3). Gesù guardò in fondo agli occhi di quella Mamma Sua e nostra, sentì la tenerezza di quel Cuore così simile al Suo, e fece il miracolo, il Suo primo miracolo, cambiando l’acqua in vino, in anticipo con l’ora stabilita da Dio! (Gv 2,4). Veramente la Madonna è “Onnipotente per Grazia”.Lei tutto può, perché sta tra Dio e l’uomo, essendo donna ed essendo Madre di Dio. Ah, quale gioia per noi avere una simile Madre!Il Papa Pio IX scrisse che la Madonna, con la Sua dignità di Madre e Regina, stando alla destra di Gesù “ottiene ciò che domanda, né può restare inesaudita”.E il numero sterminato di Grazie che la Medaglia miracolosa ha ottenuto agli uomini è la conferma più certa di questa consolantissima verità. La nostra CorredentriceMa perché Maria è stata da Dio elevata a questo ufficio di Tesoriera di tutte le Grazie?Perché Ella con le sue sofferenze è stata da Dio associata a Gesù per salvare gli uomini; Ella cioè è la Corredentrice del genere umano.Afferma S. Pio X nell’Enciclica “Ad diem illum” del 2 febbraio 1904 “Da questa comunione di dolori e di volontà tra Cristo e Maria, meritò Ella di divenire degnissimamente la Riparatrice del mondo perduto, e quindi la Dispensatrice di tutti i doni che Gesù ci procurò con la morte e con il sangue”.Anche questa verità della Corredenzione di Maria SS. La troviamo espressa nella Medaglia miracolosa. Guardiamone il rovescio: la lettera M, monogramma di Maria, sormontata da una croce; al di sotto, il Sacro Cuore di Gesù coronato di spine e il Cuore Immacolato di Maria, trafitto da una spada.C’è qui in compendio tutta la dottrina della Corredenzione di Maria.Pensiamo al Calvario Gesù sulla Croce, Maria ai piedi della Croce, uniti indissolubilmente nell’offerta del loro sacrificio che ha redento il mondo. Come ad Eva, così a Maria, nuova Eva, Dio disse: “Tu partorirai nel dolore” (Gn 3,6). Nel dolore infatti la Madonna partorì noi alla vita della Grazia. Partorì nel dolore del Suo Cuore trafitto dalla spada della Passione e Morte del Figlio.Quanto è profondo dunque il significato di quei due Sacri Cuori effigiati sul rovescio della Medaglia! “Sono ebreo di razza”La Madonna quindi è Corredentrice e perciò stesso Mediatrice universale di tutte le Grazie, come insegna San Pio X. E soprattutto per la Grazia delle Grazie, ossia la salvezza finale, rivolgiamoci alla Divina Corredentrice: Ella sa fare di ogni peccatore un giusto, di ogni redento un Santo.Ci conforti il racconto di una della tante conversioni operate dalla Madonna per mezzo della Medaglia miracolosa.Riportiamo l’episodio dalla vita di San Massimiliano M. Kolbe.Durante la degenza nel sanatorio di Zakopane, egli non pensò certamente di starsene inerte. Proprio lui amava ripetere ai suoi confratelli “Non possiamo dormire fino a quando una sola anima resterà sotto il dominio di satana”. Per cui, anche ammalato a Zakopane, si diede da fare.Tra l’altro ogni giovedì teneva una conferenza ai giovani studenti atei del sanatorio. Dopo pochi giovedì, quattro di essi si convertirono.Soltanto uno, tra i più giovani, pur seguendo attentamente le conferenze del Santo, mostrava di non avere a che fare con lui, allontanandosi immediatamente alla fine di ogni riunione.Ma un giovedì si avvicinò e gli disse “Vorrei salutarla, padre; è l’ultima volta che ci vediamo. Le mie condizioni si sono aggravate, non potrò lasciare il letto, è la fine…”.Poi gli confidò-Sono ebreo di razza e di religione.
-Verrò a trovarti.
-Impossibile, lei lo sa, è proibito far visita agli ammalati gravi.
-Verrò lo stesso.Ed infatti non solo ci andò, ma lo battezzò, gli diede la S. Comunione, gli impartì l’Unzione degli infermi e poi gli mise al collo la Medaglia miracolosa.-Sei contento? … Dimmi, che cosa ti turba ancora, ragazzo?
-La mamma… L’arrivo della mamma.Sua madre era un’ebrea fanatica.-Non temere sarai già in Paradiso quando arriverà.Infatti il giovane morì alle 11, mentre la mamma arrivò soltanto a mezzogiorno. E quando venne, fece un gran baccano a causa della conversione del figlio. Immediatamente gli strappò dal petto la Medaglia miracolosa e cacciò in cattivo modo San Massimiliano.-Ma, post factum…-, commentava il Santo raccontando l’episodio al fratello fra’ Alfonso. La nostra ReginaUn’ultima importante verità ci viene insegnata dalla Medaglia miracolosa la Regalità di Maria Santissima.La Madonna, nell’apparizione del 27 novembre 1830 a S. Caterina Labouré, poggia vittoriosamente i suoi piedi sul globo, e sembra dirci anche Ella come Gesù Re Divino “Non abbiate timore, io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).Inoltre, l’Immacolata tiene fra le mani un altro globo più piccolo che offre a Dio Padre. Se è vero che si può offrire solo ciò che e proprio, Maria può offrire a Dio il mondo perché esso Le appartiene, essendo stata costituita Regina dell’universo.Infine, le dodici stelle impresse sul retro della Medaglia, indicano i Santi e in genere tutte le anime che per effetto della sua materna protezione, circondano ora il Suo trono regale lassù in cielo.In particolare, nelle dodici stelle si è voluto vedere simboleggiare i dodici apostoli, ossia le colonne della Chiesa stessa, che glorifica in Maria SS. la sua Divina Madre, la Madre di Cristo Capo e del Corpo mistico di Cristo.Guardando la Medaglina, quindi, possiamo richiamare alla mente il “segno prodigioso” della Donna dell’Apocalisse, che S. Giovanni vide avanzarsi vestita di sole, con la luna sotto i piedi e con il capo coronato da dodici stelle (Ap 12,1).E quale gioia non deve infondere nei nostri cuori questa sublime verità? Noi siamo i fortunati figli di una Madre onnipotente e misericordiosa, bellissima e gloriosissima, tutta amore e splendore, Madre di Dio e dell’umanità, Regina della terra e del Paradiso! La Medaglia Miracolosa: una grande lezione La Medaglia Miracolosa e noiChe cosa dice a noi la Medaglia miracolosa? Ci mostra solo i grandissimi privilegi di Maria SS.? O ci indica anche una via di comportamento? Per chi sa capire tutte le lezioni che la Medaglia miracolosa offre, è chiaro che essa non ci riguarda solo perché ci presenta i privilegi sublimi della Madonna, ma vuole anche essere un piccolo programma di vita cristiana ispirato a quelle verità mariane fecondissime di virtù. È questo un contenuto di valore della Medaglia, che ne rafforza la potenza giustamente ritenuta “Miracolosa”. Infatti, la Medaglia miracolosa e stata nel corso del tempo un mezzo efficacissimo per ravvivare nel popolo la pratica della perfetta vita cristiana. E ricordiamo a questo proposito l’associazione delle Figlie di Maria Immacolata, che ha posto per suo distintivo la Medaglia miracolosa e che tante giovani ha preservato da pericoli morali e ha avviato alla santità. Basti pensare, ad esempio, che S. Teresina di Gesù Bambino apparteneva alle Figlie di Maria. È venuta in nostro aiutoNon dimentichiamo che la Medaglia è sorta in un secolo movimentatissimo per l’Europa intera e difficilissimo per la Chiesa. La Rivoluzione francese faceva sentire ovunque le sue funeste conseguenze. Con essa ogni principio di autorità proveniente dall’alto era stato scardinato. Tante anime brancolavano di qua e di là, languendo nel dubbio della fede, causato dal razionalismo settecentesco. L’uomo si era reso schiavo, tremendamente schiavo di se stesso, proprio nel momento in cui aveva voluto liberarsi di Dio. Ma noi dobbiamo lamentare ancor più oggi le teorie aberranti dei contestatori che hanno scardinato ogni autorità, dei dissacratori che gridano dappertutto l’autonomia del creato, degli adoratori dell’uomo che proclamano fino all’ossessione il valore assoluto dell’uomo celebrato e idolatrato, come se l’uomo non fosse più un povero essere squilibrato, impasto di vergogne innominabili, di passioni animalesche e di perfido egoismo da “rinnegare” (Lc 9,2 3 ), da “odiare “ (Gv 1 2,2 5 ). Quale strazio per un cuore di Madre vedere i Suoi figli andare ciecamente e follemente alla deriva, a sfasciarsi contro gli scogli, come una nave che non conosce più la sua rotta! Si mosse allora la Madonna per aiutare i suoi figli. E offrì loro un mezzo potente e prestigioso, ma apparentemente di nessun conto né pregio una piccola Medaglia . Davide contro GoliaPerché la Madonna scelse proprio una Medaglia, cioè un mezzo così umile? Rispondiamo:1-Perché è nello stile dell’onnipotenza di Dio servirsi di cose inconsistenti per abbattere quelle che si credono imbattibili. Il piccolo e gentile Davide abbatté il possente Golia. “Dio sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere ciò che è forte. Sceglie ciò che per il mondo non ha valore e nobiltà, ciò che non è, per ridurre a nulla ciò che è” (1 Cor 1,27-29). Così, per abbattere la tracotante superbia dell’uomo che si autoidolatra e l’insania del suo miserabile orgoglio, nulla di più salutare che un pezzetto di metallo di nessun pregio da portare indosso… questo pezzetto di metallo di nessun pregio è così simile a quella pietra che Davide mise nella fionda per abbattere il gigante Golia!2 -Inoltre, la scelta di un mezzo così umile fa risaltare interamente la potenza di Dio e di Maria. Qualsiasi mezzo prestigioso o almeno non così insignificante avrebbe potuto far credere che i miracoli ottenuti fossero in qualche modo da attribuirsi ad esso. La piccola medaglina, invece, ha tutta l’inconsistenza delle cose da niente. Tutto il bene che opera non può che discendere dall’alto (Gc 1,17).3 -Infine, una medaglina possiamo tutti procurarcela, anche se molto poveri. Non così qualcosa di più prezioso. Ed era necessario che si trattasse di un mezzo di Grazia che tutti potessero facilmente avere, perché i bisogni, allora come oggi, riguardavano l’umanità intera. La medaglina ha realizzato tutti questi vantaggi insieme costa pressoché nulla, si fa accettare facilmente, insegna verità fondamentali, richiama alle virtù più vitali e preziose. Umiltà, Gratitudine, PenitenzaLa Medaglia miracolosa, presentandoci la Madonna come Immacolata, ci ricorda la verità fondamentale del peccato originale, verità cui purtroppo, oggi più che ieri, molti insensati non vogliono credere, pur sperimentandone nelle loro carni le tremende conseguenze. Altro che “nativa bontà dell’uomo” teorizzata nel ‘700 da Gian Giacomo Rousseau! Per riparare quel primo peccato e tutti i peccati conseguenti, fu necessaria la morte di Gesù, il Verbo Incarnato; fu necessario il sacrificio di Maria, la Madre di Dio. Povera Madre che dovette dare la morte a Suo Figlio dopo averGli donato la vita! Questo dobbiamo saper leggere nella Medaglia miracolosa, in quella Croce, in quei due Cuori sacratissimi, l’uno circondato di spine, l’altro trafitto da una spada. Da parte nostra, quindi, ci vogliono umiltà e gratitudine. Umiltà per la nostra cattiveria, per i nostri peccati che sono la causa di tanto dolore in Gesù e Maria. Gratitudine per la carità sconfinata che Gesù e la Madonna hanno esercitato verso di noi, pagando tutto di persona nel tremendo sacrificio del Golgota. Inoltre, dobbiamo sentirci anche spronati al sacrificio e alla penitenza, per ricambiare, sia pure in piccola misura, tanta generosità di Gesù e di Maria. La penitenza è essenziale alla vita cristiana. “Se non fate penitenza -disse Gesù- perirete tutti” (Lc 13,5); e ancora “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua “ (Mc 8,34). E quale virtù più necessaria della penitenza potrebbe raccomandarci la Medaglia miracolosa oggi, in questa società edonista, materialista e carnalista, tutta protesa solo al benessere e ai piaceri senza limiti? Amare e imitare MariaLa Medaglia miracolosa ci invita ancor di più a riconsiderare i nostri doveri verso Maria SS., che sono essenzialmente i doveri dei figli verso la loro Madre Celeste. Da quando Gesù dalla Croce ci affidò alla Madonna nella persona di S. Giovanni Evangelista (Gv 19,26), Maria non ci ha mai abbandonato. Ha soccorso popoli e nazioni nei momenti più terribili della loro storia; si è chinata e ha pianto con ognuno di noi in tante ore difficili che solo noi e Lei conosciamo. Maria è Madre di tutti e di ognuno in particolare e il Suo amore materno non subisce divisioni essendo quasi infinito. Ma noi che cosa abbiamo fatto per Lei? Ci siamo veramente dimostrati Suoi figli affezionati? Questi interrogativi forse ci pesano sulla coscienza perché scoprono a noi stessi tanta mancanza d’amore verso una Madre così dolce e sublime. Ebbene, non perdiamo ancora tempo. Ciascuno di noi riprenda o cominci ad amare Maria. Sentiamola vicina, perché Ella stessa ha voluto sentirci vicini; sentiamola Mamma, perché Ella ha voluto sentirci figli. Ella è anche la nostra dolcissima Regina. Ebbene, dobbiamo avere il santo orgoglio di essere Suoi sudditi, di obbedirLe con gioia in ogni cosa, di combattere generosamente per Lei, per la Sua gloria, perché Ella possa regnare con Gesù in “ogni cuore che batte sulla terra”, come diceva quello splendido cavaliere dell’Immacolata che fu San Massimiliano Maria Kolbe. In particolare, quando la Madonna si presenta come Immacolata, vuole da noi soprattutto l’imitazione della Sua purezza verginale. Oggi Ella vuole che noi, uomini del ventesimo secolo, luridi e sozzi in tanta vita di lussuria universale, impariamo a guardare di nuovo il cielo, a guardare Lei, la Sempre Vergine, la Purissima. In ogni sforzo che faremo per amarLa -ricordiamolo- Ella sarà sempre accanto a noi per aiutarci incessantemente con tutte le Grazie che ci occorrono e di cui Ella è Tesoriera e Dispensatrice. Quante cose, quindi, la Madonna ci insegna, ci chiede e ci offre con la piccola Medaglia miracolosa! Portandola addosso bisogna essere consapevoli che, almeno indirettamente e implicitamente, sia professione di fede in queste verità e ci si impegna a un comportamento d’amore tutto particolare verso la nostra Celeste Madre e Regina Immacolata.  Diffondiamo la Medaglia Miracolosa Una delle prime a ricevere la Medaglia miracolosa, fu la stessa Santa Caterina Labouré, la quale, quando l’ebbe tra le mani, la baciò, e poi disse: “Ora bisogna diffonderla”.  Da queste parole dell’umile Santa, la piccola Medaglia prese il via, e rapida come una minuscola cometa, fece il giro del mondo intero. Si pensi che nella sola Francia, nei primi dieci anni, ne vennero coniate e vendute ben settantaquattro milioni. Perché questa prodigiosa diffusione? Per la fama di “miracolosa” che ben presto si meritò dal popolo. Grazie e miracoli si moltiplicavano via via operando conversioni e guarigioni, aiuti e benedizioni per le anime e per i corpi. Fede e preghieraLe radici di queste Grazie sono sostanzialmente due: la fede e la preghiera. Anzitutto la fede: ci deve essere almeno in colui che dona la medaglietta, come avvenne per Alfonso Ratisbonne, incredulo, che ricevette la Medaglia da un uomo pieno di fede, il barone De Bussières. E’ chiaro, infatti, che non è il pezzo di metallo della Medaglia, fosse pure di oro zecchino, a operare miracoli; ma è la fede fervida di chi tutto attende da Colei che il metallo raffigura. Anche il cieco nato, di cui ci parla il Vangelo (Gv 9,6), non fu il fango che Gesù adoperò a ottenergli la vista, ma la potenza di Gesù e la fede del cieco. Dobbiamo avere fede nella Medaglia in questo senso avere fede, cioè che la Madonna con la Sua onnipotenza misericordiosa si serve di quel minuscolo mezzo per donare le Sue Grazie ai figli che glieLe chiedono.E qui ricordiamo l’altra radice delle Grazie: la preghiera. Dagli esempi che abbiamo riferito e che ancora riferiremo appare evidente che la Medaglia fa centro e opera Grazie quando è accompagnata dalla preghiera. San Massimiliano, quando distribuiva le Medaglie miracolose agli increduli o a persone che non avrebbero pregato, si metteva lui a pregare con ardore e fervore di santo. La Medaglia, sia ben chiaro, non è un magico talismano. No. È uno strumento di Grazia. La Grazia vuole sempre la cooperazione dell’uomo. L’uomo coopera con la sua fede e la sua preghiera. Fede e preghiera, quindi, assicurano la fecondità “miracolosa” della celebre Medaglia. Possiamo dire, anzi, che la Medaglia non opera mai da sola esige la cooperazione dell’uomo chiedendo di essere accompagnata dalla fede e dalla preghiera almeno di qualcuno o di chi dona la Medaglia o di chi la riceve. Un altro esempio fra tantiLo riportiamo da una rivista missionaria. In un ospedale delle Missioni, a Macao, un povero pagano era stato ormai abbandonato dal medico -Più nulla da fare, Sorella. Non passerà la notte. La Suora Missionaria di Maria contempla l’uomo agonizzante sul letto. Dunque, nulla da fare per il corpo; ma l’anima? Da tre mesi ch’è ricoverato, l’infelice è rimasto ostinatamente chiuso e ostile; poco fa ha respinto ancora una volta la Suora catechista che tentava di far breccia in quell’anima. Una medaglia della Madonna, messagli furtivamente sotto il guanciale, era stata da lui rabbiosamente e ostilmente gettata a terra. Che fare? Sono le 18. Il volto dell’infermo rivela già qualche sintomo dell’agonia. La Suora, vista sul comodino la medaglia respinta, mormora a un’allieva infermiera nella corsia -Senti: cerca di nascondergli questa medaglia, quando aggiusti il letto, tra il lenzuolo e il materasso, senza che se ne accorga. Ora non resta che pregare, e… aspettare. La Religiosa sgrana lentamente le Ave Maria della sua corona. Alle 21 l’agonizzante apre gli occhi, e chiama -Sorella… La Religiosa si china su di lui. -Sorella, muoio… Battezzami! …Tremante dalla commozione la Suora prende un bicchiere d’acqua sul comodino, ne versa qualche goccia sulla frante madida, pronunciando le parole che danno la Grazia e la vita. Il volto del morente si trasforma inesplicabilmente. L’angoscia che ne increspava i lineamenti svanisce d’incanto, mentre un lieve sorriso ora è su quelle labbra riarse: -Adesso non ho più paura di morire- mormora -so dove vado…- Spira con un bacio al Crocifisso. Diffondiamola anche noiLa missione affidata dalla Madonna a S. Caterina Labouré, di diffondere la Medaglia miracolosa, non riguarda solo S. Caterina, ma riguarda anche noi. E noi dovremmo sentirci tutti onorati di far nostra questa stessa missione di Grazia. Quante anime generose si sono mosse con fervore instancabile per portare ovunque e donare a chiunque questo dono della Madonna! Pensiamo, anzitutto, a S. Caterina Labouré che si fece distributrice zelante della Medaglia per più di 40 anni ! Tra i vecchi e gli ammalati, tra i soldati e i bambini, la dove Santa passava con il suo angelico sorriso, donando a ognuno la Medaglina. Persino sul letto di morte, poco prima dell’agonia, ella preparava ancora pacchetti di Medaglie da distribuire! La sua fede, speranza e carità, la sua preghiera e il suo candore di vergine consacrata rendevano tanto più feconda di Grazia ogni Medaglina che ella distribuiva per sanare, illuminare, aiutare, convertire tanti bisognosi. Anche S. Teresa…Un altro esempio gentile e luminoso è quello di Santa Teresina. Questa cara Santa, fin da fanciulla dovette intuire bene il valore della Medaglia miracolosa se si industriava davvero molto a distribuirla. Una volta, in casa sua, riuscì a far prendere la Medaglia a una domestica che non si comportava bene, facendosi promettere che l’avrebbe portata al collo fino alla morte. Un’altra volta, sempre a casa, mentre alcuni operai stavano lavorando, l’angelica Teresina prese delle medagline e andò a metterle nelle tasche delle loro giacche appese…Le sante industrie di chi ama! Pensiamo al S. Curato d’Ars che, quando usciva per il paese, portava sempre le tasche gonfie di Medagliette e Crocifissi, e tornava sempre con le tasche sgonfie… Pensiamo al grande S. Giovanni Bosco che faceva portare la Medaglia al collo ai suoi ragazzi, e in occasione dello scoppio del colera assicurò che il colera non avrebbe contagiato nessuno di quelli che portavano la Medaglia. E fu proprio così. Pensiamo anche a S. Pio X, al B. Guanella, al B. Orione e a molti altri zelantissimi apostoli, così attenti a servirsi dl ogni mezzo per far conoscere e amare la Madonna. Con tanto affetto si sono interessati di questa cara medaglina! Un altro straordinario apostolo, il P. Pio da Pietralcina, non fu inferiore agli altri nella diffusione delle sante medagline. Anzi! Ne teneva in cella e nelle tasche; ne distribuiva ai figli spirituali, ai penitenti, agli ospiti; le mandava in regalo a gruppi di persone; una volta ne mandò quindici a una famiglia composta di quindici persone genitori e tredici figli. Alla sua morte, nelle tasche gli trovarono un mucchietto di quelle medagline che egli donava con tanto zelo. Tutto serve a chi ama. Vogliamo farlo anche noi questo piccolo apostolato di amore alla Madonna? San Massimiliano M. Kolbe Un modello gigante di apostolo dell’Immacolata e della Medaglia miracolosa fu indubbiamente S. Massimiliano Maria Kolbe. Egli potrebbe anche essere chiamato il Santo della Medaglia miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell’Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia miracolosa, che tutti i suoi membri hanno l’obbligo di portare indosso come distintivo. “La Medaglia miracolosa -diceva il Santo- è il segno esteriore della consacrazione all’Immacolata”. Non solo, ma la Medaglia miracolosa è il primo mezzo di apostolato dei militi dell’Immacolata debbono diffonderla ovunque e comunque. “La Medaglia miracolosa deve costituire un mezzo di prim’ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia”. Il Santo diceva che le Medaglie miracolose sono come i “proiettili”, le “munizioni”, le “mine”; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. Una medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di Grazia, una presenza di Grazia, una polla di Grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente. Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d’aspetto. “Bisogna distribuire la Medaglia miracolosa ovunque è possibile ai fanciulli…, ai vecchi e, soprattutto, ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura della confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle verità della fede, sono immersi nel fango dell’immoralità…: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la Medaglia dell’Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporaneamente, pregare con fervore l’Immacolata per la loro conversione”. Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia miracolosa. Così, quando egli si trovò nella necessità di procurare un terreno più ampio per costruire la Città dell’Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terreno adatto, per prima cosa vi buttò delle Medagline miracolose, poi vi portò e collocò una statuetta dell’Immacolata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d’incanto, alla fine, tutto si risolse con la completa donazione del terreno a San Massimiliano. Alla scuola di questo Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi a muoverci armati di questi “proiettili”. L’Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all’attuazione di quella che era una vivissima speranza di San Massimiliano, e cioè che “col tempo non vi sarà un anima che non indossi la Medaglia miracolosa”  Chi è Santa Caterina Labourè Ma dove e come ha avuto origine la Medaglia miracolosa? Essa risale al 1830. La sua origine è veramente meravigliosa. Si può dire che questa medaglietta è “miracolosa “ già nel suo nascere.Siamo a Parigi. Ci troviamo nella Casa Madre delle Suore di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità. Nella Casa Madre c’è il Noviziato. Tra le novizie c’è un’umile suora che si chiama Suor Caterina Labouré, oggi Santa.A quest’umile novizia, nascosta e sconosciuta, avverranno alcuni dei fatti più straordinari che possono capitare a una creatura sulla terra: le apparizioni della Vergine Immacolata. Perché a Suor Caterina? … Perché proprio a lei? …Perché era una Suora tanto umile, tanto semplice, tanto angelica…Questa risposta corrisponde alle divine parole di Gesù: “Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21).La conferma più splendida della lode di Gesù agli umili la troviamo nel comportamento di S. Caterina dopo i fatti straordinari: ella seppe tenere nascosto il segreto delle apparizioni della Madonna per ben 46 anni, ossia fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore. A questi “piccoli” Dio dona le cose più grandi. “Ecco un’altra Mamma!”Fin da piccina, S. Caterina Labouré ebbe nel Cuore una devozione così tenera e filiale verso la Madonna che quando le morì la mamma, ella riunì i fratellini ai piedi di una statuina di Maria e disse loro “Non abbiamo più la mamma: ecco un’altra Mamma!”Era così che un tempo i genitori cristiani educavano i figli e dalle famiglie cristiane fiorivano i Santi.La pia fanciulla era nata a Fain-les-Moutiers, villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806. La famiglia era molto buona: c’erano dieci figli; si viveva tutti in una grande fattoria. Quando Caterina aveva ancora dodici anni, e la mamma era già morta, dovette assumere la direzione della casa perché la sorella maggiore entrava in convento a Parigi tra le Figlie della Carità.Giudiziosa e sollecita, la brava fanciulla non fece rimpiangere la sorella più grande. Attenta e generosa, Caterina arrivava a tutto: sbrigava i lavori di casa, serviva il papà e i fratelli, coltivava con fervore la sua pietà eucaristica e la sua devozione alla Madonna.Visse così, laboriosa e pura, fino alla sua giovinezza. E si capiva che qualcosa di speciale maturava in lei, per il fascino che esercitava con il suo candore e la sua umiltà. Ciò apparve evidente quando le furono fatte diverse proposte di matrimonio, e la sua risposta fu sempre una sola“Ho già trovato il mio sposo fin dal giorno della prima Comunione, a Lui ho dato tutta me stessa”. Anch’ella voleva diventare la Sposa di Gesù tra le Figlie della Carità al servizio dei poveri e dei sofferenti. La Sposa di Gesù Finalmente, superati ostacoli amarissimi, la pia giovane poté entrare nel noviziato delle Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac. Era il 21 aprile 1830.Non trovò nessuna difficoltà a vivere una vita di sacrificio nella preghiera e nella mortificazione. Era così bene allenata! E tutto ella era pronta a soffrire pur di diventare la Sposa sempre vergine di Gesù: era il suo ideale di amore sublime e infinito.L’intuizione luminosa che ebbe -e che hanno solo i semplici e i puri di cuore- fu quella di diventare degna Sposa di Gesù affidandosi alla Madonna e ricopiando fedelmente le virtù della Celeste Vergine.Ecco il proposito fondamentale scritto da lei stessa con semplicità “Prenderò Maria per modello al principio delle mie azioni, e penserò come Ella avrebbe fatto il dovere che sto per compiere”Via via, intensificherà talmente la sua filiale devozione alla Madonna, e ne scoprirà così in profondità il valore, soprattutto per la gioventù, che la Madonna stessa, in una delle apparizioni, la incaricò di organizzare un’associazione mariana per aiutare tutti a possedere la “perla preziosa” (Mt 13,46) della devozione mariana.Per questo, senza risparmio di prove e di sofferenze, ella si impegnò e arrivò a fondare le “Figlie di Maria’ esclamando felice, con lo sguardo profetico rivolto al futuro “Come sarà bello vedere Maria onorata da tutta la gioventù!” “La gioia più dolce”Il fatto centrale di tutta la vita di S. Caterina, però, fu e rimane sempre quello delle cinque apparizioni della Madonna che le affidò la “Medaglia miracolosa” da diffondere nel mondo intero.Nel luglio e nel novembre del 1830 avvennero le due principali apparizioni della Vergine Santissima nella Cappella del Noviziato. La prima delle due avvenne di notte. Avvertita dall’Angelo Custode, S. Caterina si recò trepidante nella Cappella e andò a inginocchiarsi ai piedi della Madonna che stava seduta al lato destro dell’altare. La Santa poté poggiare le sue mani sulle ginocchia della Madonna e contemplare il Suo celestiale volto. “In quel momento -scriverà poi- provai la gioia più dolce della mia vita “.Il colloquio durò più di due ore!La seconda volta, S. Caterina ricevette dalla Vergine la missione di far coniare la celebre “medaglia” che sarà giustamente definita “miracolosa”. La Madonna stessa le fece vedere il modello completo, così come lo vediamo riprodotto sulle medagline.Le difficoltà e i travagli furono grandi prima di ottenere che venisse coniata questa medaglina. Un’umile Suora, ignorata da tutti, ricca soltanto della povertà evangelica, come avrebbe mai potuto far coniare una medaglia da produrre poi in quantità sempre maggiori, e da diffonderla nel mondo intero?La potenza di Dio risplende tanto più gloriosa, quanto più impotenti sono le creature. E due anni dopo, il 30 giugno 1832, venivano coniati i primi 1500 esemplari della medaglina.S. Caterina, così umile, così povera, potette avere fra le mani la bella medaglina. Quanti baci e lacrime d’amore! E con quale entusiasmo si applicò a diffonderla ovunque e a chiunque, certissima delle parole della Madonna “Tutte le persone che porteranno la medaglia riceveranno grandi Grazie “.Tra gli operai e gli ammalati, fra i soldati e i poveri, per oltre 40 anni, S. Caterina, la dolce Figlia della Carità, fu apostola della Medaglia miracolosa fino alla sua beata morte, che avvenne il 31 dicembre 1876.Il suo corpo verginale riposa sotto l’altare, nella cappella delle apparizioni, ai piedi della sua Regina Immacolata. Nella ricognizione del corpo, le mani di S. Caterina che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che l’avevano contemplata apparvero conservati straordinariamente bene.  La Madonna appare a Santa Caterina Labourè Per non togliere nulla alla bellezza delle due principali apparizioni della Madonna, leggiamone la descrizione fatta con incantevole semplicità da S. Caterina stessa.“Venuta la festa di S. Vincenzo (19 luglio) la buona Madre Marta (la direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un’istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese sì gran desiderio di vedere la SS. Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di S. Vincenzo, ne tagliai una metà e la inghiottii. Così mi addormentai col pensiero che S. Vincenzo mi avrebbe ottenuto la Grazia di vedere la Madonna.Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome:“Suor Labouré! Suor Labouré!” Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto. Tiro la cortina e vedo un fanciullino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice“Venite in cappella; la Madonna vi aspetta”. Mi venne subito il pensiero mi sentiranno! Ma quel fanciullo è pronto a rispondermi “State tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto”.Vestitami in fretta, mi diressi verso quel fanciullo che era restato in piedi senza avanzarsi oltre la spalliera del letto.Il fanciullo mi seguì, o meglio, io seguii lui dovunque passava, tenendosi sempre alla mia sinistra. Erano accesi i lumi da per tutto dove noi passavamo, il che molto mi sorprendeva. Assai più meravigliata però rimasi all’ingresso della cappella, quando l’uscio si aprì, appena il fanciullino l’ebbe toccato con la punta di un dito. La meraviglia poi fu al colmo quando vidi tutte le candele e tutte le torce accese, come alla Messa di mezzanotte. Però non vedevo ancora la Madonna.Il fanciullo mi condusse nel presbiterio accanto alla poltrona del Signor Direttore, dove io mi posi in ginocchio, mentre il fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna”. “Ecco la Madonna”“Finalmente giunse il sospirato momento. Il fanciullino mi avvertí, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!” Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di S. Giuseppe, e vidi la S. Vergine che venne a posarsi sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo.Era la SS. Vergine, ma tutta simile a Sant’Anna, solo il volto non era lo stesso.Io ero incerta se si trattasse della Madonna. Ma il fanciullino che era lì mi disse “Ecco la Madonna!”. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Madonna. Quel fanciullino mi parlò allora non più con voce di bambino, ma d’uomo alto e robusto; e disse parole forti. Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiatami sui gradini dell’altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria…Fu quello il momento più dolce della mia vita”. “Io sarò con voi”“Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire; m’insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell’altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell’altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che colà io avrei ricevuto tutti i conforti a me necessari. “Figlia mia -mi disse la Madonna- Dio vuole affidarvi una missione. Avrete molto da soffrire, ma soffrirete volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrete la Grazia; dite tutto quanto in voi succede, con semplicità e confidenza. Vedrete certe cose, sarete ispirata nelle vostre orazioni; rendetene conto a chi è incaricato dell’anima vostra”.Io chiesi allora alla SS. Vergine la spiegazione delle cose che mi erano mostrate (la Santa allude ad alcune visioni avute precedentemente). E Maria rispose: “Figlia mia, i tempi sono molto tristi; gravi sciagure stanno per colpire la Francia; il trono sarà rovesciato; tutto sarà sconvolto da disgrazie d’ogni specie. (Dicendo questo la Madonna aveva l’aspetto molto addolorato). Ma venite ai piedi di questo altare; quì le Grazie saranno sparse su tutti… sopra tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore, sui piccoli e sui grandi…“Figlia mia, io mi compiaccio di spandere le mie Grazie sulla comunità (vostra). Io l’amo molto, ma ho della pena, perché vi sono (in essa) degli abusi: la regola non è osservata, la regolarità lascia a desiderare, vi è una grande rilassatezza nelle due comunità (Preti della Missione e Figlie della Carità); dillo a colui che è incaricato di voi, benché non sia ancora superiore. Egli sarà fra qualche tempo incaricato in modo speciale della (vostra) Comunità; egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore, diteglielo da parte mia.“Ch’egli vegli sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Allorché la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrà ad unirsi alla vostra.“Ma sopraggiungeranno grandi mali; il pericolo sarà grande, ma non temete, il buon Dio e S. Vincenzo proteggeranno la comunità… (La Vergine era sempre triste). Io stessa sarò con voi, ho sempre vegliato su di voi; vi accorderò molte Grazie… Verrà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi; abbiate fiducia. Avrete prove evidenti della mia visita e della protezione di Dio e di quella di S. Vincenzo sulle due Comunità.“In altre comunità vi saranno vittime (La SS. Vergine aveva le lacrime agli occhi dicendo questo); vittime vi saranno nel clero di Parigi e lo stesso Arcivescovo morrà (di nuovo la Madonna versò lacrime). Figlia mia, la Croce sarà disprezzata; per le vie scorrerà sangue; il mondo intero sarà nell’afflizione. (Qui la Vergine Santa non poteva più parlare un gran dolore Le era dipinto sul volto)…”. “Non ripresi più sonno”“Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta.Alzatami dai gradini dell’altare, rividi il fanciullino al posto dove l’avevo lasciato, il quale mi disse “È partita!”Rifacemmo lo stesso cammino, trovando sempre tutti i lumi accesi e tenendosi quel bambino sempre alla mia sinistra.Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Madonna; io infatti l’ avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco e portava con sé una luce miracolosa, ossia era sfolgorante di luce, dell’età dai quattro ai cinque anni.Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più sonno”.  La Medaglia Miracolosa La seconda apparizione avvenne quattro mesi più tardi.Era il 27 novembre. Questa è l’apparizione più importante e fondamentale. In essa l’umile Santa Caterina ebbe la rivelazione della celebre Medaglia miracolosa, e la Madonna le spiegò in che cosa consisteva la missione che voleva affidarle. Una missione vasta quanto la terra. Proprio lei, l’umile e ignorata Suor Caterina, veniva eletta perché facesse conoscere a tutti gli uomini il celeste pegno di misericordia che l’Immacolata si degnava donare all’umanità. E Suor Caterina si metterà all’opera non risparmiandosi nelle prove e nelle sofferenze a cui verrà sottoposta. Era sicura dell’aiuto di Colei che è la Regina dell’universo, e prima o poi, quindi, sarebbe arrivata l’ora della diffusione di questa medaglina, piccolo tesoro di Grazia. Per Suor Caterina, del resto, dovette essere ben poca cosa sacrificarsi senza risparmio per la Regina Immacolata che l’aveva inebriata delle sue celestiali apparizioni.Ella stessa ha descritto in modo dettagliato anche questa seconda e più celebre apparizione. Leggiamola con amore. Bellezza indescrivibile“Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all’altezza del quadro di San Giuseppe. La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, à la vierge (“alla Vergine”), cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo).Le sue mani, elevate all’altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l’universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi…”. “Fate coniare una medaglia…”“Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole “Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona…”. Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! … E la Vergine Santissima aggiunse “Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano”, facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante Grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero… Non so…. io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS. Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d’oro “O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te”.Allora si fece sentire una voce che mi disse: “Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi Grazie specialmente portandola al collo; le Grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia… “. All’istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l’altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione”

DOBBIAMO CONSACRARCI A MARIA 0

DOBBIAMO CONSACRARCI A MARIA


 di P. Giacomo Pesce 1. Lo vuole Gesù.2. Lo vuole Maria.3. Lo esige il nostro bene spirituale.4. Lo esige la salvezza dei peccatori.5. Lo esige la salvezza dell’umanità. Fratelli! Il 31 ottobre 1942 il Pontefice Pio XII consacrava al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa ed il mondo intero, come il Papa Leone XIII, al principio di questo secolo, aveva consacrato la Chiesa eil mondo al Sacro Cuore di Gesù.Da allora tutti, individui, famiglie. Vescovi, Cardinali andarono a gara nell’imitare l’esempio del Santo Padre, consacrando se stessi e le anime a loro affidate al Cuore Immacolato di Maria.La consacrazione perfetta, totale è il più ampio e il più alto tributo di pietà e di ossequio che si può tributare a Maria, è il vertice del culto mariano, perché essa racchiude in mirabile sintesi tutti gli atti di culto verso la SS. Vergine, cioè la venerazione, l’amore, la invocazione, la servitù, l’imitazione.Di qui la necessità, il dovere per ognuno di compiere questa consacrazione, la rinnovi sovente, la viva intensamente.Abbiamo parlato di necessità, di dovere non a caso.E lo dimostreremo con i seguenti argomenti. 1. Lo vuole Gesù. Nell’anno 1917, a Fàtima, nel Portogallo, la Madonna apparve più volte a tre pastorelli giovanissimi(due bimbe e un ragazzo). Durante una di queste apparizioni disse loro:« II Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato ».Il 15 dicembre 1926 Gesù riapparve a Lucia, una dei tre veggenti, e le chiese se già avesse propagato la devozione al Cuore Immacolato della Madre sua.Nei primi del 1943 il Signore apparve nuovamente a Lucia per esprimerle la gioia del suo Cuore per la consacrazione del genere umano al Cuore Immacolato di Maria, fatta dal Papa. Poi soggiunse: «L’atto del Santo Padre è incompleto. Esso non potrà essere completo, finché ogni individuo, ogni famiglia, ogni collettività ecclesiastica e civile non abbia fatto la sua consacrazione al Cuore Immacolato di Maria ».Dunque Gesù vuole la consacrazione.2. Lo vuole Maria. Il 13 giugno 1917 la Madonna, apparendo ai trepastorelli di Fàtima, disse loro: «A chi abbracceràla devozione al mio Cuore Immacolato prometto lasalvezza eterna. Queste anime saranno predilette daDio, come fiori posti dinanzi al suo trono».Il 13 luglio Maria apparve nuovamente ai tre fanciulli dicendo: «La guerra sta per finire, ma se gliuomini non cesseranno di offendere il Signore, nonpasserà molto tempo… e ne incomincerà un’altra peggiore.Per impedire ciò verrò a chiedere la consacrazionedel mondo al mio Cuore Immacolato ».Nel 1929 la Madonna apparve ancora a Lucia e ledisse : « Vengo a chiedere la consacrazione del mondoe della Russia al mio Cuore Immacolato ».Dunque la Madonna vuole la consacrazione. 3. Lo esige il nostro bene spirituale.Quando Maria ha gettato le sue radici in un’anima,vi produce meraviglie di grazia quali Ella sola può produrre, perché è l’unica Vergine feconda.Vana è sicuramente la pietà, inutile la devozione di chi non ha vera volontà di onorare sempre e dovunque la Madonna.Quando lo Spirito Santo trova Maria in un’anima,vola in essa, la riempie, le si comunica abbondantemente.Una delle ragioni principali per le quali lo SpiritoSanto non compie grandi cose nell’anima nostra, è che non la trova abbastanza saldamente e intimamente unita con la sua fedele e indissolubile Sposa Maria.«Felici le anime che comprendono bene lo spirito della consacrazione perfetta e la vivono fedelmente».Lo Spirito Santo vivrà in loro, si comunicherà loro con abbondanza di doni ed insieme con Maria formerà in loro Gesù, alla gloria di Dio Padre.Quando verrà il tempo avventurato, in cui la divina Maria regnerà Padrona e Sovrana nei cuori, per sottometterli pienamente all’impero del suo grande ed unico Gesù?Quando le anime respireranno Maria, come i corpi respirano l’aria?Quando verrà questo tempo felice, quest’era di Maria, nella quale le anime, immergendosi volontariamente nell’abisso interiore della Madonna, diverranno copie viventi di lei per amare e glorificare Gesù Cristo?Questo tempo fortunato verrà, quando tutti conosceranno e praticheranno la «consacrazione perfetta a Maria Santissima». 4. Lo esige la salvezza dei peccatori.Il 13 luglio 1917 la Madonna fece una delle sue apparizioni ai tre pastorelli di Fatima e, dopo averloro fatto vedere come è fatto l’inferno, disse : «Avete visto l’inferno, dove vanno a finire le anime dei peccatori? Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato».Il Signore dunque vuole stabilire e diffondere in tutto il mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria quale garanzia di salvezza per i peccatori.Dunque oggi il mezzo più efficace per la conversione delle anime è la devozione e la consacrazione. 5. Lo esige la salvezza dell’umanità.Il mondo fu creato per Maria, il mondo divenne cristiano per Maria e lo sarà completamente, quando Ella sarà conosciuta, amata, invocata, imitata.Il mondo non è ancora arrivato interamente a Cristo,perché non si è additata abbastanza la via per giungere a lui: Maria.Questo mondo è il figliol prodigo; trova duro il ritorno al Padre. Bisogna mostrargli che sulla porta di casa c’è Maria a riceverlo.Gesù si trova sempre, come l’hanno trovato i Rè Magi: «et intrantes domum invenerunt Puerum cum Maria matre eius» (Mt. 2,11).Dove non si trova Maria, non si troverà neppure Gesù. Bisogna penetrare profondamente tutto il senso di questa verità essenziale: «Una donna fu la rovina di tutti: una Donna salva tutti».L’uomo si piega alla madre; il mondo si piegherà a Maria.Quanto è difficile che figli, orfani di mamma, crescano buoni! Cosi è degli uomini rispetto a Maria.Quello che la madre è in una famiglia. Maria è nella Chiesa.Dio Padre ci diede suo Figlio per mezzo di Maria.A noi dunque non rimane che riceverlo sempre dalle mani di Maria.Il corpo sta unito al capo per mezzo del collo, ed il capo trasmette la vita e la forza al corpo per mezzo del collo. Orbene, Cristo è il Capo, la Chiesa è il Corpo, Maria è il Collo.Il capo si piega verso terra per mezzo del collo.La Misericordia infinita di Dio si piega verso il mondo per mezzo di Maria.Per tutto questo il Papa Pio XII indicò il Cuore Immacolato di Maria come la speranza, la via di salvezza per tutti.Fratelli!Alla maternità risponde sempre la figliolanza; Maria,Madre vera di Dio, è anche Madre vera degli uomini.Accanto al suo Cuore materno tutti gli uomini si sentono figli d’una medesima madre e perciò fratelli.Ma per la Maternità divina Maria è la Madre di Gesù Cristo, di cui pertanto siamo fratelli, essendo Egli e noi, insieme, per quanto in diverso modo, figli di Maria.Cosi nel culto del Cuore Immacolato di Maria si condensa la sostanza del messaggio evangelico, che si compone di due parole: Paternità divina e fratellanza umana, fuse insieme alla luce dell’amore, nel cuore di una grande Donna, che è Madre di Dio e Madre nostra.Fratelli, mai come oggi si è sentito il bisogno di un ritorno a questa Paternità e a questa fratellanza.La guerra fratricida ha riacceso tutte le fiamme dell’odio, scavando abissi immensi tra popolo e popolo,addirittura tra famiglia e famiglia.Il culto e la devozione al Cuore Immacolato di Maria è come un’ondata di calore sul ghiaccio della caina umana, in cui è precipitato il mondo.La consacrazione dell’umanità al Cuore Immacolato di Maria, fatta da Pio XII, è un gesto storico, che delinea un orientamento di salvezza.Forse è nei disegni di Dio che l’umanità traviata ritrovi se stessa ed il suo Creatore, malamente abbandonato, attraverso il Cuore Immacolato di Maria. «Io soltanto posso venire in vostro aiuto», ha detto la Madonna.La consacrazione a Maria è dedizione totale, senza limiti di tempo ne di spazio; è un dono intero di sé,per tutta la vita e per tutta l’eternità; è un dono non di pura forma o di puro sentimento, ma effettivo, compiuto nella intensità della vita cristiana e mariana.Quindi la pietà mariana di un’anima consacrata non è una pietà tranquilla e inoperosa, pietà di anime timorose dei pericoli del mondo, pietà che si esaurisce in forme di febbrile attività esteriore, basata su mire stranamente egoistiche, ammantate dalla falsa aureola di spiritualità. Caratteristiche della pietà mariana.La pietà mariana di un’anima consacrata:a) È una pietà che è fiamma, che è spada che non arretra di fronte alle più sanguinose persecuzioni.Il vero devoto di Maria è il cristiano che combatte coraggiosamente agli ordini di Colei che ha stroncato tutte le eresie, che sa vivere una vita di lotta dura e tenace.Il falso devoto di Maria è il cristiano dalla pietà interessata, la quale non vede nella Madonna che la Distributrice di tutte le grazie, soprattutto di ordine materiale, e nella sua devozione una devozione di sicuro riposo, che non serve se non a rimuovere dalla sua vita la santa croce degli affanni, delle lotte, delle sofferenze; una devozione sensibile di dolci consolazioni e di manifestazioni entusiastiche.b) È una pietà di movimento. È difesa della società,che nel momento attuale esige cittadini decisi a salvarla con un’azione paziente e disinteressata. È difesa della Chiesa Cattolica, che chiede cattolici veri,ben temprati e forti; cattolici senza paura, integri,fermi, intrepidi. Le persone indecise, le «paste frolle», dal mondo stesso sono scartate, respinte, calpestate.La pietà mariana deve tenere deste le coscienze, perché non si lascino indurre dalle subdole manovre del nemico. Il nemico del bene non disarma. Se per ragioni di convenienza a volte sospende temporaneamente persecuzioni sanguinose e metodi violenti, intensifica la sua opera per raggiungere con mezzi capziosi e pacifici la stessa meta: il pervertimento e l’intossicazione degli spiriti.La pietà mariana vuole la difesa della Chiesa e la conquista del mondo a Cristo. Ora queste esigono che l’anima sia armata delle armi della verità, armi maneggiate con sicurezza, con padronanza. Il dono più grande che Dio ha dato ai popoli è la libertà fondata sulla verità. Questa verità è Cristo datoci da Maria. Maria quindi è alle origini della vera libertà dei figli di Dio, perché Ella, Regina di virtù ammirabili, ha goduto sempre dell’autentica libertà: la libertà del bene e la libertà dal male.Quindi nel nome di Maria, e fiduciosi del suo aiuto, combattete per salvare la dignità e la libertà contro chiunque osi intaccarla o distruggerla; confrontate la vostra vita con quella di Maria, vita imitabile nella semplicità, vita che illumina il cammino che le anime vostre devono percorrere per giungere alla salute eterna.

ECCELLENZA DEL ROSARIO NELLE PREGHIERE CHE LO COMPONGONO 0

ECCELLENZA DEL ROSARIO NELLE PREGHIERE CHE LO COMPONGONO

(di S. Luigi Maria Di Monfort) ROSA UNDICESIMA. Il Credo o Simbolo degli Apostoli, recitato sul Crocifisso della corona, essendo il compendio delle verità cristiane, è preghiera molto meritoria perché la fede è base, fondamento e principio di tutte le virtù cristiane, di tutte le verità eterne e di tutte le preghiere gradite a Dio.Chi s’accosta a Dio deve credere: chi si accosta a Dio con la preghiera deve incominciare con un atto di fede; più avrà fede e più la sua preghiera sarà efficace e meritoria per lui e gloriosa per Dio.Non mi dilungherò in spiegazioni sulle formule del Simbolo Apostolico; non posso, tuttavia, far a meno di affermare che le prime tre parole: Credo in Dio – le quali contengono gli atti di tre virtù teologali, fede, speranza, e carità hanno una meravigliosa efficacia per santificare le anime e vincere il demonio.Quanti santi con questa professione di fede hanno vinto le tentazioni specialmente quelle contro quelle virtù, sia in vita sia nell’ora della morte! Esse sono le ultime parole che san Pietro martire tracciò come meglio poteva col dito sulla sabbia quando, colpito al capo dalla sciabola di un certo eretico, stava per spirare.La fede è l’unica chiave che ci apre la comprensione dei misteri di Gesù e di Maria espressi dal santo Rosario; perciò all’inizio occorre recitare il Credo con grande attenzione e devozione, poiché – lo ripeto – più viva e forte è la nostra fede deve essere ardita e animata dalla carità: in altre parole, per ben recitare il Rosario bisogna essere in Grazia di Dio o per lo meno decisi a riacquistarla; deve essere una fede robusta e costante e cioè: nel Rosario non dobbiamo ricercare il nostro gusto sensibile, la nostra spirituale consolazione, disposti ad abbandonarlo quando fossimo molestati da tante distrazioni involontarie o da uno strano disgusto nell’anima o da opprimente noia o torpore prolungato nel corpo. Nella recita del Rosario non c’è alcuna necessità di gusti o di consolazioni, di slanci o sospiri, di lacrime; neppure si richiede una continua applicazione dell’immaginazione: bastano la fede pura e la retta intenzione. È sufficiente la sola fede!ROSA DODICESIMAIl Pater o orazione domenicale trae tutta la sua eccellenza dall’autore che non è un qualunque uomo, non è un angelo, ma è il Re degli Angeli e degli uomini,Cristo Gesù. «Era necessario – dice san Cipriano – che chi veniva come Salvatore a darci la vita della Grazia, ci insegnasse anche come celeste Maestro il modo di pregare». La sapienza del divino Maestro appare luminosa nell’ordine, nella forza e nella chiarezza di questa divina preghiera che è breve, ma ricca di insegnamenti, è accessibile ai semplici mentre è colma di mistero per i dotti.Il Pater contiene tutti i nostri doveri verso Dio, gli atti di tutte le virtù e la richiesta per ogni nostro bisogno spirituale e materiale. « È il compendio dei Vangeli» – dice Tertulliano. «Supera tutti i desideri dei santi» – dice Tommaso da Kempis – contiene in breve tutte le soavi aspirazioni dei Salmi e dei cantici; chiede tutto ciò che è necessario a noi, lode a Dio in modo eccellente ed eleva l’anima dalla terra al cielo e l’unisce strettamente a Dio.San Giovanni Crisostomo dice che chi non prega come ha pregato ed insegnato il Maestro, non è suo discepolo. Dio Padre gradisce di essere invocato più che con preghiere formulate dalla sapienza umana, con quella insegnataci da suo Figlio.Dobbiamo recitare l’orazione domenicale con la certezza che l’eterno Padre la esaudirà perché è la preghiera del Figlio che sempre Egli esaudisce e del quale noi siamo membra. Potrebbe, infatti, un Padre buono rifiutare una richiesta bene concepita e appoggiata sui meriti e sulla presentazione di un così degno Figlio? Sant’Agostino assicura che il Pater recitato bene cancella le colpe veniali. Il giusto cade sette volte al giorno, ma con le sette domande contenute nell’Orazione domenicale egli può rialzarsi dalle sue cadute e fortificarsi contro i suoi nemici.Questa preghiera è anche breve e facile affinché, fragili e soggetti come siamo a tanti guai, ci sia possibile recitarla più spesso e con più devozione e quindi ricevere più presto l’aiuto desiderato.Disingannatevi, dunque anime devote che trascurate l’orazione composta dal Figlio di Dio e da Lui ordinata a tutti i fedeli; voi che stimate solo le preghiere composte dagli uomini, come se l’uomo, anche il più illuminato, sapesse meglio di Gesù come dobbiamo pregare; che cercate nei libri degli uomini il modo di lodare e di pregare Dio quasi vi vergognaste di usare il metodo prescrittoci dallo stesso suo Figlio; voi che siete persuasi che le preghiere contenute nei libri sono per i sapienti mentre il Rosario è buono soltanto per le donne, i bambini e la gente del popolo, come se le preghiere che leggete fossero più belle e più gradite a Dio di quelle contenute nell’orazione domenicale! Lasciar da parte la preghiera raccomandata da Cristo Gesù per servirsi di preghiere composte dagli uomini è pericolosa tentazione!Non disapproviamo le preghiere composte dai Santi per eccitarci a lodare Dio, ma non possiamo ammettere che siano preferite a quella uscita dalla bocca della Sapienza incarnata, che si lasci la sorgente per mettersi in cerca di ruscelli, che si sdegni l’acqua limpida per bere quella torbida. Sì, perché insomma il Rosario, che si compone della preghiera domenicale e del saluto angelico, è quest’acqua limpida e perenne che sgorga dalla sorgente della Grazia, mentre le altre preghiere cercate qua e là nei libri, sono i rivoli che da essa scaturiscono.

DOBBIAMO ESSERE DEVOTI DELLA MADONNA 0

DOBBIAMO ESSERE DEVOTI DELLA MADONNA

La nostra età è l’età mariana. Bisogna quindi che adeguiamo e aggiorniamo la nostra formazione intellettuale, a scanso di mancare di una solida devozione a Maria.Dopo la conoscenza di Dio e di Gesù Cristo non vi è conoscenza più utile, più degna delle nostre premure, che la conoscenza di Maria.Se questo vale per la Madonna in genere, vale soprattutto, e in particolare, per la devozione verso di Lei. Iniziamo quindi un corso di conferenze sulla «Devozione alla Madonna» .  1.- BASI DELLA DEVOZIONE MARIANAQuali sono le basi della nostra devozione alla Madonna? Ossia, perché noi siamo tenuti ad amare la Madonna? Per una sola ragione: perché Maria è «Mater divinae gratiae».Il Bossuet dice che la Grazia di Cristo opera in particolare secondo tre fasi: Dio chiama, Dio giustifica, Dio fa sì che si perseveri: vocazione, giustificazione, perseveranza finale.1. La vocazione rappresenta la nostra chiamata alla vita spirituale.2. La giustificazione rappresenta il nostro progresso nella vita spirituale.3. La perseveranza finale rappresenta il raggiungimento del fine della vita spirituale.Ora nessuna di queste tre tappe essenziali del nostro cammino spirituale è possibile senza l’intervento diretto di Maria quale arbitra divina.Ve lo provo brevemente. 1.La vocazioneLa Grazia della vocazione è significata dal Vangelo nella santificazione di S. Giovanni Battista.Maria concorse direttamente a quest’opera misteriosa. Ecco le parole di S. Elisabetta a questo proposito: «Appena la tua voce suonò al mio orecchio, il fanciullo (S. Giovanni) sussultò di gioia nel mio seno».Dunque fu Maria che santificò S. Giovanni Battista mediante la Grazia di Cristo, che portava in sé.Quale meraviglia che S. Giovanni Battista custodisse, in tutta la sua vita, una così perfetta integrità, quando Maria, rimase tre mesi in casa sua, l’aveva unto con l’olio profumato della sua presenza e della sua purità?Certamente Maria, durante il tempo in cui rimase in quella casa, avrà abbracciato, baciato, stretto al suo seno quel bimbo fortunato; ora immaginate cosa voglia dire essere abbracciato, baciato, stretto al seno da Maria allora, quando la Madonna portava in sé il Verbo Incarnato. 2. La giustificazioneLa Grazia della giustificazione è rappresentata nel Vangelo con il miracolo avvenuto alle nozze di Cana in Galilea.Gli Apostoli partecipano con Gesù alle nozze di Cana, ma in quell’epoca, sebbene fossero stati chiamati alla sequela di Gesù, la loro fede in Lui non si era ancora accesa, perché non sapevano ancora che fosse il figlio di Dio.Ora questo primo miracolo, per il quale ebbe inizio la fede degli Apostoli nel Maestro divino, fu operato in seguito all’intervento di Maria.Cristo volle che non accadesse altrimenti; l’intervento di sua Madre doveva dare l’avvio alla serie dei miracoli e al diffondersi della fede.Bastò una richiesta, una constatazione della Vergine, perché Gesù si prestasse. E maggiore valore ebbe questo miracolo in quanto fu, per così dire, superfluo; ormai si era alla fine del banchetto, tutti avevano bevuto a sazietà…Ma Maria desiderò che il miracolo si compisse.Per Gesù ciò bastava: e compì il miracolo.Vedete quanto efficacemente la Vergine interviene nella giustificazione delle anime? 3.La perseveranzaLa Grazia della perseveranza è rappresentata nel Vangelo dalla persona di S. Giovanni Evangelista presente sul Calvario. Gli Apostoli avevano cessato di seguire Cristo; vedendolo imprigionato, trascinato nei tribunali, «relicto eo, fugerunt».S. Giovanni solo seguì Gesù fino al Calvario: la sua figura rappresenta per noi l’immagine delle anime perseveranti.S. Giovanni segue Gesù fino alla morte? E Gesù lo consegna a sua Madre: «Ecce filius tuus! Ecce Mater tua!».4.ConclusioneDunque Maria è Madre! La madre dei chiamati, dei giustificati, dei perseveranti. Ecco la base della nostra devozione alla Madonna, «Mater divinae gratiae».I protestanti non amano Maria; si scandalizzano della nostra devozione; combattono questo nostro trasporto filiale verso la Madonna.Perché? Perché non ammettono che Maria sia «Mater divinae gratiae».Noi invece lo professiamo; lo sosteniamo come dogma mariano.Di qui il nostro immenso amore verso la Madonna e il loro odio verso di Lei.  II. – NORME DELLA DEVOZIONE MARIANALe principali norme di devozione mariana sono cinque: 1.Il fine ultimo della nostra devozione alla Madonna dev’essere Dio.Senza questo fine ultimo, il nostro culto mariano sarebbe puramente umano e non religioso.Poiché la religione ci deve unire a Dio, ogni devozione, che non ci guida a Dio è superstiziosa.Ogni devozione viene da Dio e deve tornare a Dio; perciò nella Vergine (come in tutti i Santi) dobbiamo onorare prima di tutto e soprattutto Dio: la sua sapienza, la sua bontà, la sua potenza. 2. La vera devozione alla Madonna è inseparabile alla devozione a Gesù Cristo.Due legami uniscono strettamente Maria e Gesù: l’Incarnazione, la Redenzione.a) L’Incarnazione: Maria è la Madre di Gesù. dal suo seno verginale il Verbo prese umana natura: Gesù è veramente nato da Maria. Ora vi è legame più stretto di quello che unisce la Madre al Figlio?b) La Redenzione: Maria è Corredentrice… perché ha cooperato direttamente alla stessa formazione del tesoro della Redenzione.Perché Dio ha voluto che Maria fosse nostra correndentrice?Perché Satana aveva vinto per mezzo di una donna e la rivincita doveva essere effettuata per mezzo di un’altra donna.Ecco perché Maria è sempre vicino a Gesù nel compimento dell’opera Redentrice.Ed ecco perché non c’è vittoria di Cristo, sia anche vittoria di Maria. 3. La vera devozione a Maria è inseparabile alla devozione allo Spirito Santo.Lo Spirito Santo è Dio e svolge un’azione importantissima nel piano della salvezza delle anime.Cristo è il Redentore delle anime.Lo Spirito Santo è il santificatore delle anime.Ora lo Spirito Santo compie l’opera sua in Maria per mezzo di Maria.Ogni suo dono vuole che venga a noi per le mani di Maria.Il più grande dono di Dio all’umanità è Gesù Cristo.Ora Gesù ci è donato dallo Spirito Santo per mezzo di Maria. 4. La vera devozione a Maria esige la sua imitazione.La vera devozione alla Madonna esige l’amicizia di Gesù e la corrispondenza all’azione dello Spirito Santo in noi.Perciò solo colui che è vero cristiano e che compie il bene a gloria di Dio e a vantaggio del prossimo, può dirsi vero devoto di Maria. «Vera devotio imitari quod colimus».«Talis Fiut Maria, ut eius unius vita omnium sit disciplina» (S. Ambrogio). 5.La vera devozione a Maria esige la sua conoscenza.La devozione alla Madonna dev’essere illuminata, cioè fondata sulla chiara cognizione e convinzione circa la grandissima importanza della missione che Dio ha affidato a Maria nel piano della redenzione e della salvezza delle anime.Perciò le tre cose più importanti intorno alla Madonna sono: 1.La sua conoscenza.2.Il suo amore.3.La sua imitazione.Senza la prima, non può esistere la seconda; senza la seconda, non esiste la terza;  III. – CONCLUSIONEA) Maria è «Mater divinae gratiae»; perciò sventurati coloro che negano la devozione alla Madonna, perché essi tentano di sottrarre al popolo cristiano una sorgente necessaria e feconda di vita divina.B) Maria è «Mater divinae gratiae»; perciò sventurati coloro che cercano di diminuire la devozione dovuta alla Madonna sotto il pretesto che viene offeso Gesù, perché essi affievoliscono quel sentimento di pietà filiale verso la Madonna, tanto utile per il progresso spirituale.C) Maria è «Mater divinae gratiae»; sventurati perciò coloro che abusano della devozione alla Madonna, perché essi ignorano le norme e i limiti che Maria impone ai veri devoti.Fratelli carissimi, mi auguro che nessuno di voi si trovi in una delle tre categorie sopra nominate; anzi faccio voti affinché ognuno di voi si sforzi di diventare un vero e perfetto devoto di Maria.

COLEI CHE AMO 0

COLEI CHE AMO


di Padre Giacomo Pesce 1. Perché è Madre di Dio.2. Perché è Madre degli uomini.3. Conclusione. Esordio.S. Bernardino da Siena, dopo la morte dei genitori,venne affidato ad una zia. Questa ad un certo punto venne a sapere che il nipote, ogni sera, verso il tramonto, usciva dalla città verso la campagna. La buona donna trepidò: temette che qualche cattivo compagno traesse Bernardino alla rovina. Vigilò e pregò.Una sera, senza lasciarsi vedere, volle pedinarlo. Con ansia segui il nipote che si dirigeva verso la periferia della città. Il sole le batteva sulla fronte e le disturbava gli occhi; in un attimo, in cui aveva chiuso le palpebre, Bernardino le sfuggi alla vista.Affrettò il passo, usci dalla città, esplorò la campagna. Nulla! Attese un poco, ma invano.Quando rientrò in città ed il sole dietro le spalle più non la molestava, vide dov’era rimasto Bernardino: dietro la parete di Porta Camollia, in ginocchio davanti ad un dipinto della Madonna. Là egli concludeva ogni sua giornata!Una volta S. Bernardino disse a sua zia: «Zia, Colei che io amo, è cosi bella e nobile, che nessuno le potrebbe essere paragonato. Io non potrei dormire una sola notte senza prima avere visto la sua immagine ».Fratelli! anche per noi Maria deve costituire l’amore. Dobbiamo sentire cosi forte il bisogno di esserle devoti, da non poterne fare a meno. Ho detto che « anche per noi Maria deve costituire l’amore ».Perché? Per due ragioni: 1. Perché Maria è Madre di Dio.2. Perché Maria è Madre degli uomini.1 – PERCHÈ È MADRE DI DIOMaria è Madre di Dio.Queste parole sono un trattato di tutte le grandezze di Maria.Dio « ab aeterno » vedeva il capolavoro della sua misericordia e del suo amore;Dio « ab aeterno » sognava questa eletta fanciulla, che sarebbe stata la Mamma di Gesù, il Figlio suoprediletto. 1. Il significato.Che cosa significa essere Madre di Dio? Maria Madre di Dio vuoi dire:a) che una semplice creatura è fatta Madre del Creatore;b) che una semplice vergine è divenuta Genitrice dell’Immenso, dell’Onnipotente, dell’Eterno;e) che una povera figlia di Adamo fu innalzata al punto, da diventare l’immagine più perfetta delDivin Padre, la sposa immacolata dello Spirito Santo, la congiunta della Santissima Trinità.Maria Madre di Dio vuol dire che Ella generò qui sulla terra lo stesso Figlio, che Dio-Padre aveva generato da tutta l’eternità; e Maria lo generò con un semplice « fiat » della sua volontà, senza alcun concorso umano, divenendo cosi, per grazia, partecipe della stessa virtù operativa, della stessa fecondità di Dio.Maria Madre di Dio vuoi dire che Ella fu il tempio vivo dello Spirito Santo, il trono nel quale Egli abitò ed abita sempre e che non cessa di riempire con lo splendore dei suoi raggi più fecondi di purezza, di pace, di santità.Ecco che cosa vuoi dire Maria Madre di Dio. 2. I privilegi.Quali sono i privilegi derivanti a Maria dalla sua dignità di Madre di Dio? Eccoli:Maria è Madre di Dio, dunque immacolata, piena di grazia :« Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio» (Par. XXXIII, I ss.).Maria è Madre di Dio, dunque fornita di tutte le virtù:«In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate!» (Par. XXXIII, 19).Maria è Madre di Dio, dunque Onnipotente:«Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che, qual vuoi grazia ed a tè non ricorre, sua disianza vuoi volar sanz’ali» (Par. XXXIII, 13 ss.). 3. I tre candori.S. Bernardino da Siena, tessendo il panegirico di Maria Assunta, vide la Madonna circondata da tre candori: quello intellettuale, quello corporale e quello esemplare. 1. Candore intellettuale.Il primo candore è quello intellettuale, perché Madre di Gesù, la sapienza increata di Dio.Alla luce di essa Maria:a) comprese tutti i segreti della natura;b) gustò tutti i misteri di Dio;e) conobbe il linguaggio della Sacra Scrittura;d) capi il segreto della vera saggezza, quando disse all’Angelo:«Si faccia di me secondo la tua parola ».Nella conformità perfetta di ogni istante della sua vita con la volontà di Dio sta il motivo vero della suaelevata santità.2. Candore corporale.Il secondo candore è quello del corpo, perché Ella è tutta pura ed immacolata.Due splendori in una sola persona: la bellezza di mente e la bellezza del corpo, ossia dell’essere fisico.Il peccato mai la sfiorò; immune dallo stesso peccato originale, la sua fu tutta una vita di grazia, per cui a ragione l’Angelo la salutò: « Gratia plena».3. Candore esemplare.Il terzo candore è quello esemplare, perché Ella è Regina di ogni virtù.a) Certezza di fede nelle parole di Dio, per cui fu chiamata beata da Elisabetta.b) Tripudio di speranza, quando tutto parlava di povertà, di abbandono, di fuga, di nascondimento.c) Vita di carità esercitata nell’amare Dio sopra tutte le cose ed il prossimo in Dio e per amor di Dio.Il saluto dell’Angelo le si addiceva appieno, perché Ella era ricolma di tutte le virtù. E ancora all’Angelo risponderà con l’omaggio della virtù più bella: l’umiltà: « Ecce ancilla Domini!», quell’umiltà che fece si che Dio poté esaltarla fino al sommo: «Ed ecco che da questo momento tutte le generazioni mi chiameranno beata ».Questi sono i privilegi derivanti a Maria dalla sua Maternità divina.Dunque Maria deve essere il nostro amore, perché Madre di Dio. 3 – PERCHÈ È MADRE DEGLI UOMINIDobbiamo amare Maria perché nostra Madre celeste. Maria è veramente nostra Madre per varie ragioni.1. Perché ci ha generati alla vita soprannaturale.Questa generazione da parte di Maria nei nostri riguardi avvenne nel santo Battesimo. 2. Perché è Madre di Gesù.Gesù è la nostra vita soprannaturale. Noi formiamo con lui un solo Corpo Mistico. Ora Maria, portando nel suo seno Gesù, portò anche noi : portando il Capo : Gesù, portò anche il Corpo: noi. 3. Perché Corredentrice.La redenzione distrusse il peccato e ci generò alla vita divina.Ora Maria, avendo cooperato direttamente alla nostra redenzione, è vera causa della nostra vita divina, quindi è veramente nostra Madre. 4. Perché Mediatrice di grazia.Maria è Mediatrice universale della grazia, il che significa che tutte le grazie vengono a noi direttamente da lei.Ora Maria, dispensando continuamente la grazia, continuamente ci comunica la vita soprannaturale. La sua Maternità spirituale non cessa, come la fisica, con la nascita, ma è sempre in atto. 5. Perché proclamata da Gesù morente.Gesù sulla croce prima di morire, davanti a tutto il mondo, proclamò solennemente, giuridicamente, ufficialmente «Maria Madre del genere umano».6. Per testimonianza di tutte le genti.Tutte le genti hanno compreso la grandezza di Maria, perché l’hanno sentita Madre. Non c’è devozione più universale, più sentita della devozione a Maria. Tutti i titoli di lode, tutte le invocazioni di aiuto sono rivolte a lei. Le sue feste sono innumerevoli come innumerevoli sono i suoi titoli.In ogni casa cristiana c’è una sua immagine come in ogni cuore cristiano c’è una fiamma d’amore per lei.Il nome di Maria:a) per i giovani è incanto di purezza;b) per i genitori è sostegno nelle fatiche;c) per gli ammalati è conforto nel dolore;d) per tutti è fonte di speranza.Anche presso i Protestanti e gli infedeli Maria esercita un fascino irresistibile.a) Presso i Protestanti.Il generale Hindenburg teneva sullo scrittoio una immagine della Vergine; e a chi se ne meravigliava, rispondeva: «Trovo in questa figura l’ideale di ogni perfezione ».Byron, grande poeta inglese, nella pineta di Ravenna sostava affascinato dal suono dell’Ave Maria.Goethe, il più grande poeta della Germania, poneva la Madonna al centro del suo poema.Nella pinacoteca di Dresda (Sassonia) davanti al bellissimo quadro della Madonna di Raffaello non mancavano mai fiori freschi. Chi li metteva? Omaggio di anonimi verso Colei che è la Madre del genere umano.b) Presso gli infedeli.Durante la «Peregrinatio Mariae» all’Asmara, i Maomettani sostavano numerosi in preghiera davanti alla statua della Madonna di Fátima.A chi chiedeva loro perché pregassero Maria, mentre non erano neppure cristiani, essi rispondevano : «Perché Maria è la madre di tutti».Fratelli, mai come ai nostri tempi, è stata avvertita la presenza di Maria nella vita del popolo cristiano!Ella è divenuta «Pellegrina d’amore» per le contrade del mondo.Sosta nelle vie e nelle piazze, entra nelle case e nelle officine, va negli ospedali e nelle scuole. Dalle città passa nei paesi, dai paesi giunge fino agli ultimi villaggi.Dappertutto risuona la grande verità: « Ecce Mater tua! Ecce filius tuus! ».Dunque Maria deve essere il nostro amore perché nostra Madre. 2 – CONCLUSIONEUn giorno alla stazione di Pisa un giovane soldato,che la guerra aveva privato della vista, stava per incontrarsi con la mamma, ignara della cecità del figlio. Quando la donna vide il figlio scendere dal treno appoggiato al braccio di un altro soldato, ebbe l’im-pressione che dietro gli occhiali affumicati egli non la vedesse, perché brancolava con le mani, e usci in questo grido: «Ma, Giovanni! non vedi la tua mamma? ».Il figlio, che doveva aver atteso quell’ora con profonda angoscia e meditata la risposta, disse gettandosi al collo della madre: «Mamma! non ti vedo, ma ti sento! ».Fratelli: dobbiamo abituarci a sentire Maria, ma sentirla come una cosa forte, concreta, reale.Sentire Maria come il caldo, il freddo; sentire Maria come sentiamo gli stimoli della fame, della sete.Sentire Maria nelle nostre angosce, quando tutto un mondo di fango sta per sommergerci.Sentire Maria nelle nostre ore di gioia; quando tutto un mondo di svago tenta distrarci e allontanarci dai nobili ideali della fede.Sentire Maria nella sua vita, nelle sue virtù, soprattutto quelle che furono in lei più eminenti:la sua divina modestia,la sua umiltà profonda,la sua carità ardente.Chiudo con le parole che Alessandro Manzoni scriveva a sua figlia Vittoria nel giorno della sua Prima Comunione: «Senti in questa felice e santa occasione un più sincero affetto, una più umile riverenza per quella Vergine, nel cui seno il nostro Dio si è fatto nostro fratello. Proponi e prega di averla Protettrice e Maestra per tutta la vita ».Cosi dico io a voi: abituatevi a sentire un più sincero affetto, una più umile riverenza per quella Vergine benedetta, nel cui seno il nostro Dio si è fatto nostro fratello. Proponete e pregate di avere Maria Protettrice e Maestra in tutta la vostra vita

CINQUE CARDINALI INVOCANO UN QUINTO DOGMA MARIANO 0

CINQUE CARDINALI INVOCANO UN QUINTO DOGMA MARIANO

Che dichiari Maria Madre dell’Umanità Cinque Cardinali hanno inviato una lettera invitando i porporati di tutto il mondo a unirsi a loro per chiedere a Benedetto XVI di dichiarare un quinto dogma mariano che “proclamerebbe la piena verità cristiana su Maria”.Il testo, reso noto la settimana scorsa, include la richiesta al Papa di proclamare Maria “Madre Spirituale di Tutta l’Umanità, coredentrice con Gesù Redentore, mediatrice di tutte le grazie con Gesù unico mediatore, avvocata con Gesù Cristo a favore del genere umano”.I firmatari della lettera sono cinque dei sei Cardinali copromotori del Simposio Internazionale sulla Redenzione Mariana svoltosi a Fatima nel 2005: il Cardinale Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India); il Cardinale Luis Aponte Martínez, Arcivescovo emerito di San Juan (Puerto Rico); il Cardinale Varkey Vithayathil, Arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly (India); il Cardinale Riccardo Vidal, Arcivescovo di Cebu (Filippine); il Cardinale Ernesto Corripio y Ahumada, Arcivescovo emerito di Città del Messico.Il Cardinale Edouard Gagnon, morto nell’agosto scorso, era il sesto Cardinale copromotore della conferenza del 2005. E’ stato Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia dal 1974 al 1990, quando si è ritirato.Il segretariato dei cinque Cardinali ha diffuso la versione inglese della lettera, che comprende una traduzione e il testo originale latino del “votum”, o richiesta, formulato nel 2005 e presentato formalmente al Papa dal Cardinale Toppo nel 2006.“Crediamo – afferma la dichiarazione – che sia il momento opportuno per una solenne definizione o chiarificazione circa il costante insegnamento della Chiesa riguardo alla Madre del Redentore e la sua cooperazione unica nell’opera della Redenzione, così come il suo ruolo nella distribuzione della grazia e nell’intercessione per la famiglia umana”.EcumenismoSottolineando le preoccupazioni ecumeniche, la petizione prosegue: “E’ molto importante […] che le persone di altre tradizioni religiose ricevano la chiarificazione del massimo livello di autentica certezza dottrinale che possiamo fornire, che la Chiesa cattolica distingue essenzialmente tra il ruolo di Gesù Cristo, Redentore divino e umano del mondo, e l’unica ma secondaria e dipendente partecipazione umana della Madre di Cristo alla grande opera della Redenzione”.Il testo aggiunge che il cambiamento sarebbe “la massima espressione di chiarezza dottrinale al servizio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle cristiani e non cristiani che non sono in comunione con Roma”.In una dichiarazione emessa insieme alla lettera, i Cardinali ribadiscono la preoccupazione ecumenica e affermano che la proclamazione del quinto dogma mariano sarebbe un “servizio di chiarificazione alle altre tradizioni religiose e un proclamare la piena verità cristiana su Maria”.“Questa iniziativa -aggiunge la dichiarazione- intende anche avviare un dialogo mondiale approfondito sul ruolo di Maria nella salvezza per la nostra epoca. […] Se questo sforzo risultasse coronato dal successo, una proclamazione costituirebbe un evento storico per la Chiesa come quinto dogma mariano definito nella sua storia bimillenaria”.Secondo il Cardinale Aponte Martínez è giunto “il momento della definizione papale del rapporto della Madre di Gesù con ognuno di noi, i suoi figli terreni, nei suoi ruoli di coredentrice, mediatrice di tutte le grazie e avvocata”.“Proclamare solennemente Maria come madre spirituale di tutti i popoli vuol dire riconoscere pienamente e ufficialmente i suoi titoli, e quindi attivare, portare a nuova vita le funzioni spirituali, di intercessione, che offrono alla Chiesa per la nuova evangelizzazione, e per l’umanità nella delicata situazione mondiale che vive attualmente”.

Chi è Maria per il popolo? 0

Chi è Maria per il popolo?

Tre sono le caratteristiche maggiormente avvertite dal popolo nella sua devozione alla Vergine:1) Maria madre potente e misericordiosaIl popolo coglie prima di tutto Maria nella sua qualifica di Madre. Dio volle che il Salvatore fosse un germoglio della nostra razza, uscisse dalla nostra umanità per mezzo di Maria, la Madre Vergine. È lei che ha reso grandi anche noi, trasformato il volto della nostra umanità nel volto di suo Figlio che, per lei, è diventato nostro fratello. Madre di Dio, Maria è anche la nostra madre, per cui è colta come colei che manifesta in un cuore umano la potenza dell’amore infinito di Dio. Maria è avvertita come mediatrice e dispensatrice di tutte le grazie perché, attraverso di lei, Dio è venuto e viene a noi e questo viene sperimentato dal popolo a partire dalle sue necessità, contraddizioni, angosce, sofferenze, dolore. Accanto alla potenza di mediatrice, il popolo avverte il volto della misericordia in Maria. Ella è colei che comprende, è attenta e concede favori. Per questo l’appellativo “Madre di misericordia” riferito a Maria è di fatto uno dei più diffusi e più cari alla pietà popolare.2) Maria, la diversa da noiDi fronte a Maria potente e misericordiosa, il popolo avverte il vuoto radicale del suo essere, cioè la realtà del peccato. Maria è vista come radicalmente diversa da noi peccatori perché “tutta santa”, “tutta pura”, l’ideale del cristiano, il segnale della vita vera. Di conseguenza il popolo percepisce in modo istintivo la santità di Maria e per questo la prega e la contempla.. Questa convinzione si riassume nelle parole: “Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori”. In Maria il popolo esalta Dio che ha trovato in lei una creatura piena di accoglienza, ha incontrato un sì incondizionato, rendendo la sua esistenza luminosa, anche se vissuta nell’umiltà e solcata dal dolore.3) Maria vicina alla storia umanaLa maternità misericordiosa di Maria insieme alla sua eccezionale santità, la fanno sentire una persona familiare e quindi attenta e vicina nella vita. Il popolo ricorre a lei non solo nei momenti di gioia o avvenimenti lieti di una famiglia, ma soprattutto nelle situazioni limite di bisogno o di disperazione. E questo, perché il popolo avverte che Maria nella sua esperienza terrena ha sofferto una delle tragedie più grandi per una madre: la morte crudele del Figlio. Maria ha, quindi, condiviso la sofferenza e l’abbandono, divenendo quasi un simbolo della tragedia umana, e per questo il popolo la sente vicino alla propria storia e, nella sua grandezza, motivo di conforto, consolazione e rifugio.